di SALVATORE SANTONI
Parafrasando il termine con il quale venivano chiamati un tempo i “viaggi della speranza” ora, considerata la ricorsività che ha raggiunto il fenomeno, le partenze fuori dall’isola in cerca di ospedali dove potersi curare potrebbero benissimo essere inquadrate come turismo sanitario. Sì, perché per gestire il numero dei viaggi che i sardi fanno nella Penisola in cerca di cure hanno raggiunto livelli da tour operator. È quello che emerge da un’analisi che da qualche mese sta portando avanti il consigliere regionale Gian Franco Satta (Progressisti) su dati forniti dalle varie Asl sarde.
Tra il 2019 e il 2020 questi viaggi sono costati al sistema regionale sardo oltre 72 milioni di euro (42,4 milioni per il 2019 e 29,6 per il 2020). Questo dato non è una novità, è emerso già in una delle fotografie annuali scattate dalla fondazione Gimbe. La novità, invece, sta sotto i numeri macro, e cioè nei dettagli: uno per uno tutti – sono decine di migliaia – i ricoveri dei sardi extra regione. Una valanga di dati dalla quale emergono con chiarezza le criticità del malandato sistema sanitario regionale.
I dati in mano al consigliere Satta consentono di stilare una mappa delle aree territoriali dalle quali sono partiti i pazienti sardi in direzione della Penisola. In testa c’è l’Asl 8 di Cagliari con 4.503 pazienti. A seguire l’Asl 1 di Sassari con 3.550; l’Asl 2 di Gallura con 2.666; l’Asl 3 di Nuoro con 1.423; l’Asl 5 Oristano con 1234; l’Asl 7 Sulcis con 928; l’Asl 6 Medio Campidano con 606; l’Asl 4 Ogliastra con 474. La destinazione più gettonata è la Lombardia con 7.035 ricoveri su 15.496 complessivi. Tradotto: quasi la metà dei sardi che va fuori dall’isola per farsi operare approda in terra lombarda.
L’isola è divisa in otto Asl che, su base territoriale, dovrebbero idealmente garantire un capillare e omogeneo accesso alle cure mediche. Cosa che, purtroppo, non accade. E quindi un’altra chiave di lettura di questa ingente mole di dati è la mobilità interregionale, cioè i pazienti che per curarsi si spostano verso Asl situate oltre il proprio territorio.