di RICCARDO SGUALDINI
Ritorna, per la sua sedicesima edizione, il Karel Music Expo, il festival delle culture resistenti ideato e organizzato a Cagliari dalla cooperativa Vox Day, in programma da giovedì 1 settembre a sabato 3 al Lazzaretto, il Centro polifunzionale d’Arte e Cultura in via dei Navigatori, nel quartiere di Sant’Elia, dove la manifestazione ha già fatto base negli ultimi due anni.
Una tre giorni che, con uno sguardo aperto e originale vuole offrire un percorso tra conoscenza e ascolto attraverso le diverse evoluzioni della musica, ma anche della letteratura e dell’arte contemporanea: riconoscendosi sotto il titolo “MoviMenti“, questa edizione del festival si presenta come un viaggio senza confini tra suoni, parole, interpreti, tendenze.
La musica, da sempre, è il cuore pulsante del KME, “dove la qualità è preferita ai numeri e il rispetto delle orecchie del pubblico è sempre stata la priorità assoluta”, come sottolinea il direttore artistico Davide Catinari. In cartellone anche stavolta progetti artistici e ospiti provenienti dalla scena nazionale e internazionale: in arrivo a Cagliari il cantautore inglese Douglas Dare, i Mop Mop, il Confusional Quartet, Pierpaolo Capovilla e i Cattivi Maestri, i Bachi da Pietra, il progetto A Temporary Lie di Cesare Malfatti (La Crus) con Georgeanne Kalweit (DeltaV), e poi il cantautorato di Giovanni Truppi e di Giorgieness, e le sperimentazioni sonore del polistrumentista Vincenzo Vasi, degli Esecutori di Metallo su Carta e della sound artist Sara Persico. Spazio anche per due proposte isolane: il gruppo Dancefloor Stompers e il compositore Daniele Ledda con il suo progetto “Clavius“.
Alla parte musicale si affiancano gli incontri d’autore, riuniti sotto l’insegna “Neanche gli Dei”, titolo del festival letterario promosso dalla stessa Vox Day, lo scorso luglio alla sua seconda edizione, che porta in dote al Karel Music Expo un diverso appuntamento per ciascuna giornata: ospiti Cristina Muntoni con Alberto Priori, Laura Capossele e Gianni Usai. Presente per tutta la durata del festival, “Neanche gli Dei” ripropone anche la mostra “Tavole Zen”, dedicata alle illustrazioni di Luca Borriero per “Storie Zen a Fumetti“, il suo primo libro di fumetti edito da Edizioni Il Punto d’Incontro.
La scoperta della Cagliari storica e archeologica è affidata anche quest’anno a Massimiliano Piga dell’associazione I love Sardegna. Immancabile pure lo spazio dedicato alle degustazioni dei prodotti del territorio, con i menù proposti dalla cucina multietnica della Stazione di Transito, un progetto di rigenerazione urbana per il quartiere cagliaritano di San Benedetto, ideato da Carovana SMI.
- Il cartellone Musicale
La musica d’autore riveste un ruolo centrale nella programmazione del KME, offrendo spazio a personalità artistiche sempre eterogenee. Arrivano dal sud ovest dell’Inghilterra le sonorità intime e riflessive di Douglas Dare (sabato 3, alle 22.30): pianoforte, voce, elettronica al servizio di un’anima di grande sensibilità, che racchiude nei brani la sua esperienza personale su temi universali, come l’amore, la perdita e l’infanzia, in cui la musica diventa rifugio e voce per chiunque si sia mai sentito insolito o fuori posto. Nel firmamento del cantautorato dal 2014, anno del suo esordio discografico con l’uscita di “Whelm”, seguito dal più cupo “Aforger” (2016), che ha pienamente rivelato le sue doti musicali, Dare ci porta ora nell’universo etereo del suo ultimo album, “Milkteeth”, uscito nel 2020 (per Erased Tapes, come i primi due), in cui, grazie anche all’uso dell’autoharp, è riuscito a catalizzare nelle note le emozioni contrastanti della sua delicata e isolata infanzia.
