“RASTROS E VISUS” (SEGNI E SOGNI): UN COINVOLGENTE AFFRESCO SU PASSATO, PRESENTE E FUTURO DELLA SARDEGNA NEL NUOVO PROGRAMMA PER RAI 3 DI FABIO MARCEDDU E ANTONELLO MURGIA

Fabio Marceddu e Antonello Murgia

di IGNAZIO DESSI’

Suscita interesse e forti attese Rastros e Visus (Segni e Sogni), il coinvolgente documentario  di Fabio Marceddu e Antonello Murgia prodotto dal Teatro dallarmadio per Rai Sardegna con il sostegno della Sardegna Film Commission, in onda su  RAI 3 da domenica 2 luglio alle 9,30, e poi ancora nelle successive domeniche del 9, 16 e 23 sempre alla stessa ora.

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Fondamentalmente siamo di fronte a un grande viaggio in itinere. A una finestra sul mondo dell’arte e dell’archeologia, riletto alla luce di racconti tramandati, nuove acquisizioni scientifiche e appuntamenti con la storia. “Rastros e Visus – spiega con passione Marceddu – trasmettono interrogativi ancora senza risposta. E dove finiscono i Segni (Rastros) iniziano i Sogni (Visus)”. Un progetto accattivante e ambizioso. Il tutto descritto con “sguardo intimo e affine al linguaggio cinematografico, con l’anelito di tradurre per immagini l’ irraggiungibile bellezza di una terra unica al mondo, sotto molteplici aspetti”, come afferma Antonello murgia il regista. Il documentario è in lingua sarda campidanese – ma all’interno ci sono varianti logudoresi e di limba e mesu (Lingua di mezzo, ndr) e comparirà poi su Ray Play, con i sottotitoli in inglese per conferirgli una visibilità internazionale.

In questo affascinante quadro anche la musica risulta scritta pensando alle immagini. “Un sottile rimando a quella sarda, ai suoi tempi dispari, al legame con una natura imperscrutabile. Segni sonori vicini al cuore, alla pietra e all’istinto”, come afferma un ispirato Murgia.

Il documentario si snoda su diversi piani, con momenti di spettacolo che rimandano ai miti della televisione di un tempo: intervalli, sipari canori e momenti onirici. Fabio Marceddu ne è l’autore e divulg-attore, come lui ama sottolineare. Antonello Murgia il regista e autore delle musiche originali. Produttrice esecutiva, per Rai Sardegna, Donatella Meazza.

A voler scendere nei particolari “Rastros  – spiega l’autore – riporta fonti non solo ufficiali, ma anche appartenenti alle comunità, sospeso fra Mito ed Epica, senza voler confutare teorie”, ma teso a “raccontare ciò che spesso sfugge agli sguardi fugaci o ufficiali”.

A detta di chi lo ha pensato e plasmato potrebbe essere definito un “programma ispirato idealmente al percorso illustrato, qualche decennio fa, da Marcello Serra in Sardegna, quasi un continente. Una trasposizione in immagini di testimonianze fra miti e leggende, epicità e fonti storiche e d’archivio, nuove acquisizioni”. In definitiva un unicum. E non potrebbe essere diversamente. Perché, come sostengono autore e regista, parafrasando Serra, la Sardegna assomiglia solo a se stessa. Custodisce una diversità evidenziata da Murgia con sguardo attento e poetico, orchestrando (anche attraverso le sue musiche originali) e miscelando elementi peculiari che fanno di quest’antica isola una unicità nel campo di svariate arti e non solo.

KaralisArboreaLogudoro e Gallura sono le quattro macroaree storico/geografiche indagate. Un percorso archeologico, storico e artistico, “dove ricercare i denominatori comuni che si tramandano da generazioni, come l’arte povera. In una Regione che ha sofferto per secoli le scelte dei dominatori centrali, ed è stata terra di conquista da spogliare, senza che ciò le impedisse, tuttavia, di diventare luogo di magnifiche stagioni d’arte e archeologia. Dove i suoi innumerevoli tesori non finiscono di stupire e raccontarci nuovi aneddoti, e i cui segni sono visibili a 360 gradi”, come si legge nella nota stampa sull’iniziativa.

Periodi storici di cui seguire le tracce, segni ed anche sogni – appunto – intendendo per sogni, quelle intuizioni che ci fanno immaginare una terra con radici nella notte dei tempi. “Un tema – continua Fabio Marceddu – che ci accompagnerà ogni volta, in senso sincronico e diacronico (in linguistica, nel primo caso, lo studio e la valutazione dei fatti considerati in un dato momento. Nel secondo lo studio delle lingue secondo il loro divenire nel tempo, ndr) e, attraverso tappe reali, ci racconterà l’Isola in una modalità inedita”.

