Pino Mascia
di LUCIANO PIRAS
Da Urbino a Roma, passando per New York. Sempre con la Sardegna nel cuore. E soprattutto sempre in prima fila per i suoi studenti, per i giovani in generale. È Pino Mascia, docente all’Accademia di Belle arti a Urbino, pittore e scultore di chiara fama internazionale, ha esposto nelle più grandi capitali del mondo.
Nato a Roma, ma con evidenti radici nell’isola, padre di Ossi, madre di Bultei, vive e lavora nelle Marche. Protagonista di una recente esposizione, “Imperfect square”, alla Scavolini Soho Gallery di Broadway, negli States, nei prossimi giorni (dal 25 al 26 novembre 2023) farà tappa alla Fiera internazionale di arte moderna e contemporanea a Roma.
Sabato prossimo, intanto, chiuderà “Nella debolezza: dalle tenebre alla luce”, la mostra degli allievi (Rebeka Sàra Bagò, Nicolas Demetriou, Greta Menin, Victoria Osei, Serena Polimanti, Umberto Proietti, Lorenzo Rizza, Sasha Toli, Leonardo Nardi e Karim Ougri) delle Belle arti di Urbino organizzata da Pino Mascia (a cura di Francesco Acquabona) nell’oratorio San Giovanni Battista.
«Il segno lasciato da Giulio Fara e Federico Melis in terra marchigiana – sottolinea con orgoglio Ninna Cabiddu, presidente del Circolo dei sardi “Eleonora d’Arborea” di Pesaro –, continua con l’opera di Pino Mascia, che ha varcato i confini italiani. L’unico artista che ha fatto un monumento all’emigrazione sarda a Fiorano Modenese. L’ultima fatica in ordine di tempo è un’opera per il Premio “Ivo Diamanti” mentre è ancora in corso la mostra a New York».
Nella metropoli americana, l’artista sardo espone alcune sculture e alcuni quadri. Un’occasione scaturita grazie all’Istituto italiano di cultura di New York dove si è tenuta la Conferenza dei marchigiani del Nord America e la Conferenza continentale delle Associazioni dei Marchigiani del Nord America (Stati Uniti e Canada).
Non a caso l’orunese Ninna Cabiddu accosta il nome di Pino Mascia a quelli di Giulio Fara e Federico Melis. Il primo, cagliaritano, musicista e musicologo, arrivò a Pesare nel 1923, al Conservatorio “Rossini”: è lui che ha posto le basi dell’etnomusicologia italiana. Il ceramista e pittore bosano (cagliaritano d’adozione) Federico Melis, invece, arrivò a Pesaro nel 1935 come insegnante di decorazione ceramica alla Scuola d’Arte. Nel 1944 venne chiamato a Urbino alla cattedra di Plastica, all’Istituto di Belle arti. Sempre nelle Marche, a Urbania, fondò la manifattura “Ceramica Casteldurante” «formando un nutrito gruppo di ceramisti di talento». «Ora, a continuare la tradizione artistica aperta da Fara e Melis ci pensa il nostro Pino Mascia».
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