Napoli è invece la città natale di Giovanni Truppi, chitarrista, pianista e compositore, considerato uno dei più autentici parolieri del nostro tempo, che in poco più di un decennio e in cinque dischi ha saputo creare una cifra stilistica inconfondibile: una scrittura musicale varia, capace di attingere da linguaggi diversi come il jazz, il rock, il punk e la canzone d’autore, tratteggiando un universo sfaccettato, imperfetto e fragile, scavando a fondo nei sentimenti e nelle insicurezze tanto intime quanto collettive. Classe 1981, Il suo ultimo disco è “Tutto l’Universo” (Virgin Records/Universal Music Italia 2022) un lavoro capace di “immortalare attimi facendone canzoni“, che porterà in scena (sabato 3 alle 23.30) con Fabio Rondanini (batteria), Alessandro “Asso” Stefana (chitarre) e Luca Cavina (basso).
E all’universo della canzone d’autore, in chiave tendente al pop, si allaccia il suono di Giorgieness, progetto guidato dalla giovane cantautrice Giorgia D’Eraclea, che ha iniziato a farsi largo sulla scena musicale italiana dal 2011. Nel 2016 arriva il debutto con “La Giusta Distanza”, seguito l’anno successivo da “Siamo Tutti Stanchi”, disco che la fa entrare a pieno titolo nella scena indie nazionale (Entrambi Woodworm/Audioglobe). È dello scorso anno “Mostri” (SoundToBe), un’opera che rivela una maggior maturità e ricerca da parte dell’artista, e una maggior consapevolezza nel suo percorso. Sabato 3 alle 20.30, sul palco del KME insieme a Giorgia D’Eraclea alla voce e chitarra, Stefano Prezzi alla batteria e Domiziano Luisetti alla chitarra.
Riunisce alcuni dei nomi di spicco della scena musicale indipendente italiana il progetto A Temporary Lie del chitarrista e produttore milanese Cesare Malfatti (La crus – The Dining Rooms), accompagnato per l’occasione da Roberto Dell’Era (Afterhours, The Winstons) al basso, e Mauro Sansone alla batteria, cui si unisce la calda voce della statunitense Georgeanne Kalweit (Delta V – The Kalweit Project). L’album “A Temporary Lie With Georgeanne Kalweit”, ripercorre in otto tracce le esperienze personali vissute in questi ultimi difficili anni, tra emozioni, amori perduti e sentimenti, insicurezze ma anche certezze. Profonde riflessioni tradotte da linguaggi musicali differenti, in cui si trovano quindi riferimenti al rock, blues e folk irrorati da un’elettronica misurata e mai invasiva (giovedì 1, alle 22).
È tra i riferimenti della scena rock avant-garde italiana il Confusional Quartet, storica band bolognese attiva tra la fine degli anni Settanta e gli inizi degli anni Ottanta, in piena era new wave /no wave. Nel 1980 esce il primo album omonimo, caratterizzato da brani completamente strumentali che viaggiano tra punk, progressive, jazz e psichedelia; ispirandosi fortemente al movimento futurista, i quattro musicisti ne condividono l’amore per la velocità, l’originalità e i cambiamenti repentini. Da suo ritorno sulle scene, nel 2011, il Confusional Quartet ha inciso un nuovo album omonimo (per la Hell Yeah! Records), mentre è del 2014 “Confusional Quartet play Demetrio Stratos”, con brani inediti in omaggio al cantante degli Area. Della storica formazione, si potranno vedere all’opera al KME (venerdì 2, ore 21,30) Marco Bertoni alle tastiere, Enrico Serotti alla chitarra, Lucio Ardito al basso, mentre dal 2013 Claudio Trotta ha preso il posto di Gianni Cuoghi alla batteria.
Sonorità ruvide e cupe sono quelle che trasportano nel mondo di Pierpaolo Capovilla e i Cattivi Maestri (venerdì 2, alle 22.30), nome della dirompente formazione con Egle Sommacal alle chitarre (Massimo Volume), Fabrizio Baioni alla batteria (LEDA) e Federico Aggio al basso (Lucertulas), e dell’album che segnano un nuovo capitolo discografico dell’autore dopo la storica militanza ne Il Teatro Degli Orrori: uscito lo scorso maggio per Garrincha Dischi, l’album contiene «Dieci canzoni, otto cazzotti e due carezze, per raccontare questi tempi di violenza e sopraffazione, il paese e il mondo in cui viviamo»: queste le parole di Capovilla per descrivere il nuovo album che, in un momento storico colpito da un conflitto senza precedenti nel cuore dell’Europa, ha come tema dominante proprio la guerra, intesa come violenza nelle sue diverse accezioni, sia essa militare, simbolica o interiore.
