NIENTE RIPOSO PER I TALENTUOSI! LUCIANO PIRAS, IL GIORNALISTA ‘CITTADINO SARDO, ITALIANO ED EUROPEO’

Luciano Piras

La testa, il cuore, una bella presa: Luciano Piras sembra avere tutto. Un giornale in cui lavora, una moglie e un figlio che adora. Il ”cittadino sardo, italiano ed europeo”, come gli piace definirsi, pensa che ovunque c’è qualcosa da raccontare. Fedele alla scuola di Kapuscinski scrive, racconta e guarda passato e presente con empatia cercando di aggregare i cittadini.

Luciano Piras, capo servizio della Nuova Sardegna a Nuoro ed Oristano ha fatto un percorso senza errori.

Sognava da giovane di scrivere? L’ha fatto! All’età di 15 anni collabora con il settimanale l’Ortobene.

Sognava di diventare giornalista? A 18 anni, mentre ancora studia, scrive un articolo per un periodico di Padova ed è subito paragonato a ”un giornalista navigato con uno stile asciutto” da Pierluigi Menato, allora caporedattore della rivista Il Santo dei Miracoli.

Sognava di collaborare con la Nuova Sardegna? Ne è diventato il capo servizio…

Il signore Piras fa parte del nostro paesaggio giornalistico sardo da più di 30 anni. L’abbiamo visto crescere, affermarsi, realizzarsi, ottenere scoop, sbagliarsi, invecchiare, mimetizzarsi ai suoi intervistati … oggi lo ritroviamo nel ruolo dell’Arroseur arrosé (famoso film dei fratelli Lumière che gioca sul classico ritmo dell’occhio per occhio, tu mi hai innaffiato e io farò la stessa cosa con te). È riuscito a ritagliarsi uno spazio per rispondere alle domande, spesso sorprendenti, della nostra rivista.

Lo incontro al centro di Nuoro, piazza Vittorio Emanuele, i “Giardinetti”. Ci tiene a farmi da Cicerone nella sua città. Infatti, il primo posto in cui mi porta è il caffè storico Tettamanzi, grande testimone di quella che fu considerata ”L’Atene sarda”. Mi racconta la storia di questo locale, frequentato dal poeta Sebastiano Satta, con una voce pacata, orgoglioso di aver contribuito alla collezione dei libri  ‘‘Il giorno del giudizio’‘(del famoso giurista-scrittore Salvatore Satta) presenti in diverse lingue, nella biblioteca del caffè.

Gli occhi sono protetti dagli occhiali da vista quasi come se fosse uno schermo tra di noi. Le labbra generose abbozzano ogni tanto un timido sorriso, la barba corta nasconde appena le mascelle forti dell’uomo determinato, mentre la sua testa leggermente inclinata dimostra l’abitudine del giornalista di mettersi sempre in posizione di ascolto. Man mano che risponde alle mie domande ho l’impressione che ci sia un dialogo interiore con sé stesso, come se valutasse, preparasse, analizzasse… Sicuramente si sente osservato, ma devo dire che respira la serenità, non ha niente da nascondere, la franchezza e il pragmatismo sono suoi pilastri. Le sue risposte sono brevi ma ricche di contenuti, non usa giri di parole per esprimersi, dopo qualche secondo di riflessione va dritto al punto e se una risposta non gli viene lo dice semplicemente.

Mi piace. Mi piace il suo modo di affrontare le difficoltà con una forza tranquilla.

Mi piace il suo spirito solidale e le modalità in cui cerca di mettere insieme le persone, di fare qualcosa per la comunità. Mi piace la sua perlustrazione per scambiare, per ”contaminare”…

Il cervello sempre in ebollizione, Luciano non si riposa mai. I progetti brulicano nella sua testa, ma da uomo umile non ne parla se non lo si interroga. Potremmo pensare che sia flemmatico e segua un tran tran quotidiano quando lo vediamo. In realtà l’unico tran tran nella sua vita è la routine mattinale: colazione in famiglia, scuola del figlio e la macchina parcheggiata alle porte della città. Perché? Perché si impone alcuni chilometri a piedi fino al suo ufficio in cui rimane sino alle nove di sera, salva la pausa pranzo. Per il resto, la vita di Luciano è colma di imprevisti, ma anche di creatività. Non gli basta il giornale. Nel 2011 ha ideato il blog addurudduru diventato oraLuciano piras.it, sul quale lancia sempre nuove idee per comunicare con i lettori. Tra CoronaversusArcipelago Sardegna, LimbasSu Curreu de s’Unesco, i corsi di scrittura, i libri che scrive e l’ultimo sito nato, Sardegna domani, Luciano Piras sfrutta al massimo il suo tempo proponendo letture e attività anche in Sardo.

