di LUCIA BECCHERE
Nato nel 1906 ad Alà dei Sardi da padre alaese già sindaco del paese e madre toscana, Pasquale Pigozzi primogenito di 7 figli, dopo il diploma di ragionerie si era iscritto alla facoltà di economia e commercio.
Carabiniere ad Orgosolo a 20 anni, decorato con la medaglia al valore per essersi distinto durante un conflitto a fuoco, a 26 vinse il concorso per segretario comunale a Calangianus e a 28 anni sposò la giovane Maria Careddu appena 17enne. Figlio di grandi allevatori custodiva il sogno di creare un’azienda agricola. Si trasferì a Nuoro e nel ‘36 avviò una tipografia nel Corso Garibaldi mentre nella zona di Santa Lucia acquistò un appezzamento di terreno di circa 200 ettari.
Allo scoppio del secondo conflitto mondiale, frequentò un corso per sottoufficiali a Firenze. Tenente a Dorgali nel ’39, per maggiori condizioni di sicurezza, trasferì la famiglia a Santa Lucia quando il turismo non si conosceva ancora e il giglio di mare caratterizzava le dune sabbiose. Nel ‘55 cominciò a dare corpo alle sue idee.
Avviò la bonifica dei terreni e nella parte alta di quel fondo che dalla statale 125 degrada verso il mare, su un punto panoramico mozzafiato installò la batteria, i silos, le stalle razionali con i box, gli abbeveratoi, le mangiatoie, la mungitrice elettrica e l’alloggio per il custode, trasformando quello che era stato un ovile in una moderna azienda con un centinaio di bovini di qualità e un nutrito gregge di pecore.
Impiantò una vigna, seminò erbai, costruì la caserma dei carabinieri, la casa per il fattore e per il secondogenito Antonello che, conseguita la laurea in giurisprudenza sostituì il padre nella conduzione dell’azienda e con uno sbarramento del rio Silitha, nella zona di Avidi realizzò un lago collinare con le relative opere di adduzione agli appezzamenti irrigabili. Oggi l’azienda è solo un ricordo mentre il lago si può ancora ammirare in tutto il suo splendore e i silos, faro per naviganti e pescatori, seppure non utilizzati testimoniano l’evoluzione di un paesaggio storico. Presidente dell’Unione Agricoltori di Nuoro per 30 anni, Pigozzi venne insignito del titolo di Cavaliere, Ufficiale e Commendatore al merito della Repubblica. Di idee liberali, acume e misura erano la sua cifra.
Aveva attraversato un intero secolo e operato tra due culture, quella dello Stato e quella del codice barbaricino. Messa in salvo la legge, il tenente Pigozzi faceva ricorso alla sua umanità per risolvere situazioni difficili. Nel ‘77 i figli Ninni e Antonello, in quel fondo hanno dato vita al campeggio Selema, mentre il figlio della primogenita Mariangela, Stefano, che oggi rappresenta la terza generazione, ha realizzato una scuderia per l’allevamento e la selezione del cavallo anglo arabo sardo. L’altra sua creatura è stata la tipografia. L’unica abilitata per le schede elettorali e i bollettini per l’identificazione del bestiame, vantava 40 dipendenti e forniva stampati ai 90 comuni della Provincia. Rimasta in attività fino alla sua morte, disponeva di un parco macchine museale che oggi avrebbe potuto raccontare l’evoluzione secolare della stampa, dall’inchiostro al digitale.
«Vedere declinare l’agricoltura – ha detto Ninni Pigozzi, stimato architetto – era motivo di rammarico per lui e quando noi figli prendemmo la strada del turismo ci incoraggiò e ci sostenne perché credeva che questa attività avrebbe avuto un seguito.
Al suo fianco – ha ricordato Ninni – sempre la discreta presenza di mia madre e quando lei lo precedette di 2 anni, si rifugiò nel lavoro.
Tuttavia avvertiva che intorno a lui non c’era più nessuno e sentiva il peso della sua solitudine.
Io lo rasserenavo e lo invitavo a viversi ancora la straordinaria lucidità della sua mente».
Pasquale Pigozzi è scomparso nel 2006 alla soglia dei cento anni.
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