Una nuova uscita discografica e un nuovo inizio anche per i Bachi da Pietra (sabato 3 alle 21.30), duo sulle scene musicali dal 2004, fondato dal chitarrista e cantante Giovanni Succi e dal batterista Bruno Dorella. Otto gli album all’attivo, sempre in bilico tra rock e cantautorato, con importanti collaborazioni nel panorama del rock indipendente nazionale (Giardini di Mirò, Massimo Volume, Afterhours): nell’ultimo album, “Reset” (Garrincha Dischi, 2021), che segna una ripartenza dopo cinque anni di pausa, la formazione si arricchisce dell’apporto di Marcello Batelli (Non Voglio Che Clara, Il Teatro Degli Orrori), al basso e Synth, per nuove esplorazioni sonore e una rinnovata energia.
Altre energie e sonorità accendono la notte del KME (giovedì 1 alle 23): sono quelle tra funk, jazz e afrobeat minimal di Mop Mop, collettivo musicale che fa capo al musicista, compositore, produttore e dj Andrea Benini, di casa a Berlino e attivo da oltre 15 anni sulla scena internazionale, instancabile osservatore e sperimentatore di suoni e vibrazioni da tutto il mondo, che fa confluire in un approccio musicale del tutto originale. Quattro gli album all’attivo, con collaborazioni di rilievo tra cui quella con una leggenda del funk come Fred Wesley, già trombonista di James Brown, il poeta londinese Anthony Joseph, e il vibrafonista Pasquale Mirra. Mop Mop ha al momento in cantiere un nuovo album, “Bliss”, con la cantante Bene Maillot, di scena al KME insieme allo stesso Benini alla batteria e percussioni, e a Matthew Shapiro alle tastiere.
Giocano con il Soul, il Funk ed il Sixties Beat gli isolani Dancefloor Stompers, formazione sulle scene dal 2009, fortemente ispirata dalle atmosfere delle colonne sonore dei film e telefilm degli anni ’60 e ’70. Guidata dal bassista Gianmarco Diana (Sikitikis), con Andrea Schirru alle tastiere, Danilo Salis alla chitarra e Frank Stara alla batteria, la formazione ha all’attivo un album, “Librerie Musicali” (Four Flies Records LP, 2018), mentre è in fase di pubblicazione il nuovo EP, “Phuture Soul” con quattro brani originali, con le voci di Marco Cotza e Silvia Follesa, che verrà presentato in anteprima sul palco del Karel Music Expo (giovedì 1, ore 21.10).
Anche il fronte della musica sperimentale si avvale di una forte rappresentanza, a cominciare dal polistrumentista e compositore Vincenzo Vasi (venerdì 2 alle 23.50): diversi sono gli strumenti che suona e intreccia in maniera sublime: basso, theremin, di cui è considerato un vero e proprio virtuoso, vibrafono, percussioni, chitarra, ukulele, giocattoli, tastiere, flauto a tiro, kazoo, flauto da naso… Ogni strumento, a partire da una voce dall’intonazione sempre perfetta, diventa un’estensione della sua intrinseca musicalità e della sua arte ritmica. Ha inciso oltre 150 album nei panni di leader, co leader e collaboratore oppure sound engineer, ed è attivo sin dai primi anni Novanta nell’ambito della musica di ricerca. Attualmente è in attività con i suoi progetti OoopopoiooO insieme a Valeria Sturba, Perfavore Sing con Giorgio Pacorig, Vasi Comuni Canti 5et, il solo theremin Braccio Elettrico. Collabora stabilmente con Vinicio Capossela, Mike Patton, Roy Pacy e Mauro Ottolini con cui ha inciso innumerevoli album.
