di MARIA VITTORIA DETTOTO
Al pari della corda o cordula, sa trattalia o tattalia o trattaliu è un altro piatto tipico della tradizione agropastorale sarda che si tramanda di generazioni in generazioni da secoli. Nasce come piatto di recupero “ca de su anzone no si frundidi nudda comente de su porcu”: quindi quando viene ucciso un agnello ( o capretto) dalle sue interiora si crea questo nobile piatto.
Per farla in casa per prima cosa bisogna pulire tutte le parti che ci serviranno per comporre sa trattalia: in particolare le intestine. Poi il fegato, il polmone, il cuore e la milza. Questi ultimi vengono fatti a pezzi grossolani ed infilzati in uno spiedo, talvolta intervallati da pezzi di lardo, salumi o foglie di alloro. L’aggiunta di questi ultimi ingredienti è facoltativa e varia a seconda dei paesi della Sardegna.
Una volta che lo spiedino con la coratella sarà pronto, si mette a contatto con la brace del fuoco da solo per una decine di minuti e poi si aggiunge l’intestino tenue ed il peritoneo. A questo punto si rimette accanto al fuoco e si lascia cuocere per circa un paio d’ore. Servitela calda accompagnata da una tazza ‘e inu ruju.