di LUCIA BECCHERE
Al teatro Eliseo, nell’ambito dell’evento speciale del 15 promosso a Nuoro da ScienzaSocietàScienza, Associazione che promuove la divulgazione della scienza, finalizzata a sensibilizzare i giovani allo studio delle discipline scientifiche, sono intervenuti Giovanni Giobbe e Anna Bassu, due giovani eccellenze di Oliena. Il primo impegnato nella ricerca, la seconda nel settore energetico. Il ricercatore e la menager hanno dialogato con gli studenti delle scuole cittadine sulla loro esperienza lavorativa e sugli impegni di un lavoro non sempre facile.
Giovanni Giobbe, 36 anni, per tre anni studente al liceo scientifico di Nuoro e due a Duino con laurea in biotecnologia a Padova, vincitore di una borsa di studio per il dottorato in biologia e medicina della rigenerazione, da 6 anni lavora presso il prestigioso ospedale pediatrico nella University College London (UCL), sulla rigenerazione di tessuti per trapianti in pazienti pediatrici con patologie degenerative, con particolare attenzione agli esiti del Covid sul sistema gastrointestinale dei bambini. E’ autore di numerosissimi articoli pubblicati in autorevoli riviste scientifiche.
“Quando per la prima volta ho visitato un laboratorio di ricerca – ha raccontato -, ho provato stupore. Entrare a far parte di un mondo dove ogni giorno affronti una nuova sfida, è alquanto quanto stimolante perché bisogna creare idee, generare nuova scienza e nuova conoscenza”.
Perché i giovani dovrebbero impegnarsi nella ricerca? “Il mondo della ricerca è talmente dinamico che necessita sempre di nuove idee, di menti fresche e altamente motivate. In laboratorio, il lavoro manuale viene svolto perlopiù da giovani di 25/30, dopo si diventa dei manager, quindi si ha bisogno di un continuo ricambio generazionale”.
Cosa manca nel campo della ricerca? “In Italia la cultura universitaria dovrebbe diventare un po’ più aziendale, garantire posti di lavoro perché la borsa di studio non è un posto di lavoro. Il mondo universitario comporta privazioni e il lavoro in sé e per sé non è largamente retribuito e appagante. Fare ricercanon può essere soltanto vocazione”.
Quando conta di rientrare? “A Londra ho ancora modo di esprimere me stesso perché la UCL offre parecchi stimoli lavorativi, di collaborazione e di idee. Certo in futuro conto di poter rientrare”.
Anna Bassu 33 anni, maturità scientifica conseguita al Fermi di Nuoro e laurea in ingegneria energetica e nucleare al politecnico di Torino. Dopo un breve periodo lavorativo negli impianti idroelettrici di Sondrio in Valtellina, è stata nominata responsabile della centrale del Coghinas nel nord Sardegna. La prima volta che ENEL nominava una donna ai vertici della sua Azienda. Due anni dopo viene trasferita nella centrale idroelettrica dell’isola Serafini sul Po. Attualmente, lasciate le centrali idroelettriche, è responsabile della gestione e della pianificazione nell’ambito della manutenzione centralizzata degli impianti a ciclo combinato della filiera gas in tutta Italia.
“Ho dei referenti nei vari impianti – ha spiegato Anna Bassu – e da Roma ma mi sposto nelle varie centrali a gas. Lavoro questo molto interessante che richiede soluzioni in tempi rapidi”.
Quali sono le sue aspettative per il futuro? “Trovare una situazione lavorativa che mi gratifichi ma che allo stesso tempo mi consenta di trovare spazi per la mia vita privata. Mi manca la famiglia e il profumo della mia terra, tuttavia per il momento intendo portare avanti questa grande opportunità di crescita che mi vede operativa in tutta Italia”.