Ancora sperimentazioni (venerdì 2 alle 20.30) con gli Esecutori di Metallo su Carta, formazione che riunisce i quattro diversi sintetizzatori di Sebastiano De Gennaro (korg ms20), Enrico Gabrielli (jen), Damiano Afrifa (roland juno-ds), Luisa Santacesarea (multivox) per l’esecuzione di “Mother Earth’s Plantasia”, del compositore americanoMort Garson, che, sulla scia del movimento hippie californiano, nel 1976 registrò questo disco, con l’ambizione di produrre un lavoro sonoro specifico “per la crescita delle piante”. Dieci brani “dal pollice verde”, dai titoli caratteristici come “Rhapsody In Green” o “Concerto For Philodendron & Pothos”, che provengono dall’ingegno di un vero artigiano della forma strumentale (Garson studiò alla Juilliard School), tra i pionieri dell’uso del sintetizzatore Moog. Sul palco, a rendere ancora più esplicita la relazione fra musica e mondo vegetale, Francesco Fusaro con le sue “piante sonore”.
Altre sperimentazioni sono quelle della sound artist Sara Persico (giovedì 1, alle 20.30), che nella sua ricerca esplora le diverse possibilità espressive tra voce ed elettronica. La sua dimensione sonora si modella su una pratica vocale inusuale e attraverso un processo di trasformazione dell’identità dei suoni. Italiana, ma di base a Berlino, Sara Persico è attiva in diversi progetti con artisti come Tomomi Adachi, l’ensemble vocale di Evelyn Saylor per lo show light-years di Caterina Barbieri, Andy Moor (The Ex), Tony Elieh, Dirar Kalash, Recordat, Francesca Grilli.
Sempre sul fronte della ricerca, è attivo il compositore Daniele Ledda, artista sonoro e visivo, docente, performer e sperimentatore che vive e lavora in Sardegna, dove insegna Musica Elettronica al Conservatorio di Cagliari. Al KME lo vedremo in scena (giovedì 1, a mezzanotte) con il progetto “Clavius“, che prende ispirazione dal concetto di “pianoforte preparato” di John Cage, per sperimentare le possibilità di fusione tra analogico e digitale, spingendo al limite l’idea di “preparazione” fino a giungere alla definizione più consona di strumento aumentato pilotato analogicamente da una tastiera.
- Incontri d’Autore “Neanche gli dei”
Come anticipato, alla parte musicale si affiancano ogni sera (alle 19.30) gli incontri d’autore riuniti sotto l’insegna “Neanche gli Dei“, il festival letterario promosso dalla stessa Vox Day, che lo scorso luglio ha celebrato la sua seconda edizione.
Si comincia giovedì 1 con Cristina Muntoni, docente di Storia della Sacralità femminile, simbolismo e arte rituale della Scuola triennale di Arteterapia di Assisi, autrice di numerose pubblicazioni di storia, arte ed etnografia e giornalista, in dialogo con Alberto Priori, medico chirurgo, professore ordinario di neurologia all’Università degli Studi di Milano, ricercatore nell’ambito delle Neuroscienze e di ricerca traslazionale, autori del saggio “ABRACADABRA – Il potere curativo delle parole tra mito, tradizioni e neuroscienze” (Milano University Press), che affronta il tema del potere di guarigione delle parole sia da un punto di vista della storia delle religioni, della mitologia e delle tradizioni popolari, che da un punto di vista neuroscientifico, approfondendo il tema attraverso spunti suggestivi di grande curiosità.
Sarà poi la volta (venerdì 2) di Laura Capossele, ostetrica indipendente, educatrice mestruale e membro della rete nazionale Custodi del Femminino, che mette insieme professioniste di ambito femminile e materno infantile (educatrici mestruali, custodi della nascita, trainer olistiche), a supporto delle donne su vari temi cruciali come ciclicità, sessualità, menarca, menopausa, genitorialità. Parlerà del suo libro “Mamma, perché abbiamo le mestruazioni?” (Uno Editori, 2022), una guida illustrata che attraverso spiegazioni biologiche, racconti, aneddoti, consigli pratici, immagini, vuole offrire a ogni piccola donna un supporto nel viaggio verso la consapevolezza della propria femminilità affrontando la ciclicità nei suoi aspetti ormonali, emozionali, sociali.
