VOLI VENDUTI SINO AD UN RINCARO DEL 70%: LA LINEA DURA DEL CODACONS CONTRO L’AUMENTO SCONSIDERATO DEI BIGLIETTI DELLE COMPAGNIE AEREE

Durissimo il Codacons, il coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori, che con il suo esposto sui prezzi dei voli da e per la Sicilia aveva sollevato nei mesi scorsi la questione del caro-voli e scoperchiato il vaso di pandora dei prezzi spropositati su molte tratte. Ora l’Associazione torna ad intervenire sul tema, dopo i ripetuti interventi di compagnie aeree e dell’associazione europea delle compagnie aeree, Airlines for Europe, contro la stretta italiana tesa a impedire ulteriori fenomeni speculativi. «Quella che i signori dei cieli pretendono, infatti, non si limita a un mercato europeo del trasporto aereo “libero”; nei fatti queste realtà multinazionali pretendono carta bianca e totale libertà di fissare prezzi e tariffe a proprio piacimento, impedendo qualsiasi intervento istituzionale a tutela dei passeggeri. Anche a rischio di spennare i cittadini oltre ogni logica: secondo loro, attenti soprattutto al proprio portafogli, il Governo dovrebbe quindi rimanere a guardare mentre i biglietti aerei costano fino al 70 per cento in più rispetto all’anno scorso e i cittadini vengono letteralmente salassati in occasione delle vacanze, con picchi surreali e inspiegabili (un volo per la Sardegna è costato, nell’estate 2023, come un intercontinentale)», scrive il Codacons.

«Ora che anche l’intervento anti-algoritmo del Governo è a rischio, vista la presa di posizione delle influentissime compagnie aeree, la possibilità che i cittadini continuino a subire prezzi stellari per l’acquisto dei biglietti aerei anche nel prossimo futuro è reale. Per questo attendiamo fiduciosi le decisioni dell’Antitrust che, proprio a seguito di esposto Codacons, ha aperto una istruttoria sul caro-voli, e siamo pronti ad iniziative legali a tutela degli utenti se l’autorità accerterà illeciti e speculazioni suo fronte delle tariffe aeree», conclude la nota. La battaglia nei cieli dunque è solo alle fasi preliminari e a protestare per i prezzi troppo elevati dei biglietti non sono solo i turisti e i residenti in Sardegna e Sicilia. D’altro canto, anche le compagnie aree difendono a spada tratta il “libero mercato”, con gli irlandesi di Ryanair che chiedono al governo di copiare il “modello sardo” che prevede il finanziamento diretto alle compagnie aeree. Ora però la palla passa all’Unione europea, dove sono atterrate le proteste italiane, sotto forma di decreto ministeriale, e le repliche delle compagnie aeree.

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