Cagliari-Sampdoria, 27 settembre, stagione 1964/65, primo campionato dei rossoblù in Serie A.
Gigi Riva ha la maglia numero 11, Tonino Congiu la numero 7.
Per Riva, non ancora Rombo di Tuono, è la terza presenza nella massima serie, per Congiu è la prima. E sarà anche l’ultima. Ma prima del bomber (e anche per molte giornate del primo campionato di Riva in rossoblù l’anno prima in B) la maglia numero 11 era proprio di Congiu, cagliaritano e idolo dei cagliaritani, protagonista non solo della storica promozione in A, ma anche del salto dalla C alla B.
E si chiama proprio “La mia maglia numero undici”, l’autobiografia di Tonino Congiu, scritta insieme al giornalista Marco Zucca (casa editrice GIA). “Un sogno che si realizza – ha detto l’ex calciatore durante la presentazione del volume – mai avrei mai pensato di poter pubblicare la mia storia. Desidero ringraziare tutti coloro che hanno partecipato e tutti i tifosi rossoblù, verso i quali nutro un sentimento di vero amore. Spero, in tutti gli anni che ho dedicato alla mia squadra del cuore, di poter essere stato un esempio”.
Congiu è il giocatore che cede la maglia numero undici a quello che diventerà il bomber dello scudetto. Vero per le statistiche.
Ma anche la 11 di Congiu ha una sua storia. Ed è anche quella una storia decisiva per le vicende del Cagliari. Rivalità? Allora funzionava così: in B, nel 62-63 o giocava uno o giocava l’altro. Anche i tifosi divisi. Poi in A la 11 la prende Riva. E la storia diventa leggenda perché il ragazzo di Leggiuno inizia a segnare e non la finisce più. Massimo rispetto per Gigi (“il più grande di tutti”, dice Congiu), ma anche un po’ di amarezza: “io ero ambidestro, avremmo potuto giocare insieme. Non ce l’hanno permesso”. Alla presentazione del libro tanti ex rossoblu. E anche Nicola Riva, figlio di Gigi. L’opera ripercorre la carriera di Congiu, iniziata alla Stella Bianca, prima di passare alle giovanili rossoblu. Una faticaccia diventare profeta in patria. Ma lui ce la fa. Esordio in B negli anni Cinquanta, avanti tra gol e assist, sempre con la sua maglia numero undici strappata a un altro mito, Mezzalira. E a un altro attaccante che segnava tanto, Meanti. Dopo la discesa in C, è tra i protagonisti della risalita in B. Ma anche nella promozione in A c’è il suo zampino: quando il ragazzo lombardo non segna, Silvestri rilancia lui. Tra marzo e aprile del 63 l’11 è di nuovo sulle spalle di Congiu. Sino a Lecco, 21 aprile 1964. È l’ultima primavera. Poi c’è l’esplosione di Riva, Congiu gioca, ma con la 7. La storica A è di tutti e due, del vecchio e del nuovo mito.
Fedele al Cagliari anche da allenatore. L’opera ha anche un “secondo tempo” con Congiu tecnico delle giovanili, fino alla Primavera. E poi vice allenatore della prima squadra: ottimo il suo rapporto con Giagnoni. Ora il libro che fa giustizia: c’è anche un’altra maglia numero 11 che ha fatto la storia del Cagliari.