di STEFANIA CUCCU
C’è un artista che più di altri associo alla parola “origini”. Il suo nome è Franco Mascia, ragazzo dalle mille risorse e dalle mille passioni, nato a Tortolì (Nu) il 13 aprile 1965, cresciuto in Sardegna sino ai 50 anni, età nella quale si trasferisce in Inghilterra con la sua famiglia.
“Decidemmo con Grazia, mia moglie, e Simona, mia figlia, di provare ad abbandonare la nostra isola a forma di infradito quando ormai i miei anni avevano suonato 50 rintocchi. Per Londra avevamo un solo biglietto di andata e quando l’aereo raggiunse il cielo, guardai fuori dal finestrino; vedere l’isola che pian piano si allontanava fu drammatico! Ci trasferimmo a Londra e restammo lì per quasi un anno. Bellissimo posto, ma mancava un ingrediente fondamentale… il profumo della mia terra.”
Il successivo ritorno nell’isola è segnato dalla nostalgia verso la propria terra e le proprie “origini”.
“Un noto artista sardo, Alverio Cau, mi propose di tornare in Sardegna per fare spettacolo, accettai e tornammo.
Iniziammo la nostra nuova avventura; io mi divertivo a far ridere il pubblico.”
Ma è proprio attingendo alle sue “origini” che prenderà forma il suo nuovo linguaggio artistico, un linguaggio che trova le sue radici nell’infanzia di Franco e si trasforma e cresce come un grande progetto d’amore per la Sardegna.
“Ero di nuovo qui abbracciato dalla mia terra. Un legame che credo sia per me indissolubile. Forse per via del fatto che nasco in una famiglia dove mio nonno Ignazio era un agricoltore, lo divenne anche mio padre Mundoni (Raimondo) e mia madre Assunta, anche se babbo poi fece il panettiere. Da lì partirono le mie origini, il profumo della terra, la sua bellezza, i suoi colori, e forse proprio i colori della mia Sardegna fecero sì che io mi innamorassi dei suoi paesaggi, della sua cultura, delle sue usanze, tradizioni, e del popolo che lo abita. Forse da lì iniziò la mia voglia di rubare i colori a ciò che mi circondava e già da bimbo di 5 anni mi venne la voglia, e la fretta, di usare quei colori per dipingere qualsiasi superficie in grado di poterli ospitare. Crescendo, la mia curiosità mi portava a vivere il paese come un grande libro aperto e, per leggerlo, dovevo solo fare domande agli anziani e a quelli più grandi di me. In questo modo venivo a conoscenza dei vari aneddoti, della storia del mio paese che mi ispirava per i miei primi racconti a colori su tela. Il mio primo quadro a olio lo feci all’età di 14 anni, la cosa mi piacque tanto, e da lì non ho più smesso trasformando quella mia grande passione in professione, passando, successivamente, dalle tele ai muri.”
Ma la voglia di raccontare è talmente forte che i pennelli non bastano più. Nel ‘94 Franco entra a far parte della famiglia di Radio Sintony. La sua voce potente, versatile, calorosa, attrae e incanta…
“Incominciai a muovere i primi passi in radio all’età di 17 anni, e pian piano mi affascinava sempre di più l’idea di entrare con educazione nelle case dell’Ogliastra e tenere compagnia alle persone che ascoltavano la mia voce e la musica che selezionavo. Periodo fantastico. Iniziai a raccontare il calcio e a fare il doppiaggio di alcuni documentari per la TV più importante presente in Sardegna, Videolina. Nel ‘95 la parte meravigliosa della mia vita prese forma come una fotografia polaroid che tu vedi pian piano palesarsi. Io e Grazia ci sposammo e dopo alcuni mesi nacque Simona, la nostra prima e unica figlia.”
Anni di lavoro duro e ricerca di nuove opportunità portano Franco a decidere di cambiare rotta e nel 2015 si trova a Londra. Ma il richiamo della sua terra è molto forte e nel 2016 decide di rientrare con un contratto come speaker radiofonico…Franco disegna e sogna: sogna nuove forme con cui comunicare l’amore per la vita, l’amore per la Sardegna.
“Dipingevo e facevo radio, ma questa mia voglia di dover comunicare le mie emozioni e miei sentimenti cresceva sempre di più. Un giorno mi trovai a ragionare sul tema della violenza sulle donne. Guardavo la TV e al TG sentii dell’ennesimo femminicidio. Lì scattò qualcosa in me e sceneggiai lo spot contro la violenza sulle donne diretto da Massimo Sulis. Fu in quella occasione del 2019 che conobbi Katia Corda, attrice fantastica. Il nostro rapporto d’amicizia e professionale si rafforzò. Lavorai a stretto contatto con Katia passando ore al telefono; mi insegnò a recitare, e la cosa mi piacque tanto al punto che scrissi il mio primo mediometraggio dal nome ‘Fragheterra’.”
