Massimiliano Spanu
di FEDERICA CABRAS
Esporta in Cina, negli USA, in Spagna, Germania, Russia, Inghilterra, Iran, Svizzera e Austria ma non solo: sette pipe della Tom Spanu Pipe arrivarono, negli anni Ottanta, persino in possesso all’allora Presidente Pertini, che andò a Sassari portandosi dietro un cofanetto con un po’ d’Isola. Un tour nel mondo della produzione artigianale delle pipe, tra arte e pazienza
«Sono cresciuto in azienda, ero sempre in mezzo alle pipe, alla radica, ai macchinari. Faccio questo lavoro da trent’anni, prima accanto a mio padre, poi da quando è venuto a mancare – circa otto anni fa – da solo. Ci vuole impegno e molta pazienza, ma è un mestiere che dà molte soddisfazioni.»
Massimiliano Spanu, alle redini della Tom Spanu Pipe – nata con suo papà nel ’79 e, dopo vari spostamenti d’azienda, ora a Sassari –, fa un lavoro che in Sardegna non fa quasi nessuno e quasi sempre come hobby: produrre le pipe, ognuna delle quali è un pezzo unico.
È persino andato a Chicago a rappresentare l’Isola con i suoi capolavori unici. Era il 2018 e non ha perso l’occasione, arrivata tramite la Camera di Commercio.
«Ogni pipa è diversa dall’altra,» racconta «e ci sono circa quaranta passaggi prima che sia pronta. Ecco perché è un lavoro di pazienza.»
Ma partiamo dall’inizio, la radica sarda – che è la migliore, la più dura e resistente – va presa, bollita e stagionata: questo processo dura circa 3 / 4 anni.
Poi arrivano i quaranta passaggi. Spanu riesce a fare circa una pipa, una pipa e mezzo, al giorno. «Impegnativo, certo, ma quando la si vede finita è uno spettacolo.»
Massimiliano ha anche brevettato una pipa particolare, in sughero, particolarmente adatta all’estate: «Non scalda la mano,» spiega Spanu «quindi è stata molto apprezzata.»
Ma l’interesse per questi pezzi unici arriva da tutto il mondo: le pipe vengono esportate in Cina, negli USA, in Spagna, Germania, Russia, Inghilterra, Iran, Svizzera e Austria. E sette pipe della Tom Spanu Pipe arrivarono, negli anni Ottanta, persino in possesso all’allora Presidente Pertini, che andò a Sassari portandosi dietro un cofanetto con un po’ d’Isola.
A determinare il valore di ogni singolo pezzo? La natura. «La fiammatura determina quanto sia pregiata una pipa. Altro valore è l’“occhio di pernice”: altro non è che un gruppo di “puntini” che sembrano occhietti. È il corrispettivo del carato per i gioielli.»
Ma c’è un’altra chicca che Massimiliano e il padre idearono insieme: «C’è un tipo di pipa che inventammo con una tecnica particolare: ha una sorta di ricciolo nella canna. Prende molto tempo realizzarlo, ma è molto bello da vedere.»
Un’arte, insomma, che va avanti da più di cinquant’anni e che unisce natura, tenacia e originalità.