DALLE PRIME LEZIONI DI CANTO AL CONSERVATORIO DI MILANO: PER CHIARA TEGAS, QUANDO LA MUSICA E’ UNA TERAPIA DELL’ANIMA

Chiara Tegas

di FEDERICA CABRAS

. «In questo mondo così affascinante che è la musica scopri e affronti te stesso, trasformando teneri germogli in rami resistenti al vento. È una dimensione unica, è una vera e propria terapia dell’anima nella quale potersi rifugiare per vincere le incertezze della vita e lasciarsi trasportare dalle sue possenti ali in una felice deriva.»

Quando hai una passione che ti scorre nelle vene, forte e prorompente, puoi anche provare a ignorarla, puoi metterla in un angolo per un po’, puoi persino convincerti – sebbene sia una convinzione vuota, poco stabile – che non sia così importante, così vivida e intensa, così violenta, ma prima o poi… be’, prima o poi chiede il suo spazio. Questo è quello che è successo all’ormai ventunenne baunese Chiara Tegas, ora al Conservatorio di Milano per studiare canto, la sua vocazione.

Ma, come lei stessa sottolinea, non sempre i piani vanno come dovrebbero e il suo percorso per arrivare dove è ora è stato colmo di ostacoli. Facciamo un passo indietro nel tempo.

«Quando nasci appassionata e, allo stesso tempo timida, il mondo è tutto un programma» dice la ventunenne. «Ho sempre amato la musica, ma dall’amarla ad avere la possibilità di praticarla c’è davvero un abisso.»

Nascere in una casa dove si respira musica aiuta la piccola Chiara a sentirsi parte di quel mondo fatto di note e bellezza. Il padre, nonostante la carriera lo porti poi in una strada diversa, suona la fisarmonica e non rinuncia mai a questo amore, insegnandolo anche ai figli.

«Ho iniziato a suonare quando avevo 10 anni, grazie a un’iniziativa della Scuola Civica di Tortolì che aveva attivato un corso di pianoforte a Baunei. L’esperienza è stata il trampolino di lancio della mia passione. Non mi bastava certo suonare un’ora alla settimana, volevo di più. Purtroppo, il corso non ebbe lunga vita e fu interrotto quasi subito. Questo non aveva però scalfito quel mio desiderio costante di poter continuare a suonare.»

Ma qualche anno dopo una nuova occasione dà alla ragazza il modo di continuare a coltivare questo suo talento. Quando la Scuola Civica riparte, lei – che è alle scuole medie – sceglie un altro ramo: «Avevo sempre cantato in casa, oppure con qualche amica, talvolta ai festival organizzati nel paese.»

Dopo i due anni di corso, però, gli impegni scolastici portano Chiara a scegliere di accantonare tutto il resto per un po’: si iscrive al Liceo Classico e le sue giornate son fatte di libri, pagine fitte e materie varie. «Se concedevo tempo alla musica, non ne restava per lo studio del giorno.»

Prende lezioni di pianoforte in privato ma quelle due ore al mese non la appagano: vuole di più, eppure è consapevole del fatto che più suona, più quella voglia si fa intensa. Quindi cerca di farlo sempre meno, quasi per rendere quel bisogno lieve. «Mi svegliavo presto e andavo a scuola, rientravo, mangiavo, studiavo, dormivo e ricominciava di nuovo tutto daccapo. I risultati non mi appagavano pienamente, avevo un costante senso di insoddisfazione e mi chiedevo cosa mancasse davvero alla mia vita e quale fosse invece il senso di dover spendere ogni mia energia in qualcosa che mi impegnava così assiduamente.»

È una necessità, forte e insopportabile, e mettendola da parte Chiara Tegas non si sente completa.

«Non rinnego certo di aver dedicato tanto tempo allo studio, piuttosto, rimpiango di non aver lasciato contemporaneamente spazio anche alle mie passioni.»

Poi, la svolta. «Partii per il mio indimenticabile anno scolastico all’estero, più precisamente in Scozia. Fu per me una piacevole sorpresa scoprire che alcune materie potevano essere selezionate “a scelta”, ma tutte avevano comunque lo stesso peso specifico. Rimasi meravigliata e, allo stesso tempo, confusa: avevo sempre creduto che sport e materie artistiche appartenessero a una categoria “inferiore” a livello d’importanza. Inutile dire che, con aule musica a disposizione e due ore giornaliere di lezioni di canto e pianoforte, riscoprii ben presto quel mondo che avevo trascurato a malincuore, “per il mio bene”, almeno così credevo. Vincendo la mia timidezza, mi sono esibita a eventi pubblici e privati attraverso le proposte della scuola mentre, nelle pause pranzo, suonavo per divertimento con i miei compagni. Per me socializzare, sino a quel momento, era stato un po’ difficile, ma la musica era finalmente in grado di farmi vincere ogni paura. Dovevo solo mettermi in gioco, fare quel passo difficile. Ma ne sarebbe valsa la pena.»

Quando torna a Baunei, è piena di aspettative, di voglia di fare e ha una certezza: lei quella passione la vuole coltivare, vuole innaffiarla giorno dopo giorno, rincorrerla e raggiungerla.

«Purtroppo, come talvolta succede nella vita, i piani non sempre vanno come ci si aspetta.»

Nuovamente, le circostanze della vita si mettono in mezzo, questa volta – ahimè – con più vigore.