Alla mia domanda ”Non hai paura di chiudere i sardi scrivendo e proponendo attività in sardo?’‘, il viso di Luciano si anima, il ritmo delle parole accelera, ho toccato un argomento sensibile. 

Mi spiega allora, con molta cautela, che se avesse scritto in inglese o in francese non avrei posto questa domanda… un modo per farmi capire che il sardo è una lingua e i sardi non devono dimenticarla, anzi perché non impararla come qualsiasi altro idioma? Sentirlo parlare della sua lingua, della sua terra, del suo paese, Lodè, del profumo della terra bagnata dalla pioggia, mi commuove. È un bravo ambasciatore dalla sua isola oltre ad essere un bravo giornalista. I suoi amici dicono sia molto serio, ma contemporaneamente ci sono molti aspetti da scoprire. In effetti mi fa pensare al fumetto di Geluck ”Le chat”, personaggio sempre di umore uguale, ma un pizzico beffardo con modi semplici sia nella gestualità sia nel modo franco di parlare. Oppure potrebbe anche essere un misto tra Charlie Brown intelligente, ponderato con tanta determinazione, e speranza e Snoopy con il suo dinamismo, la sua voglia di scoprire, la sua curiosità, la sua immaginazione.

Lo potremmo vedere come musicista con una chitarra in mano a cantare in mezzo agli amici. Una volta anche come sportivo. Giocava a pallavolo e all’università correva, arrivava a fare anche quaranta giri dello stadio. Per non parlare delle sue attitudini per il disegno e la poesia. Aggiungiamo al ritratto il regalo che si è fatto appena laureato, quello di trascorrere un mese da volontario all’Opera della Provvidenza a Padova aiutando i disabili, e avremo completato il quadro. Molti, dopo il diploma di laurea, si fanno un viaggio, una festa, una pausa… per Luciano è stato un dedicarsi ai più fragili. Nessun riposo per i talentuosi!

Sotto un apparente distacco permane la passione. Su un pezzo di carta al ristorante o con un vocale rilasciato mentre cammina, Luciano pensa, vive, scrive poesie. Dalla Germania, dove è nato, a Nuoro, passando per Lodé, il paese dalla sua infanzia, il suo paese, Luciano ci insegna che non c’è bisogno di ferite, di sofferenze per essere generoso, il negativo ci sarà sempre nelle nostre vite, l’importante è avere una visione positiva sul mondo. Flessibilità, adattabilità, evoluzione, tre parole chiave nel vocabolario del giornalista alle quali posso associare mancanza di nostalgia. Se il passato gli piace è per la storia, ma i ricordi non gli portano nostalgia, anzi, hanno questo di bello che lasciano una piacevole scia che lo spinge ad agire.

Mentre percorriamo le strade della città, dalla statua in bronzo di Grazia Deledda alla piazza Satta, il ”mio” Cicerone mi racconta la storia, le polemiche, i costumi di Nuoro.

Il giro turistico finisce non senza aver assaggiato la specialità culinaria del posto  ‘‘su Finlindeu”, che ormai non ha più nessun segreto per me. Mi rendo conto che oltre a fare il Cicerone è un minuzioso organizzatore: cuscentziosu e abbistu, come direbbero i sardi.

Cicerone si è zittito. Il silenzio si installa per un attimo tra di noi… come se ognuno si preparasse a tornare nella sua realtà dopo una parentesi fuori dal tempo, cullati solo dalla poesia del luogo.

Un giorno tra passato e presente, tra storia e letteratura, una chiacchierata con un giornalista che mi ha affascinato. Mi chiedo solo dove finisce l’infinito delle sue conoscenze e come si può essere così equilibrato? Sono rientrata a casa non troppo velocemente per paura di perdere quest’armonia, questa serenità che mi ha accompagnata durante tutta la giornata. Grazie Luciano!

https://wordsanddreams.com/

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2 commenti

  1. …se non è una chiara dichiarazione di stima, cos’è? 👏

  2. Francesca Pirodda

    Bellissimo commento per Luciano che se lo merita tutto e di più!!!

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