con NERIA DE GIOVANNI
Che Grazia Deledda sia ormai una scrittrice nel cuore di tutti gli italiani lo si è potuto vedere anche dall’altissima affluenza, in Campidoglio, per il convegno “Grazia Deledda a Roma” voluto dall’Associazione internazionale Critici Letterari in collaborazione con Il Gremio dei sardi di Roma, L’UnAr Unione delle Associazioni regionali di Roma e del Lazio e con dell’Osservatorio interuniversitario di genere, parità e pari opportunità delle tre università romane, con la collaborazione organizzativa dell’Associazione Salpare.
L’evento è stato programmato il 27 settembre giorno in cui nel 1871 Grazia Deledda nacque a Nuoro.
Come ha ricordato Neria De Giovanni, presidente dell’Associazione Internazionale Critici letterari, è proprio Grazia Deledda che in una lettera del 10 dicembre 1892 ad Andrea Pirodda ricorda di essere nata in 27 settembre e per questo di chiamarsi Cosima e Damiana in onore dei santi del giorno.
La manifestazione si è svolta nella sala del Campidoglio Laudato si, concessa dal sindaco Roberto Gualtieri, così chiamata in ricordo della visita di papa Francesco.
Dopo le celebrazioni in Senato, alla Camera dei Deputati, all’Assemblea Regionale ed in altre prestigiose sedi, “Grazia Deledda a Roma” non poteva che svolgersi in Campidoglio perché la Deledda visse più della metà della sua vita nella Capitale.
Ad aprire, un saluto pervenuto dell’Assessore alla cultura di Roma Capitale, Miguel Gotor, che ha concesso il patrocinio e un applauditissimo discorso del Sindaco di Nuoro, Andrea Soddu, che ha ricordato le tappe più importanti della vita della scrittrice da Nuoro a Roma, città da lei agognata, in un intervento che ha attualizzato anche buona parte dei contenuti deleddiani, da quelli identitari e femminili, all’ambiente.
A seguire: Francesca Brezzi, Presidente dell’Osservatorio interuniversitario di genere, che ha brevemente indicato le direttrici del loro lavoro entro cui si inserisce perfettamente l’opera e la vita stessa di Deledda; Maria Caterina Federici, presidente del Gruppo degli Umbri presso Un’AR, ha ricordato come un recente film sulla Deledda sia stato girato proprio da una committenza umbra.
Ha chiuso gli interventi di apertura Stanislao de Marsanich, presidente dei Parchi Letterari d’Italia e d’Europa, giunti al ragguardevole numero di 30, che ha auspicato tra l’altro una stretta collaborazione tra il recente parco in Norvegia intitolato alla terza donna Premio Nobel per le lettere, Singrid Undset e il Parco Grazia Deledda di Galtellì che ha inaugurato la ripartenza dei Parchi letterari in Italia.
Le relazioni sono state aperte da Neria De Giovanni che ha illustrato i principali romanzi deleddiani ambientati a Roma, spesso con protagoniste autoreferenziali, alcune vere e proprie alter ego di Deledda nei suoi primi anni romani. De Giovanni ha annunciato l’uscita nella prossima primavera del suo 18 esimo libro su Grazia Deledda, interamente dedicato ai romanzi e novelle ambientati a Roma.
Marisa Ferrari Occhionero, vicepresidente dell’Osservatorio interuniversitario di genere, da sociologa ha approfondito il rapporto di Deledda con la Roma umbertina, ricordando come proprio negli anni in cui Deledda arrivò nella Capitale ci furono le trasformazioni a livello sociale e urbanistico che caratterizzarono tutta la prima metà del XX secolo.
Antonio Maria Masia, presidente dell’UnAr e del Gremio dei sardi di Roma, socio dell’Associazione Internazionale Critici letterari, ha evidenziato i rapporti che la Deledda tenne fin dai primi del novecento con i sardi, intellettuali e no, della Capitale arrivando ad essere nel 1914 l’unica donna presente in nutritissimo Comitato d’onore del Primo Congresso nazionale dei sardi di Roma.
Elisabetta Strickland, ordinaria di algebra all’Università di Tor Vergata, dell’Osservatorio interuniversitario di genere, ha analizzato i Premi Nobel alla donne compresi, ovviamente, quelli per la letteratura, riscontrando alcuni luoghi comuni nelle diverse motivazioni tendenti a livellare al basso i meriti delle donne, anche e soprattutto delle scienziate.
In ultimo Antonio Casu, presidente de Il Cenacolo di Tommaso Moro e membro dell’Associazione Internazionale Critici letterari, ha riportato una interessante ricerca sulla presenza della Deledda nel mondo della scuola, con una sconsolante assenza delle opere deleddiane nei programmi ministeriali consigliati. Ha poi fatto un attenta disamina degli interventi parlamentari su Deledda dall’anno del Premio Nobel, 1927, fino all’ultima legislatura.
Il successo di questo Incontro deleddiano è verificabile anche dall’attenzione che tutta la sala ha tributato per ben tre ore di convegno.