Partendo dai periodo pre-nuragiconuragico e dei Popoli del mare (con le ultime acquisizioni e scoperte nella penisola del Sinis, stanno riscrivendo la storia), passando per i fenici e i punici e arrivando ai romani. Poi i Vandali, la dipendenza da Bisanzio, e la nascita dei Giudicati indipendenti, veri e propri regni autonomi. E ancora gli avamposti Pisani, l’arrivo degli Aragonesi/Catalani, la Sardegna Spagnola, poi Sabauda, che porta dritti dentro la storia dell’Unità d’ Italia senza trascurare la continua paura dei Mori (Saraceni) che spinse le popolazioni a rintanarsi all’interno per proteggersi da coloro che mai riuscirono comunque a mettere radici nell’isola.

“Laddove finiscono i reperti archeologici e storici – spiegano ancora Marceddu e Murgia – ci affideremo agli aneddoti, ai reperti linguistici, alle testimonianze dirette tramandate oralmente: tutti segni che rispondono a quesiti e interrogativi che non hanno ancora trovato risposta”.

In tutto quattro dense puntate, in compagnia dei protagonisti del mondo dell’arte, della cultura ma anche della innovazione e della finanza dell’Isola: quelli che, in qualche modo, hanno lasciato Rastros (tracce indelebili) nel contemporaneo, o nel passato prossimo o remoto.

Oltre a Marceddu e Murgia ci saranno Rossella Faa, Cristiana Cocco, Ausilia Fanni, Chiara Marceddu, Juri Piroddi, Lia Careddu, Vanessa Podda, Daniela Usala, Bruno Tognolini, Paola Pisano, Eugenia Pinna, Rosamaria Casula, Paola Soriga, Jacopo Trofa, Lucidosottile, Renato Soru, Niki Grauso, Nevina Satta, Anna Maria Aloi, Cinzia Casu, Dante Bini, e Gianni Tetti.

Un ruolo importante hanno avuto nella produzione Massimo Gasole, operatore drone e montaggio, Damiano Picciau, operatore e fotografia, Emanuele Pusceddu, suono. Mentre Antonella Puddu ha fatto magistralmente le traduzioni dalla lingua italiana alla lingua sarda.

Il contenuto specifico di questo poker di intriganti appuntamenti?

Nella prima puntata (2 luglio alle 9,30)

La città di Cagliari, raccontata a partire dalla Laguna di Santa Gilla, da quel mare da cui tutti i popoli si sono avvicendati nell’isola. Dal tempio di Astarte al Giudicato di Karalis, dal porto Canale che si estende fino alla città del sale (le saline Contivecchi) alla Cattedrale di Santa Maria di Castello, che ha in sé i segni di molti passaggi di poteri (e di dominatori). L’intervento finale di Bruno Tognolini svelerà pou un mondo fatto di rime che raccontano nuove magie.

Nella seconda (9 luglio ore 9,30)

L’appuntamento ruota intorno al Giudicato di Arborea, partendo dall’antica città di Tharros. Quindi Santa Giusta, la città di Oristano con la Torre di San Cristoforo e l’Antiquarium  arborense, la chiesa romanica di San Giovanni di Sinis, fino a Bonarcado con il suo meraviglioso Santuario e la Basilica, i Condaghes e la carta linguistica della parola pipistrello e le parti del corpo umano comparate con l’isola di Sardegna. Seguendo anche le tracce di un potere che ha racchiuso nella figura di Eleonora una donna simbolo mai ancora troppo raccontata.

Nella terza (16 luglio ore 9,30)

Protagonista è il Logudoro, con incursioni in quelle subregioni che appartenevano nel basso Medioevo all’ampio giudicato di Arborea. La necropoli di San Andrea Priu, con i suoi affreschi che raccontano epoche diverse. La più grande cattedrale romanica della Sardegna, San Gavino di Porto Torres, fino ad arrivare ai racconti di Meana Sardo (nella Barbagia di Belvì), e a quelli della peste che anche in Sardegna non risparmiò nessuno. Racconti d’arte alta e popolare come quella dei motivi decorativi di Nule (uno dei tre Paesi sardi che tesse su telaio verticale).

Quarta e ultima puntata (23 luglio ore 9,30)

La Gallura intesa come la terra da dove partì la ri-creazione della Sardegna in un recentissimo passato. Il Giudicato che deve il suo nome al fretum gallicum (bocche di Bonifacio) raccontato con la unicità della Chiesa Romanica di San Simplicio di Olbia, e la costa Paradiso, dove la Villa di Antonioni e Monica Vitti progettata dall’architetto Bini ci portano in un futuro prossimo: il nostro; per questa ragione vengono indagati poi, fra i protagonisti di Rastros del futuro, Renato Soru, e la creazione di Tiscali, Nicky Grauso e la sua illuminante “ri-scoperta” di internet, senza trascurare la stazione spaziale di San Basilio, da dove si studia lo stesso cielo che vedevano i nostri antenati (protosardi).

Davvero un grande affresco sul passatoil presente e il futuro della Sardegna, insomma. Un appuntamento sicuramente da non perdere. Per i sardi ma anche per coloro che amano quest’Isola antica, ancora misteriosa e dalle mille anime. Prendete nota, allora, e non dimenticate date e orario.

www.tiscali.it

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