di GIANRAIMONDO FARINA
Per capire cosa sia ancora il Giorno del Ricordo, la vicenda drammatica delle foibe e dell’Esodo delle popolazioni giuliano-dalmate dalla Venezia Giulia e Dalmazia, è molto significativo, nel nostro piccolo, farsi un viaggio “social” fra i siti delle varie amministrazioni comunali o di alcuni dei sindaci. Nello specifico il nostro piccolo “iter” ha riguardato il Goceano. Terra dell’entroterra sardo, ingiustamente definita storicamente “marginale”, ma che è anche indice, purtroppo, di un declino economico cui alcune amministrazioni locali (alcune, non tutte) stanno cercando di sopperire. Parliamo del territorio, al momento, da tempo, fra i più poveri economicamente della Sardegna. Tutti gli indicatori ci dicono questo. Ed alla povertà economica segue ed è connessa quella culturale. La celebrazione del “Giorno del Ricordo”, nel suo piccolo, e’ sintomo di questo “stato delle cose”. Inserita con legge dello Stato nel 2004, rivalutata, ultimamente, da molti territori e comunità locali ,in quest’area della Sardegna centro-settentrionale sembra essersi “arenata”. Su nove paesi, se si fa un breve “excursus” nei vari siti istituzionali o personali dei sindaci, solo due, Burgos ed Esporlatu, hanno dimostrato questa sensibilità storica ed istituzionale. Il comune di Burgos, poi, lo fa nella pagina personale del sindaco Leonardo Tilocca, da sempre interessato ad ogni aspetto culturale e storico che riguarda la comunità, la più viva ed attenta del territorio. Per il resto, però, parliamo di un “deserto generalizzato”: anche quello che dovrebbe riguardare i “centri di cultura”, le “Pro loco” o le Biblioteche. Più propense a sponsorizzare altre iniziative folcloristiche di dubbia ricaduta economica che “aprire” ed informare le giovani generazioni di quanto avveniva nel martoriato confine orientale. Storia che, apparentemente lontana, invece, aveva coinvolto anche i sardi ed i goceanini, ivi operanti come civili e, soprattutto, personale militare e delle forze dell’ordine. Deserto generalizzato. In cui, peraltro, si dimentica come il Goceano abbia avuto, stando alle ultime ricerche sugli infoibati, quattro martiri che ricordiamo: Pietro Pais di Burgos, Pietro Masala di Nule, Giovanni Saba di Bultei ed Emilio Sanna di Bono. Senza tralasciare che Anela, nei primi anni Sessanta, ha avuto come maestra la grande Marisa Brugna, esule istriana e testimone diretta di questa drammatica storia che è stata cristallizzata nel suo immortale libro autobiografico “Memoria Negata” e che, come circolo Sardegna di Monza, abbiamo avuto l’onore di ospitare in più occasioni. Cosiccome ha fatto, in passato, lo stesso comune goceanino. Nell’ormai lontano 2004. Proprio in occasione dell’istituzione della Giornata del Ricordo. E grazie alla sensibilità istituzionale dell’allora Giunta Flore. La ” Memoria Negata”, nelle pagine finali, parla anche, significativamente, di Anela come prima destinazione del lungo e proficuo “viaggio professionale” della maestra di Orsera. Dopo aver raccontato i drammi, gli orrori e la vergogna patite da lei, dalla sua famiglia e dal suo popolo. Perché questo silenzio? Perché dimenticare ancora? Forse che si vorrebbe tornare a “negare” la memoria? Intanto facciamoci questo significativo ed “istruttivo” viaggio “istituzionale” in alcuni comuni del Goceano nel Giorno del Ricordo.