Rosalba Piras
L’artigiana di San Vero Milis insegna le tecniche di lavorazione e innova con le sue produzioni
L’arte dell’intreccio incontra quella della tessitura, dando vita a pezzi unici, soprattutto tenendo in vita una preziosa tradizione e un insieme di saperi che altrimenti andrebbero dispersi. Rosalba Piras (50 anni) artigiana di San Vero Milis è la depositaria di questo tesoro, che arricchisce con l’innovazione.
Nata da una passione, quella per il cucito e la tessitura, unita poi all’arte dell’intreccio tipica del suo paese d’origine e tramandata di generazione in generazione, Rosalba Piras è riuscita così a dare vita alla sua piccola impresa sartoriale “Erre di Rosalba”. È solo da una decina d’anni che l’artigiana sanverese si dedica esclusivamente alla produzione di borse, accessori femminili e suppellettili per la casa, come lampade e paralumi. Non solo, Rosalba collabora anche con altri laboratori e designer che rivendono borse e accessori che spesso varcano non solo i confini regionali ma anche quelli nazionali.
“Tutto nasce dalla mia passione per il cucito e per i tessuti”, racconta Rosalba. “Ho sempre coltivato quello che all’inizio per me era solo un hobby nonostante abbia fatto diversi lavori: dal collaborare nel negozio di ferramenta della mia famiglia a lavorare in vari studi commerciali ma anche nella pubblica amministrazione, una volta diplomata in ragioneria”.
“Se da una parte però ero impegnata in tutt’altro a livello lavorativo”, aggiunge sempre Rosalba, “dall’altra, non ho mai smesso di studiare e praticare le varie tecniche di cucito. Ho iniziato prima con diversi corsi professionali per poi arrivare alla pratica con piccole riparazioni fino alla realizzazione e confezione di abiti da sera o da ballo destinati a una scuola di pattinaggio di qui a San Vero Milis”.
Attualmente Rosalba si occupa soprattutto della confezione di borse: pezzi unici cuciti a partire dai tessuti della tradizione sarda abbinati a velluti e broccati.
Talvolta, però, capita che il tessuto venga poi da lei inserito su una base-cesto realizzata in giunco – raccolto, essiccato e preparato dalla stessa Rosalba – sul filone della splendida arte e cestineria tradizionale di San Vero Milis, in un intreccio di materiali e saperi.
“Dai fondi dei cesti tradizionali sardi monto sopra dei tessuti, pezzi dell’artigianato artistico sardo”, spiega l’artigiana sanverese, “per dare poi vita a borse e ad altri accessori femminili”. Un’idea, quella di unire il giungo dei cestini ai tessuti e broccati sardi, nata quasi per caso.
“Ricordo in occasione di un’esposizione che dei clienti mi chiesero, una volta saputo che fossi di San Vero Milis, se conoscessi qualcuno che si occupava anche di intrecci”, spiega Rosalba. “Da lì ho pensato di riproporre i miei prodotti anche in un’altra veste partendo così dalla cestineria tradizionale sanverese per poi realizzare qualcosa di innovativo e senza tempo. Una volta le donne sarde dovevano avere “sa scraria” ovvero corredo di cestini, corbule e fuscelle, usate quotidianamente; è da qui e dagli insegnamenti delle mie zie e di mia madre che lavoravano il giunco, che ho unito i miei saperi appresi da ragazza e li ho uniti per realizzare le mie creazioni”.
La passione di Rosalba non si è più spenta e questo anche perché tanta è la volontà di mantenere viva una tradizione che con il tempo rischia di perdersi: l’artigiana sanverese cura anche corsi per un centro professionale di Cagliari oltre che collaborare con il Gal Sinis per la promozione di laboratori dedicati al cosiddetto turismo esperienziale.
“Le persone sono sempre più propense a metterci le mani nelle cose”, spiega Rosalba Piras, “in tanti voglio sperimentare attivamente, anche solo per qualche ora, i saperi di una volta, in questo caso l’arte dell’intreccio e della tessitura. E’ importante dunque portare avanti attività simili, basti pensare che qui a San Vero Milis a conoscere l’arte dell’intreccio e a praticarla professionalmente e non per hobby siamo in due o tre, davvero pochi e questo è un rischio poiché saperi come questi sono destinati a perdersi inevitabilmente se non diffusi. Certo, la tradizione deve esser rispettata e mantenuta ma, seguendo anche l’insegnamento di una mia zia che già ai suoi tempi collaborava con dei noti designer fuori dall’Isola e sempre aperta all’innovazione, è importante anche aprirsi al confronto senza snaturare nulla”.
“Per questo”, conclude Rosalba, “continuo nel mio lavoro, perché la voglia di tramandare quest’arte non possa mai morire: nel mio piccolo poi cerco sempre di fare dei pezzi quanto più possibile unici, non omologati, ma sempre legati in qualche modo ai fili della tradizione sarda e dell’arte dell’intreccio del mio paese d’origine che fa parte di me”.