PRESENTATO AL “LOGUDORO” IL VOLUME SULLA STORIA DELLA FAMIGLIA EBREA DEGLI ALT, VITTIMA A PAVIA DELLE PERSECUZIONI RAZZIALI DEL FASCISMO

da sinistra: Gina Pisano, Paola Pisano, Lucio Casali

di SALVATORE MAMELI

Nel pomeriggio di domenica 6 novembre, presso la sede sociale, il Circolo culturale “Logudoro” di Pavia ha organizzato la presentazione del volume “Storia di una famiglia ebrea residente a Pavia durante il fascismo” di cui sono autrici Paola Pisano (presidente del sodalizio sardo e componente del Comitato Esecutivo della FASI, Federazione delle Associazioni Sarde in Italia) e la sorella Gina, appassionate ricercatrici storiche sull’olocausto e sulla persecuzione degli ebrei sotto il nazi-fascismo.

La famiglia Alt, trasferitasi da Trieste a Pavia nel 1935 per ragioni di studio del loro unico figlio Bruno, iscritto all’università pavese, era di religione ebraica con condizioni sociali del ceto medio impiegatizio: il capofamiglia Giovanni Alt era funzionario di una società di assicurazioni belga, spesso in giro per l’Europa; la moglie, Carolina Tolentino, era casalinga; Bruno, conseguita  con lode la laurea in Medicina, si iscrisse al corso di specializzazione di Patologia medica nella clinica dell’ospedale San Matteo.

In seguito alle leggi razziali promulgate dal fascismo nel 1938, per la famiglia degli Alt ci furono conseguenze tragiche: fu travolta anch’essa dalle conseguenze dell’adesione del fascismo alla dottrina della “difesa della razza ariana” propagandata da Hitler e dai suoi accoliti.

Il giovane Bruno, in quanto ebreo, mandato via dalla clinica dell’ospedale di San Matteo, subì una grave crisi depressiva e morì, si suppone, per un gesto suicida.

Successivamente, Giovanni e Carolina furono arrestati e trasferiti nel carcere di San Vittore a Milano, dove vennero divisi definitivamente.

Giovanni fu deportato in un lager nazista. Si ipotizza che sia stato avviato alla camera a gas lo stesso giorno di arrivo, giacché non si avranno più sue notizie. Carolina, anche se un referto del medico dell’ospedale in cui fu ricoverata ne aveva sconsigliato il trasporto, venne trasferita in un centro di raccolta a Bolzano, approntato per gli ebrei destinati ai campi di sterminio in Germania, ma la sconfitta del nazismo la salvò.

Ha coordinato lo svolgimento dell’iniziativa pavese il professor Lucio Casali, componente del Direttivo del “Logudoro”, che si è soffermato sulla complessità delle ricerche operate dalle sorelle Pisano e sull’importanza dello studio storico sulla sventurata sorte della famiglia Alt inquadrata nell’ambito delle vicende che colpirono a morte tutte le comunità ebraiche in Europa.

Nei loro interventi le autrici del volume hanno illustrato le fasi dell’approfondito lavoro svolto.  Paola e Gina Pisano hanno sempre affiancato alla loro attività professionale e ai loro impegni nel campo del volontariato sociale una frequentazione assidua degli archivi locali alla ricerca dei documenti sulla provincia di Pavia relativi alla persecuzione degli ebrei e dei dissidenti antifascisti e sui riflessi a Pavia e nel suo territorio dei fatti nazionali tra la fine del regime fascista, la Liberazione dal nazifascismo e la ripresa della vita democratica assicurata dalla Repubblica e dalla sua Costituzione. Con i materiali “disseppelliti” su questi argomenti negli archivi comunali, della prefettura e della questura di Pavia, Paola e Gina hanno allestito importanti mostre che sono state apprezzate dalla cittadinanza e dalle istituzioni scolastiche per la loro valenza informativa ed educativa. Anche il volume sugli Alt (curato per la parte grafica e per l’impaginazione da Paolo Pulina, vicepresidente vicario del “Logudoro”) trae origine da una mostra documentaria allestita presso i locali del Circolo per la Giornata della Memoria nel gennaio 2020.

Il volume ha offerto lo stimolo per una riflessione su quello che ha significato la pratica della violenza per motivazioni razziali operata dai criminali nazisti e fascisti. Questo libro ci invita a non dimenticare queste responsabilità anti-umane e a vigilare perché non mettano mai più radici!

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