L’intento del mediometraggio è quello di smontare uno ad uno tutti gli stereotipi che vengono affibbiati ai sardi da chi non li conosce affatto.
“Speriamo, con questo lavoro, di toccare il cuore di tutti i sardi ma anche di coloro che avranno la fortuna di visitare questa meravigliosa terra che è la Sardegna.”
Dietro la cinepresa di “Fragheterra” c’è il direttore di fotografia Antonio Cauterucci. Accanto a Mascia, che interpreta anche il ruolo maschile principale, Katia Corda, regista di Fragheterra, e gli attori Valentina Sulas e Carmelo Bacchetta. Il film viene realizzato nel 2019, apprezzato e premiato all’International Film festival Vesuvius di Napoli come miglior film e miglior regia femminile.
“Premio che mi emozionò tanto perché a vincere la statuetta come miglior regia fu proprio una donna e, in particolare, la mia cara amica Katia Corda.”
La nostra Isola, al contrario di quanto si pensa, incuriosisce molto, fuori dai suoi confini, proprio perché in realtà è poco conosciuta. Per questo, quando si parla di Sardegna, fuori dall’Isola, si impiegano per lo più luoghi comuni e narrazioni di comodo. Raccontare una storia che valorizza il popolo sardo e la Sardegna, come terra da amare e rispettare questo è l’intento di “Fragheterra”.
“Abbiamo una storia bella, interessante e importante, diversa da tutto il resto dell’Italia, che dovrebbe essere onorata, conosciuta per ricordare che i sardi hanno un senso all’interno dell’umanità e non sono degli esseri bucolici, usciti dal tempo per servire gli avventori degli alberghi sulle coste. Abbiamo anche quei servizi perché ci piace condividere la nostra terra e perché le pecore non ci bastano. Siamo anche noi nel XXI secolo e giochiamo alla play station. Vinciamoli una volta per tutte questi assurdi pregiudizi! Abbiamo delle donne bellissime. È vero. Ma come lo sono tutte quelle italiane, e lo sappiamo tutti. Quindi ci vengano risparmiate queste ovvietà: ci sono come dappertutto. Infine, noi siamo prima di tutto una terra e non solo un pezzo di mare. C’è gente che ha visto il mare dopo anni e anni trascorsi sui monti o sulle colline. Il sardo ha imparato a fidarsi del mare da poco, perciò è vero che la Sardegna ha tante belle spiagge e tante coste pulite e splendenti, ma è prima di tutto una terra grande e complessa, la cui conoscenza dovrebbe eccedere i tratti bagnati dal mediterraneo.”
Da qui un altro cassetto si apre, e Franco viene chiamato a recitare in un nuovo film, diretto da Tiziano Pillittu.
“Avrò il grande onore di vestire i panni del Beato Fra Nicola da Gesturi…un bellissimo regalo che la vita mi ha concesso!
Ma la vita è un’eterna sorpresa! E in attesa del prossimo dono, io continuo a dipingere. Sto realizzando il murale più lungo del mondo! Questo non fa di certo di me un pittore migliore di altri; ho solo avuto la grande fortuna di incontrare un muro di 432 metri di lunghezza e in fondo, credo che i complimenti andrebbero fatti ai muratori che lo costruirono tantissimi anni fa!”
Pittore, scrittore, attore, sceneggiatore… speaker radiofonico, di Franco Mascia si potrebbero raccontare tante cose, ma tutte unite da un unico comune denominatore: valorizzare la Sardegna oltre i confini regionali e nazionali…mettendoci tutto sé stesso.
“Talvolta mi incuriosisce pensare a quale altro cassetto della mia testa si aprirà, lo faccio perché vedo la vita come un grande laboratorio e a me piace tanto farne parte. D’altronde se si prende lo strumento più sofisticato del mondo, lo si apre e gli si toglie la vite più piccola che ha, quell’oggetto smetterà di funzionare. Questa è la prova che tutti abbiamo un ruolo importante nel mondo. E a me piace molto essere quella piccola vite.”
Tratto da “Figli di Sardegna, racconti di vita II”
Articolo fantastico! Grazie a Stefania Cuccu per averci fatto conoscere meglio un vero artista come Franco Mascia! Sono davvero felice di essergli amica e compagna di avventure artistiche!