di CHRISTINE LAURET
Un uomo elegante mi aspetta sulla pensilina.
Una chioma bianca immacolata riconoscibile da lontano, occhiali neri che nascondono uno sguardo che mi colpirà dopo, sciarpa attorno al collo (più l’accessorio del personaggio che una stoffa che protegge dal freddo), Gianni Lardieri artista dai quadri famosi, è arrivato in anticipo per “cogliermi” all’entrata del treno in stazione. Un vero gentleman.
Ha il fisico di una star degli anni 50: il glamour disinvolto di un Gary Grant o di un Sean Connery, una forza tranquilla emana da lui. Mi dà la voglia di fidarmi e di affidarmi a lui… (ma non dovrebbe essere il contrario?) Infatti, prende “le redini”, mi fa la strada fino alla macchina che ci aspetta davanti alla stazione e mi indica il programma della giornata.
«Ti faccio vedere le mie opere, il mio laboratorio, poi facciamo l’intervista dopo ti faro’ fare un giro di Carbonia, le miniere… e ti riporto in stazione.»
Benissimo! Ho realmente il desiderio di lasciarmi guidare per una volta. Lo seguo e l’osservo.
Uno sguardo dolce e franco, ecco quello che mi colpisce. Dolce, franco e tenero, senza pretese, un po’ di malinconia anche e dei barlumi di gioia. Ma è anche uno sguardo un pizzico beffardo quasi a voler dire, “si lo so sono adorabile“; allora si, io ho una cotta per lui e vorrei già che l’intervista non finisca mai.
Mi dà l’impressione di aver avuto la scelta della gravità ma di averla rifiutata. Ha preferito la leggerezza, la gioia. Sono quasi tentata di credere che sia tanto felice quanto lo dice. Comunque se è un ruolo, lo recita alla perfezione…
Scoprirò che Gianni è un uomo misterioso che si svela pian piano. Man mano che l’intervista va avanti l’uomo si mostra galante, affascinante, quasi seduttore. Non brilla solo per il suo fascino ma anche per la sua bravura d’artista e il suo coinvolgimento per l’ambiante. Vintage e moderno, radicato nel passato e orientato al futuro, goditore ma responsabile, in breve un’ambivalenza, un paradosso quasi impercettibile per chi non si sofferma un attimo sul personaggio.
Guerra, fine del mondo, tsunami, isola di plastica… non posso dire che Gianni Lardieri sia molto ottimista quando si esprime nella pittura. L’uomo calmo e tranquillo che ho davanti a me sembra una furia dentro. Una furia contro il mondo, contro l’umano, contro l’ignoranza. La Terra urla attraverso i suoi quadri. Città distrutte, Italia impiccata, la sua visione del nostro mondo dice molto su di lui. Se Gianni è un lupo solitario forse è perché ha capito che l’uomo danneggia tutto ed è il più grande pericolo per se stesso. Sembra che lui si tenga un po’ ai margini di questo mondo, come se fosse su una collina ad osservare, con il suo sguardo acuto, tutti i danni occasionati dall’ uomo. Lo vedo quasi annuire con un’espressione di dissenso negli occhi che si fanno più scuri al momento.
Come un uomo da cui emana tanta pace e serenità è capace di creare questi quadri mi chiedo? Sono meravigliosi, un’arte astratta, diversa. Quadri nei quali dobbiamo entrare e lasciarci emozionare. Non sono pitture che si comprendono subito, no… l’arte di Gianni è più selvaggia, più acuta, colpisce per la sua forza e obbliga lo spettatore a soffermarsi e a riflettere. Ogni sguardo, ci svela qualcosa di nuovo, una nuova visione, una nuova interpretazione.
La verità? È questo che mi è subito piaciuto nei quadri dell’artista e mi accorgo che lui somiglia più di quanto possa pensare ai suoi quadri.
Vi spiego. Anche lui si svela a ogni sguardo, anche lui si interpreta diversamente, anche lui è ogni giorno: ne completamente se stesso, ne del tutto un altro. Un vero enigma.
Il suo motore? La passione. È quella che gli dà forza e coraggio. Coraggio di lavorare alla creazione dei suoi quadri per ore all’aperto, freddo, caldo non sente niente se non le fiamme che lo divorano. Un fuoco sacro brucia nel suo corpo e nel suo cuore, non capisco se sia lui a dominare sulle passioni o se siano queste a dominare su di lui. Sembra padrone della situazione, della sua vita… ma lo è realmente? Ogni tanto ho invece l’impressione che non controlli niente e si lasci portare dalla corrente. L’unica certezza è che ha la passione per l’onestà come altri possono averla per il giardinaggio; non sa stare zitto quando non è d’accordo con qualcuno. Non sa fare finta, non si adegua alla società spesso ipocrita nella quale viviamo. È un po’ un alieno tra di noi, l’ultimo mohicano che continua la sua vocazione qualsiasi sia la cerchia. Senza fare rumore, alla chetichella, segue la strada a modo suo, determinato senza cercare di piacere a tutti i costi. E così via, non solo nella sua vita personale ma anche nella sua vita d’artista.
La casa è immensa, non c’è rumore, non c’è nessuno che vive qui mi accorgo. Alla mia domanda ma non ti senti solo?
La sua voce si fa più bassa, lo sguardo più penetrante, si ferma un attimo. Sulle sue labbra un sorriso enigmatico si allunga, mi risponde semplicemente «mi voglio bene». E si fa silenzio.
Tirate voi le vostre conclusioni, la mia è che per essere onesto, gentleman, premuroso e disponibile bisogna vivere da soli. E’ l’unico modo per essere in pace.
La pace io l’ho trovato qui. Vicino a un artista dalla bellezza e dall’eleganza di un barbagianni che lascia planare un mistero attorno a lui, ma colpisce sempre quelli che lo incontrano.
“C’è un’eloquenza nel silenzio che penetra più di quanto la lingua possa fare…”
Gianni Lardieri è bravo anche in questo.
grazie! Gentilissimi
Un grande Gianni Lardieri