di DANIELA PUDDU
Scrivo ora, all’indomani dall’emozione ancora molto viva dell’avere per la prima volta tra le mani un libro di poesie a cui tengo tantissimo. Un anno fa circa, questi versi vincevano il Premio Casinò di Sanremo Antonio Semeria 2021, in coincidenza con l’inizio di un periodo per me molto difficile. Avevo riversato in quei componimenti il tempo che mi preparavo ad affrontare come se tutto fosse già stato vissuto, cercando di abituarmi a un addio che i giorni avrebbero portato ad avverarsi di lì a poco. Il sonno sia clemente, mi dicevo, e questo è diventato il titolo della raccolta. È un libro blu, come certe malinconie, come le notti rischiarate da un lumino di speranza, blu come i mattini freddi d’inverno. Ma è anche un libro verde, come le distese dei prati di inizio estate che regalano dolcezza e quiete, e come il verde dolce di quegli occhi che ho tatuati nel cuore.
C’è dentro l’amore per la poesia e per i fili che ci legano a chi amiamo, c’è la preghiera, perché il dolore sia anche cura, c’è il lasciare andare e la ricerca comunque della bellezza della vita.
Il mio grazie infinito alla cara Maria Rosaria Valentini che ha letto anche tra i miei spazi bianchi, regalandomi parole preziose di luce, grazie al mio amico Salvo Rivolo che, qualche anno fa, mi regalò una sua opera come una profezia e che ora impreziosisce la copertina del libro, e grazie all’editore De Ferrari per avermi dato fiducia.
Infine, un grazie d’amore a chi oggi non c’è più e che respira comunque tra queste pagine. Mio padre, mio infinito.