di LUCIA BECCHERE
Editorialista della Nuova Sardegna dal 2018, vincitrice del premio nazionale di letteratura e giornalismo Alghero donna 2019 e del Premio Letterario Grazia Deledda 2020 col romanzo La cercatrice di corallo, Vanessa Roggeri, laurea in relazioni internazionali, è anche imprenditrice nel settore dell’edilizia. “Fronteggiare il mondo dell’edilizia – ha detto – mi aiuta ad affrontare quello non meno difficile dell’editoria. Da una parte si costruisce con i mattoni, dall’altra con le parole, tuttavia il metodo assunto è lo stesso: si parte sempre dalle fondamenta e si costruiscono muri solidi per arrivare al tetto. Quindi cerco di traslarle tutte queste metafore in quella che è una realtà fatta di carta dove i lettori nelle mie storie ritrovano anche la mia essenza”.
La passione per la scrittura nasce in lei fin dall’adolescenza come rifugio dalle difficili situazioni familiari, lutti, problemi economici e difficoltà a relazionarsi con i propri coetanei. “I libri mi davano forza e curavano l’anima – ha affermato -. Scrivere storie era quello che volevo. E’ stata mia nonna, con la quale avevo un rapporto stretto, a sviluppare in me il racconto. Le sue storie mi hanno aiutato a idealizzare e interiorizzare una Sardegna d’altri tempi, una terra molto povera”.
Il cuore selvatico del ginepro parla delle cogas (streghe). La serie di Ianetta, ritenuta da tutti portatrice del male: “Ianetta è sempre stata dentro di me una presenza trascinante – ha proseguito – e voleva essere raccontata. In un concorso nazionale indetto dal gruppo editoriale di cui fa parte la Garzanti, ha sbaragliato 1200 romanzi”.
Le protagoniste nascono in un periodo sfavorevole alle donne (fine 800 primi 900), tuttavia riescono ad emanciparsi, dimostrando come i punti deboli in realtà sono punti di forza e le diversità sono unicità che ci distinguono dalla massa.
Il libro Fiore di fulmine parla dei bide mortos,persone che vedono i morti loro malgrado. Tutto un vivere sotterraneo pullula sotto la superficie dove leggende e superstizioni si snodano in una cornice di arcaicità e tanto affascinano e animano quel mondo del folclore ancora vivo in Sardegna.
Succede che il protagonista risvegliandosi dal coma, non riconosce la famiglia ma ricorda qualcosa che non gli appartiene e non ha vissuto fino a quel momento. Sono le cosiddette reminiscenze di un passato molto remoto (Il battito dei ricordi). La scrittrice riflette su tutte le tematiche che vanno dalla reincarnazione, alla possibilità di rinascere e di ricordare, fino all’arte e ai disagi fisici. “Non mi sono inventata niente – ha precisato la Roggeri –. Ho studiato tanto per dare ad un tema molto aleatorio una base concreta, quasi scientifica”.
Nelle storie confluiscono i suoi interessi culturali, archeologia e paleontologia comprese. Tutto ciò che arriva dal passato è intriso di quel fascino dato dalle ombre di ciò che non abbiamo vissuto, mentre la realtà odierna, avvolta da una luce accecante, non concede margini per l’introspezione e tutto viene messo in piazza sotto un grande riflettore. ”Il mistero dell’uomo mi ha sempre affascinato fin da bambina – ha confessato -, e quelle zone d’ombra io le riempio di personaggi a cui attribuisco grandi passioni, altre verità e altre credenze.”.
Vanessa nutre il desiderio di vedere al cinema uno dei suoi racconti. “Ho sempre avuto una forte passione per il grande schermo – ha ammesso – e vedere i miei personaggi interpretati da attori talentuosi, sarebbe come dare forma artistica alle mie storie”.
per gentile concessione de https://www.ortobene.net/