Mary e Attilio Boi
di PAOLO LOSTIA e ANGELO LEDDA
La SCA di Melbourne ha celebrato Ichnusafest (in linea con l’Oktoberfest celebrato in Germania), attraverso una giornata ricreativa per promuovere la celebre birra sarda. Ichnusa era il nome originale dato dai greci all’isola di Sardegna, per via della sua forma che vista dall’alto assomiglia ad un piede. Il nome Sardegna deriva dal latino, ovvero terra dei sardi, nome assegnato dai Romani che conquistarono l’isola nel 277 a.C.
Oltre ai numerosi soci e simpatizzanti presenti e alla consueta calorosa ospitalità, è stata l’occasione per festeggiare i cent’anni di Attilio Boi, accompagnato dalla moglie Mary. Esistono cinque “Blu Zone” nel mondo in cui la percentuale di centenari s’eleva notevolmente. Una di queste è la provincia di Nuoro. Attilio Boi è nato a Lanusei il 20 settembre del 1923, quarto di 7 figli. Attilio apprese dal padre l’arte dell’orologeria. Dopo 4 anni di servizio militare durante la seconda guerra mondiale, si trasferì nell’Italia continentale e aprì un negozio di orologi a Pisa. Tuttavia nel 1952, assecondò il suo spirito d’avventura ed insieme ad un’amico partì per un viaggio in giro per il mondo. Quando la nave arrivò a Melbourne, Attilio affascinato dalla terra d’Australia, mise radici. Più tardi, Attilio conobbe Mary che sposò nel 1959. Arrivarono due figli, Steven e Suzanne e quattro nipoti. Quest’anno hanno celebrato il loro 64° Anniversario di matrimonio.
A Melbourne Attilio inizialmente fece da casa lavori di riparazione per un orologiaio e alla fine degli anni 50’ iniziò a cercare un luogo dove poter aprire il proprio negozio. Nella zona di Footscray vivevano molti italiani. Casualmente ottenne l’occasione della vita nel rilevare un negozio che divenne per 33 anni la sua occupazione di vita.
Attilio e sempre stato pronto ad assecondare le richieste per le principali manifestazioni della SCA.
Attilio e Mary ancora oggi partecipano regolarmente ai pranzi della SCA ed è stato un piacere vederli, con il loro grande sorriso, godersi l’Ichnusafest durante il quale è stata eseguita una grande interpretazione di “bonu chent’annos Attilio Boi”.