Silvia Armeni
di CHRISTINE LAURET
Si dice spesso che gli occhi siano il riflesso dell’anima. Se l’anima di Silvia è tanto limpida quanto i suoi occhi, allora la Dea Aurora ha trovato un nuovo corpo.
Non si può incontrare Silvia Armeni senza notare prima di tutto i suoi bellissimi occhi chiari spalancati su un mondo senza fine.
Senza fine è anche il ”suo” numero. L’8 come le 8 braccia di Shiva o come gli 8 petali del fiore sacrale del loto. L’8 non è solo un numero che invoca l’infinito, ma soprattutto la forza, il potere, la fortuna e la spiritualità. Un numero che sta come un guanto a Silvia.
Uscire dagli stereotipi, vivere mille vite, sfidare gli effetti del tempo, sfidare lo spazio: Silvia Armeni ne sogna. Allora ci crede. Allora lo fa! I progetti della sua casa di produzione sono uno sberleffo al tempo che passa, all’amore che ferisce, all’età che non si tira indietro. Tutto è possibile a patto che ci si dedichi!
Gli uccelli cantano, il sole spacca e Cagliari si sveglia. La primavera arriva con il suo corteggio di fiori, profumi e pezzi di corpo denudati, ma per Silvia oggi è un giorno di un ricordo triste e speciale. 16 anni fa il suo amatissimo papà Emanuele andava verso l’altro mondo.
Nonostante il momento particolare e denso di ricordi, mi apre le porte di casa sua come quelle del suo cuore e accetta di fare due chiacchiere con il nostro magazine.
Silvia, alla guida della casa di produzione cinematografica e artistica ARMENI G.E.S. Productions, vuole stare dalla parte decisionale. Si è buttata anima e corpo in questa società che ha creato 7 anni fa, assieme alla madre pittrice. Per lei è stata una rinascita, come una fenice che risorge dalle sue ceneri.
Non è un caso se il simbolo della sua casa di produzione sia una ‘A‘ con dentro una fenice. Una rinascita dopo un lungo pezzo di vita passato a Roma. La Capitale è stata la città che l’ha vista diventare donna, lavoratrice, indipendente. Una città in cui è cresciuta fisicamente, lavorativamente, mentalmente, ma la sua spiritualità è rimasta qui in Sardegna e lei sapeva di riuscire a ritrovarla, nelle sue radici. Infatti, è senza rimpianti che lascia Roma dietro di lei e intende iniziare una nuova vita. La sua società di produzione diventa il suo rifugio.
Quando parla di Roma e del suo periodo di vita là, si sente un po’ che il temperamento romano ha lasciato delle stimmate su di lei. Parla a 100 all’ora, è veloce, efficace e in macchina si altera come i romani … ma una gran parte di Silvia è decisamente sarda, e per di più di origine carlofortina, ama questa vita più languida, il dolce torpore isolano che culla il suo corpo e le fa avere il desiderio di riempire casa sua di spiritualità, cultura, personaggi che dovrebbero lavorare tutti assieme mentre si sostengono a vicenda. Vivere in mezzo alla natura in armonia, circondata dagli animali in una casa rivolta verso il mare è uno dei suoi prossimi obiettivi.
Man mano che mi parla della natura e degli animali il suo viso si fa più dolce, il sorriso si estende fino ai suoi occhi, che finalmente si rimpiccioliscono, non resiste al desiderio di condividere con me qualche foto dei suoi cani. Ne è orgogliosa al pari di una mamma nei confronti dei suoi cuccioli. In effetti, mi accorgo che essendo figlia unica, il suo nucleo familiare è composto da sua madre Gabriella, per la quale la sento molto protettiva, e dei suoi cani. Capisco che è sempre dalla parte dei più fragili: bambini, disabili, anziani, animali… Un cuore immenso capace di trovare spazio per ciascuno.
Questo è un lato della produttrice. Ma non pensate che sia sdolcinata e punto. Lei sembra essere poliedrica come quelle sfere sfaccettate che riflettono la luce dappertutto. L’ho vista in azione, attribuendo a ciascuno una parte di lavoro, spiegando e dimostrando una determinazione e una rapidità di esecuzione fuori dal comune. Io ho preso l’abitudine di aspettare quando faccio una domanda o chiedo un’informazione, con lei “detto fatto” è il suo slogan. Lavorare con Silvia diventa una gioia pura. Sia al comando che a lavoro, ha capito benissimo il senso della parola leader, non c’è concorrenza tra compagni di lavoro ma aiuto e supporto reciproco. Ha gli occhi aperti su tutto e lascia che ognuno possa esprimersi. Penso che abbia ereditato questo talento organizzativo e lavorativo dalla sua famiglia. Oltre al padre che ha saputo creare una ditta molto conosciuta, i nonni materni, Luciana e Vittorio, avevano l’arte nel sangue: film, giornali ed eventi diversi saltavano fuori dal loro cappello con la stessa facilità con cui noi potremmo preparare una cena.
Silvia è fatta dalla stessa pasta e ha vinto la tripletta: organizzazione, lavoro, arte. Capo della sua società e della sua vita, è una femminista (ma non di quelle accanite), crede alla parità, ma non vuole perdere la sua femminilità ”una donna non deve essere la brutta copia di un uomo” sostiene Silvia con estrema franchezza. È questa dualità che mi piace in lei: combattiva, decisa, con una forza mentale, abile a poter stare affianco a personaggi illustri, a frequentare il lusso, ma anche femminile fino alle dita dei piedi, dolce, semplice, capace di buttarsi nell’erba a mangiare un panino… in qualsiasi posto si trovi, Silvia è a suo agio, una capacità di adattamento che denota grande intelligenza e umiltà.
Silvia imprenditrice e Silvia donna dicono un grande “SI” alla vita. Sincera, viva, il sorriso radioso, ha dei valori insegnati fin dall’infanzia e ai quali non deroga. Il rispetto degli altri e di sé è fondamentale. Ambiziosa ma generosa, conduce una vita completa con brio ed eleganza. Le auguriamo la riuscita in tutti i suoi progetti, uno dei quali, sicuramente non meno importante, è Sandahlia, dell’amico Stefano Piroddi, che si incammina verso una trasposizione cinematografica. Che cosa risulterà dall’incontro al vertice tra due menti creative?
Scommetto che a breve lo sapremo… Forza Silvia!
Questo ritratto di Silvia mi era sfuggito! Splendido soggetto e magnificamente dipinto!❤️❤️❤️
Una donna meravigliosa che semplicemente rende più
bello e migliore il mondo …