In questi ultimi anni la Regione Sardegna si è impegnata in un importante percorso partecipato di localizzazione dell’Agenda 2030 a livello territoriale. Ha analizzato le principali questioni sociali, ambientali ed economiche che limitano il suo sviluppo sostenibile. Sono stati raccolti e condivisi dati e informazioni che hanno permesso di tracciare un quadro esaustivo delle condizioni del territorio.
Le analisi sono state condivise e dibattute con i tanti soggetti pubblici, privati e del Terzo Settore della regione. Sono stati svolti molteplici incontri che hanno portato a delineare la Strategia. E’ stato creato un Forum regionale quale spazio di incontro e confronto. Si è arrivati così all’elaborazione di una proposta di Strategia che è stata presentata agli organi politici.
La Giunta regionale con la Delibera 39/456 del 8 ottobre 2021 ha approvato la Strategia regionale per lo sviluppo sostenibile (si veda la strategia cliccando il link su Regione Autonoma della Sardegna). La Strategia è un grande documento di orientamento politico e programmatico per lo sviluppo che si vuole sostenibile perché dovrebbe migliorare il benessere della popolazione, creando occupazione dignitosa, riducendo le disuguaglianze sociali e rispettando l’ambiente. La Strategia è la declinazione regionale della Strategia Nazionale di Sviluppo Sostenibile, ed è iscritta nel più ampio quadro di riferimento dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite (si veda il link https://www.mase.gov.it/pagina/la-strategia-nazionale-lo-sviluppo-sostenibile).
La Strategia inizialmente analizza i dati su come la Regione è “posizionata” rispetto ai 17 obiettivi dello sviluppo sostenibile, e nei confronti di altri contesti italiani ed europei, individuando i principali bisogni sui quali agire per migliorare il benessere della popolazione, e i punti di forza su cui far leva per rafforzare lo sviluppo. Il diagramma qui sotto riportato dalla Strategia mostra come su alcuni obiettivi la Sardegna abbia risultati inferiori alla media nazionale, come ad esempio riguardo le condizioni della povertà, l’accesso ai servizi sanitari, la crescita industriale, mentre per altri obiettivi, soprattutto sul versante ambientale, gli indicatori mostrano una situazione più positiva.
In seguito la Strategia Regionale chiarisce quali sono i suoi principi guida, ovvero, l’approccio partecipativo, la progettazione per obiettivi, l’integrazione tra le politiche e l’integrazione con l’adattamento ai cambiamenti climatici. A tal proposito emerge l’importanza di coinvolgere gli emigrati nel partecipare all’applicazione della strategia, al suo monitoraggio e alla sua ridefinizione, e di integrare la politica sarda sull’emigrazione nella strategia sullo sviluppo sostenibile, identificando progetti specifici. Questo documento cerca di rispondere a questa opportunità.
Sulla base dell’analisi dei dati e dell’esplicitazione dei principi, la Strategia individua obiettivi strategici e meccanismi decisionali per conciliare prosperità e benessere delle persone, a partire da quelle più povere e marginali, con la tutela dell’ambiente, l’inclusione sociale, la crescita economica. A tal fine, la Strategia Sarda si compone di 5 obiettivi strategici a cui sono chiamati a contribuire tutti gli attori: Sardegna + Intelligente, + Verde, + Connessa, + Sociale, + Vicina. Per ogni obiettivo strategico sono indicate le principali linee di intervento a cui potrebbero contribuire anche gli emigrati con specifiche azioni, il valore attuale degli indicatori e il target da raggiungere per il 2030.
Questi obiettivi e alcuni esempi di linee di intervento sono stati condivisi con i circoli dei sardi e le loro rappresentanze per capire le opportunità di partecipazione. La seguente analisi dei questionari mostrerà quali risposte sono state date.
D’altra parte è importante capire anche come la Sardegna potrebbe contribuire a migliorare il benessere degli emigrati laddove vivono e lavorano. Lo sviluppo sostenibile infatti riguarda tutti e tutte, in qualsiasi parte del mondo si viva. Un principio dello sviluppo sostenibile è l’universalità, per questo le strategie dei diversi territori dovrebbero coordinarsi a livello nazionale e internazionale.
Appare importante anche confrontare la strategia sarda con quella delle regioni di paesi in cui vivono gli emigrati/e sardi/e. Se si tiene in conto dei legami che si creano naturalmente tra persone e territori, gli emigrati
continuano a nutrire una relazione con il proprio luogo di origine e viceversa. Esiste, o dovrebbe esistere, un rapporto di reciprocità tra territorio ed emigrati. La Regione Sardegna intrattiene da anni rapporti con i sardi/e emigrati/e attraverso circoli, federazioni e associazioni di tutela, e si interessa del loro benessere. Ciò significa anche confrontarsi con i governi e le politiche dei paesi di emigrazione. In tal senso la Strategia di sviluppo sostenibile sarda dovrebbe dialogare con quelle dei territori di residenza degli emigrati per contribuire al loro benessere.
Un altro aspetto essenziale è quello della governance della Strategia, e cioè di come i diversi soggetti del territorio e quindi anche i sardi emigrati possono partecipare alla co-progettazione. La Regione oltre ai tanti incontri con i soggetti del territorio, ha creato il Forum regionale per lo sviluppo sostenibile. E’ auspicabile che in questo contesto siano coinvolti anche i sardi/e emigrati, e a tal proposito il questionario ha chiesto il loro interesse, la loro disponibilità ed eventualmente altre opzioni di partecipazione.
L’analisi che si presenta di seguito consente dunque di capire se e come i sardi/e emigrati possano interagire nel contesto dello sviluppo sostenibile, rispetto alla Strategia, consentendo l’emersione di alcune linee di indirizzo per integrare la programmazione regionale con i sardi/e all’estero nella Strategia.