«Nemmeno un mese dopo il mio ritorno, ho iniziato ad avere ansia e attacchi di panico. Poche settimane per ritrovarmi catapultata in un vortice spaventoso. Non ci sono parole per descrivere cosa si prova. Ma ricordo perfettamente quanto fosse doloroso non essere più capace di fare nemmeno le piccole cose, da una semplice doccia, al piacere di sederti nel giardino di casa.»

L’impressione è che qualcuno si prenda gioco di lei: «Una ragazza senza confini, appena tornata dalla sua bella esperienza all’estero, adesso rinchiusa nell’oblio della sua camera. Dall’indipendenza totale a un crollo verticale dentro un pozzo senza fondo.»

È ormai arrivata alla quinta liceo ma per via di questo crollo non riesce a frequentare le prime settimane e a quel punto accade un miracolo: è proprio la musica a salvarla e a riportarla sulla retta via, maestra instancabile di insegnamenti importanti. «Nello sconforto, trovai una soluzione: postare un video musicale. Non doveva essere qualcosa di troppo lungo, bastava poco, quel poco per dire “non mi vedete ma ci sono!”. Lovely, Billie Eilish, quattro accordi all’ukulele, la scala di casa col suo piacevole riverbero e lasciai andare la voce. Postai il video sul mio account Instagram; a malapena un minuto di video molto semplice, ma quello che venne dopo mi lasciò stupita. Tanti amici e conoscenti mi scrissero, chiedendomi il perché di questa passione “nascosta”, se avevo miei pezzi, come mai non cantavo.»

Tante sono le emozioni che si risvegliano e Chiara si sente di nuovo viva. «Avevo sempre pensato che cantare mi avrebbe fatto stare bene, ma non mi aspettavo che avrei potuto trovare così tanti consensi negli altri e che la musica potesse diventare un ponte tra i nostri “mondi ideali”, se così li possiamo chiamare. Iniziai a pubblicare video su YouTube nel canale @TOWChiaraSings e, nel mio piccolo (piccolissimo!) ho iniziato a costruire il mio spazio felice.»

Altra tappa fondamentale della sua vita arriva con il diploma: è ora che prende coraggio e decide che il canto non deve essere solo un hobby, ma può diventare il suo lavoro. «Avevo appena concluso un semestre del primo anno in Psicologia presso l’Università di Trento. Nella mia mente però c’era solamente un obiettivo: il Conservatorio. La possibilità si concretizzò quando, dopo aver superato le selezioni per l’ammissione ai Corsi regolari, ho iniziato gli studi presso il Conservatorio G. Verdi di Milano: una gioia indescrivibile, una esperienza che ogni giorno mi emoziona e mi rende estremamente felice.»

Finalmente Chiara Tegas ha la vita che vuole, coronata di note, di musica e di duro lavoro che sembra più leggero perché conduce a un obiettivo cui la giovane ambisce da sempre. «Un sogno davvero speciale, per me ancor di più, se penso che il massimo che ho sempre potuto avere è stata qualche sporadica lezione qua e là, senza mai poter coltivare un vero e proprio amore verso una lingua così universale e meravigliosa quale è la musica. Ho avuto occasione di confrontarmi in sede d’esame con alcuni tra i miei docenti riguardo pezzi inediti, alcuni scritti grazie agli stimoli proposti dal conservatorio, altri scritti durante gli anni passati e elaborati solo adesso, tutti brani che spero un giorno possano soddisfarmi abbastanza da poterli condividere con tutti. Sapere di avere un appoggio durante la scoperta dell’artista che c’è e cresce ogni giorno in noi è fondamentale. Stare insieme a tanti musicisti (e grandissimi amici) vuol dire vivere le giornate senza sentire il peso del lavoro, nonostante le mille difficoltà che lo studio possa mostrarti, quando c’è un obiettivo comune da raggiungere: il piacere di fare e ascoltare musica.»

Ma non solo. «Ho recentemente avuto la possibilità di esibirmi per alcune serate di piano bar in alcuni locali e in occasione della serata organizzata dalla Pro Loco di Baunei “Musica e poesia sotto le stelle”. Sono tutte esperienze che mi riempiono di soddisfazione, per quanto possano sembrare semplici parti del percorso di un aspirante musicista. Per me sono tappe fondamentali, da tutti i punti di vista, che aiutano ad imparare ad affrontare l’emozione e la consapevolezza che in un preciso momento l’attenzione sia rivolta su di te e su quello che stai proponendo al tuo pubblico. Baunei ha sicuramente tanto rispetto a molti paesi sardi dal punto di vista musicale, pensando anche solo ai due cori polifonici che si sono andati a formare a partire dagli anni Duemila, il coro maschile “Montesantu” e il coro femminile “Su Circannueu”. Spero che col tempo l’interesse musicale possa anche spostarsi all’interno dei locali, o che possano esserci degli spazi dedicati dove poter trascorrere le serate ad ascoltare, e perché no, a partecipare attivamente a semplici jam musicali, occasione di confronto per tutti gli amanti della musica.»

Si dice che impegno, tenacia e passione possano salvare il mondo ed è per questo che si ha bisogno di storie come questa: perché non importa quanti ostacoli la vita metta davanti, alla fine, se si crede fortemente in qualcosa che bolle nel proprio stomaco, la forza di saltarli si deve trovare. Per vivere meglio, certo, ma anche per distribuire bellezza al mondo.

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