Giorgio Casu
di LAURA FOIS
Originario di San Gavino Monreale, paesino del Sud Sardegna diventato famoso per la street art – di cui è stato il primo a realizzare un murale -, l’artista Giorgio Casu ha viaggiato per il mondo, vendendo le sue opere ovunque ma mai scordandosi il legame con l’isola. Ha vissuto dodici anni a New York, dove ha dipinto i muri delle case in cui ha vissuto, ha esposto e curato mostre (come quella del centenario di Poltrona Frau), fino a realizzare il ritratto di Barack Obama e vedere proiettato sugli schermi di Times Square uno dei suoi quadri più famosi: The Owl. Il rientro nell’isola gli ha propiziato vari lavori, perché il suo stile è poliedrico e la ricerca sempre viva. «In me convivono una ventina di artista – confessa Casu -. Non ho mai smesso di sperimentare. Ho iniziato questo lavoro perché mi piaceva. La passione mi ha permesso di occuparmi dell’arte a tempo pieno. Per questo anche ai giovani dico che l’arte non è fatta per essere venduta, e se si vuole percorrere questa strada è bene conoscere la storia dell’arte e imparare la tecnica». Dai murales ai ritratti alle tele astratte, passando per la ricerca grafica e stilistica, fino ai lavori come l’Albero della vita e Alice in wonderland, dove è possibile scovare chiavi di lettura sempre diverse e concetti che spaziano dalla filosofia alla storia, Casu da qualche anno è anche il direttore artistico del nuovo hotel a 5 stelle Casa Clàt, nel centro di Cagliari. Inoltre, nuovi murales sono in programma in varie parti dell’isola, mentre ad Arzachena ha fatto il bis vincendo, sia nel 2021 sia nel 2023, il concorso di idee indetto dal Comune per la scalinata di santa Lucia. L’opera, a cui ha lavorato negli spazi dell’Exmà, nel capoluogo isolano, è costituita da 74 tavole in legno e si intitola Condivisione. La protagonista dell’installazione è proprio Alice, portatrice simbolica di «pace e della situazione femminile nel mondo, specialmente nei luoghi dove le donne hanno difficoltà a emergere o andare a scuola. Per questo Alice porta con sé un libro: il fatto che una bambina legga in certi paesi è un atto rivoluzionario. Qui Alice è una donna che non ha paura di mostrare le proprie passioni e la ricerca della propria identità: ricerca che dovrebbe essere un diritto assoluto e non un lusso o una negazione culturale. Con quest’opera – chiosa l’artista – si manifesta il diritto di esistere nella diversità». Nel 2021 il pittore aveva realizzato, lungo la stessa scalinata, L’Albero della vita, un’altra opera evocativa: «È una linea in movimento che si dispiega e si trasforma, cresce in foglie e rami diventando sempre più alta. È quella che mostrerei oggi ai più giovani, affinché tengano sempre in mente le proprie radici». E Casu sa bene da dove arriva. Quando, in un piccolo paese dell’entroterra sardo iniziava la sua produzione artistica: portaceneri e cocchi in legno. Le prime opere, i primi guadagni grazie ai ritratti gli permettono di conoscere anfratti di mondo, dall’Australia al Messico. Da un po’ di anni la sua base è tornata la Sardegna, dove è diventato padre e continua a produrre, per vari committenti, nello studio di casa sua, ascoltando musiche che variano dall’elettronica berlinese a quella italiana: «L’importante è avere sempre una parte del cervello sulla musica, l’altra sul disegno».