di LUCIA BECCHERE
Nel centenario della nascita di Mimiu Canu, (1913-2001), alla Biblioteca Satta di Nuoro è stata presentata la riedizione dei suoi due opuscoli “Zente nugoresa- Birtude e bissios, brullas e issolorios” stampati nel 2001 da Centrocopia, oggi riuniti in un unico testo corredato dalla traduzione in italiana. Giovanna Rosa Canu, coordinatrice della serata, nel ricordare la figura speciale dello zio Mimiu, ha sottolineato come, nel ricordo dello spirito solidale dell’autore, tutto il ricavato della vendita del libro sarà devoluto all’Hospice il cui Direttore dottor Salvatore Salispresente in sala è intervenutoper i saluti e i ringraziamenti.
Mimiu Canu, maestro elementare, aveva lasciato la scuola per fare il rappresentante di grosse aziende alimentari. In pensione a 63 anni, si era dedicato alla pittura e nel 1998 aveva destinato il ricavato della vendita di 53 opere esposte al Palazzo civico di Nuoro (17 milioni) all’Associazione Sclerosi Multipla.
“Vogliamo ricordare e ringraziare l’uomo straordinario che abbiamo avuto la fortuna di chiamare nonno. A noi ha insegnato la possibilità di reinventarci ad ogni fascia di età. Era un nonno dalle mille risorse, lo abbiamo perso quando ancora eravamo alla scuola media e avremmo voluto fargli tante domande. Abbiamo conosciuto la sua generosità, il senso dell’amicizia, della condivisione e la sua capacità di far sorridere. I suoi racconti ci fanno viaggiare nel tempo per conoscere uno Nuoro che oggi non c’è più”. Questo il saluto delle nipoti che vivono oltre Tirreno e con grande commozione letto dal figlio Antonio in una sala gremita fino all’inverosimile.
A seguire il ricordo dell’amico fraterno ingegner Sebastiano Maccioni 105 anni compiuti: “Ho conosciuto e apprezzato le sue doti eccezionali. Era un artista della parola del nuorese classico, impreziosito di locuzioni, modi di dire che solo lui sapeva maneggiare bene. Allietava gli amici con questi racconti che io conosco per averli sentiti dalla sua viva voce. Siamo stati noi amici ad incitarlo a scriverli per lasciarne traccia alle generazioni future perché rappresentano la Nuoro del novecento con le sue abitudini e le sue usanze e le descrizioni perfette dei personaggi sono quadri viventi. Era un uomo beffulanu – prosegue Maccioni -, aveva lo scherzo nel suo DNA, non sapeva vivere senza la battuta. Mai volgare, mai offensivo, sempre scherzoso. Lo ricordo sofferente negli ultimi anni per l’artrosi e fino alla fine amava raccontare agli amici le sue storie”.
“Unu nugoresu predale- ricorda Annico Pau -, grande brulleri come nella tradizione nuorese. Persona molto conosciuta, serio e affidabile nel suo lavoro, ma allo stesso tempo con gli amici passava da “una brulla assatera”. Parlava il nuorese di tutti i giorni e nei suoi racconti descrive situazioni curiose e divertenti con parole ormai desuete, con locuzioni onomatopeiche e metafore calzanti: “su binu valabata lisiu che ispau incherau”.
“I suoi racconti restituiscono lo spirito beffulanu e brulleri della generazione dell’autore – afferma Paolo Berria -. Dai racconti emerge un quadro della comunità nuorese quando ci si conosceva pressappoco tutti, ogni vicinato aveva i suoi personaggi proverbiali, un caleidoscopio di uomini e donne non ancora toccati da alcuna omologazione. Nelle sue pagine il valore di una testimonianza linguistica sarda nuorese decisamente ricca. Questo libro di ziu Mimiu rimarrà come tessera del puzzle di scritti sui quali in futuro si potrà contare per avere memoria di vocaboli, locuzioni, suspu, dizos, nonzos, estro, brio e spirito de nostri concittadini delle generazioni passate. Fino a quando ci sarà memoria collettiva della lingua ci sarà identità culturale nuorese perché la storia di una comunità è legata intimamente alla storia della lingua.
La serata è stata impreziosita dalle letture di Giovanni Carroni e dalle esibizioni del coro di Nuoro.
Un personaggio egregiamente ricordato dalla Prof.Lucia Becchere nella recensione ricca di testimoni vicini e amici dello . stesso
Bellissima circostanza per ricordare Mimiu Canu e le sue divertenti Brullas nugoresas.Mio fratello Paoletto mi ha recapitato ad Oristano i due volumetti ,quello in dialetto e l’altro in italiano, che ho letto voracemente con curiosità. Proprio la curiosità di rivivere con spirito goliardico un’epoca ormai passata e, a mio avviso irripetibile, mi ha portato a riscoprire, all’interno degli episodi inerenti “Nonpozzo” (pag.24) e “Il mago ” (pag.72) ,la fuggevole presenza di Ziu Bore con la sua baracca a San Francesco di Lula durante la novena e Bore Sale nel suo bar ,di fianco al milese venditore di arance in cima alla salita della Via Maiore di fronte alla Piazza San Giovanni (una volta Piazza Littorio). Tengo a questa precisazione perchè Bore Sale era mio nonno materno in quanto padre di Mariedda mia mamma. Bore Sale era anche genitore di mio zio Antoneddu, non dimenticato “Busecca” brulleri conosciutissimo in città per le sue stravaganze e mascherate carnevalesche, non citate nel libro del Canu e per le quali ho provveduto personalmente a proporne più di una , nei miei libri di RICORDI BARBARICINI E TABARCHINI editi da E.P.D.O. di Oristano negli anni 2021 e 2022 e recensiti Egregiamente dalla Prof. Lucia Becchere. La tentazione di proporne alcuni stralci nel periodo carnevalesco è forte ma mi occorre consenso.
Ricordo ziu Mimmiu con grande stima e affetto. Io, giovane commessa, cassiera DelIdeal Market (dei fratelli Pisano e sorelle Petrazzini) ziu Mimmiu rappresentate di prodotti alimentari,spesso veniva nel negozio, mi salutava sempre con affetto 🤗 chiamandomi Bore Saledda.