IL RE DEI GIARDINETTI PUBBLICI: LA CREATIVITA’ DI MINO MEREU, UNA VITA IN MUSICA

Mino Mereu

di CHRISTINE LAURET

Dai giardini pubblici di Oristano al palcoscenico di “The last week”, Mino Mereu (alias Giuda nella stessa opera rock) ha percorso una strada sicuramente non tutta diritta e già tracciata.

Mino Mereu, l’intramontabile icona del gruppo Rock Tales, continua ad accompagnare la nostra vita in musica, sorriso ed entusiasmo come bandiera. Un incontro generoso dal buon umore contagioso.

Non è tanto il suo sorriso che mi colpisce, è la sua fossetta che gli dà lo charme di un simpatico bambino monello che vorresti sgridare, ma riesci solo ad abbracciare. Voce adolescente, potente, squillante, un po’ nasale, Mino è di quei cantanti che ci permette di attraversare gli anni senza far invecchiare i nostri cuori.

Parla molto, si entusiasma ancor di più e ride il triplo del necessario. Ha l’anima leggera di un eterno ragazzino che non si prende sul serio. Ha un po’ della spensieratezza di quelli che hanno avuto un’infanzia felice e continuano a vedere la vita come un gioco in cui si vince sempre.

Da bambino ha passato tanto tempo a giocare sui cumuli di terra nel giardino pubblico di via Repubblica a Oristano. Con la spada di legno in mano (disegnata da lui stesso), andava all’assalto delle colline di terra recitando il ruolo di Conan il barbaro e fantasticando sul suo mondo immaginario. Il re dei giardini pubblici è nato là. La sua sete di creatività, di libertà, di fantasia poteva fiorire senza limiti grazie alla fiducia dei suoi genitori che hanno sempre lasciato che potesse vivere serenamente le sue avventure.

È sicuramente rimasto legato fortemente alla sua parte di vita  infantile, ai ricordi di quel mondo bello e alla benevolenza del bambino di allora.

La musica gli viene naturale: ascoltava allora passivamente la musica che piaceva a suo fratello maggiore con cui condivideva la stessa camera. Guardava i cartoni animati e cantava a squarciagola tutte le canzoni degli stessi per i suoi amici o semplicemente da solo mentre giocava. Forse si è reso conto allora di avere una voce potente e giusta. Canta in chiesa, non per convinzione religiosa ma per il piacere di sentire la sua voce. Canta in bicicletta. Canta per gli amici… Cantare per lui fa parte del gioco. Fa parte del suo mondo magico.

Vi ricordate Elliot sulla bicicletta nel film E.T? Mino viveva la sua vita di ragazzino allo stesso modo.

Quando l’ascolto mi sembra vedere ancora questo “Elliot” che sonnecchia in lui. Tutto è bello, il suo entusiasmo è comunicativo, le sue convinzioni anche.

A 16 anni nonostante avesse ricevuto il lancio di sigarette accese da parte del pubblico irritato, in una piazza di Oristano durante un concerto, continua a cantare. Non gli interessa cosa pensano gli altri, lui è convinto, sa cio’ che vuole e persiste. È come un giovane a cui dite di no e, testardamente, decide di continuare, di andare avanti lo stesso, contro venti e maree.

Ha avuto ragione.

Avere fede in se stesso e mantenere un’anima di bambino è essenziale.

Mino è un esempio per i ragazzi di oggi. Pieno di dubbi, ma sicuro di essere sulla strada giusta. È questa dualità che fa di lui un personaggio contemporaneamente carismatico e umile.

Trasmette la sua gioia, la sua passione, la sua fede a tutti.

Io l’ho visto per la prima volta nel ruolo di Giuda sul palcoscenico. Non lo conoscevo allora. Appena intona le prime note, ne resto incantata. Trasportata non solo dalla sua voce squillante ma anche o soprattutto dalla sua presenza, dal suo carisma, da questa “piccola cosa” che fa la differenza. In poche parole posso dire che Mino illuminava la scena…

Lo ritrovo seduto sul divano davanti a me qualche settimana dopo. Senza costume di scena, nei panni comuni, nel ruolo di Mino Mereu, quello che recita nella sua vita quotidiana. Qualcosa è cambiato?

Assolutamente no.

La fiamma che scintilla nei suoi occhi dimostra il suo carattere estroverso, cordiale, un po’ esuberante. La voce nella quale si può cogliere il sorriso anche con gli occhi chiusi, è penetrante. Le parole si affollano, passa da un argomento all’altro, si diverte a raccontare gli episodi della sua vita. Si commuove, passa dalle risate alle lacrime in men che non si dica. In una parola: è vivo! Arriva, crea l’atmosfera, riempie la stanza della sua energia, ti trascina nel suo vortice e quando se ne va prendi coscienza del vuoto che rimane…

Il successo è passare di fallimento in fallimento senza perdere il tuo entusiasmo

Mino ha trasformato il suo sogno segreto: diventare un cantante, in realtà. Ha lavorato duro, ha provato tanto, si è fatto criticare molto, ha percorso il pianeta dagli Stati Uniti alle Maldive, dall’Egitto alla Germania, nessun posto era troppo lontano per cantare, nessuna esperienza inutile. Ha avuto anche lui il famoso “american dream”, per cui si è fermato qualche mese in California, si è confrontato con gli artisti di Hollywood ed è stato apprezzato. Ma il ritorno a casa gli ha fatto capire che nulla poteva rimpiazzare la sua terra natale, la natura, il volo dei fenicotteri. Parcheggia il suo sogno americano e si dedica alla musica. Canta, compone, disegna, crea anche l’illustrazione della pagina centrale del libretto all’interno del suo Album. È un periodo in cui prende tutto quello che trova e diventa un “prostituto” dell’offerta musicale (non certo nel senso dispregiativo del termine). Canta con tutti i gruppi prima di fermarsi con il Rock Tales con cui si produce da 9 anni.  

“Le regole sono utili al talento e nocive al genio”

Nella vita di Mino non esistono regole, è un elettrone libero, fa quello che gli sembra giusto, quando gli piace e preferisce scegliere i suoi momenti sui social ma non essere dipendente da loro. Libertà è il suo slogan, la sua filosofia di vita.

Non pensate che faccia cose strane nel frattempo… no, anche se dice di non avere regole, io lo trovo abbastanza abitudinario, a volte agisce come quelle persone anziane che non vogliono essere disturbate nelle loro quotidianità. Infatti, la sua routine è fare colazione al bar da solo e leggere il suo giornale. Tempo per se, tempo per armonizzarsi, per ricentrarsi prima di far fronte alla giornata.

Una dualità tra pace e passione, tra ragazzino e vecchietto ma anche tra pigrizia e impegno, tra alti e bassi…

Lui si definisce quasi “bipolare”, io direi che in Mino coabitano due personaggi, uno socievole e l’altro emotivo che vive al ritmo dei suoi bisogni. Ma i due personaggi sono abitati dallo stesso folletto: il re dei giardini che puo’ spuntare ad ogni momento e mettere un pò di allucinazioni nelle nostre vite.

«Non cercare rifugio da un’altra parte, sii un’isola per te stesso» 

Avere alti e bassi non è una sfortuna, sono in questi momenti che la creatività si sveglia, che l’artista crea, Mino l’ha capito, ha trovato il suo equilibrio, il suo rifugio…

https://wordsanddreams.com/

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