Il thriller psicologico “Cristian T.” è invece l’ultimo romanzo di Gianni Usai (al KME sabato 3), in cui il protagonista vive una sorta di sdoppiamento della personalità, in bilico tra realtà e subconscio. Il libro è uscito quest’anno per la casa editrice Il Maestrale, la stessa che ha pubblicato dello stesso Usai anche La sesta nota (2020). Suoi racconti sono apparsi inoltre su varie riviste e raccolte e nel 2019 ha vinto il premio Gramsci per la sezione narrativa.
- Mostre
Anche le arti visive hanno spazio al KME: nei giorni del festival, al Lazzaretto, sarà infatti visitabile la mostra “Tavole Zen”, dedicata alle tavole di “Storie Zen a Fumetti“, di Luca Borriero, art director con una specializzazione in Web Designer. Da sempre attratto dal mondo del fumetto e della grafica, così come dalle discipline e dalla saggezza orientali, unendo queste due passioni ha iniziato a creare i primi fumetti zen negli anni Novanta, prima di arrivare, nel 2021, insieme a Sergio Peterlini che ne ha curato i testi, al suo primo libro di fumetti, “Storie Zen a Fumetti“, appunto, edito da Edizioni Il Punto d’Incontro.
- Visite culturali
La scoperta della Cagliari storica e archeologica è affidata anche quest’anno a Massimiliano Piga dell’associazione I Love Sardegna, che condurrà il pubblico in una passeggiata culturale (a offerta libera) alla scoperta del quartiere di Castello, con una tappa al Santuario dei Martiri del Duomo di Cagliari, oggetto di un libro omonimo a cura dello stesso Piga, che sarà presentato in questa occasione. Si parte alle 17.30 da Piazza Aquilino Cannas. Per informazioni e prenotazioni Whatsapp-Sms: 351 9301080 (Ass. Cult. I Love Sardegna) – Info: viaggimarket@gmail.com
- KME – Gusta!
Immancabile anche lo spazio dedicato alle degustazioni dei prodotti del territorio, con i menù proposti dalla cucina multietnica della Stazione di Transito, un progetto di rigenerazione urbana per il quartiere cagliaritano di San Benedetto, ideato da Carovana SMI. Ogni sera sarà proposto un menù diverso (a scelta tra classico e vegano), dove ogni piatto rappresenta un territorio da esplorare (Giovedì 1 la tradizione mediterranea, venerdì 2 la tradizione egiziana, sabato 3 la tradizione ucraina). Ogni menù è proposto a 12 euro, ed è acquistabile online insieme al biglietto o all’abbonamento dei concerti, selezionando l’opzione “con degustazione”, oppure si potrà acquistare al botteghino nei giorni del festival, fino ad esaurimento scorte. Tutti i menù vengono serviti con stoviglie biodegradabili al 100%.
Per promuovere la mobilità sostenibile, il KME offre una consumazione omaggio a chi arriverà in bicicletta al Lazzaretto, dove è predisposta un’ apposita rastrelliera.
Per chi volesse soggiornare a Cagliari durante il festival, sono state siglate convenzioni con alcune strutture ricettive: T-Hotel, 07047400, www.thotel.it; Maison Savoia, 070678181, www.maisonsavoia.it.
Per coloro che volessero organizzare una trasferta a Cagliari, Ajò in Pullman mette a disposizione i suoi bus navetta da più punti della Sardegna, a tariffe promozionali specialmente dedicate al KME, per raggiungere il luogo del concerto e tornare a casa in sicurezza, condividendo il chilometraggio con altri fans a costo ridotto. Il servizio verrà erogato a raggiungimento di un numero minimo di partecipanti. Per prenotazioni: +39 328 9053599 (Nicola)
- Biglietti e Prevendite
Prevendite su Vivaticket.com: il biglietto intero per ogni singola serata costa 20 euro più diritti di prevendita, l’abbonamento per le tre serate 50 euro (+ diritti di prevendita). Acquistato al botteghino, il biglietto costa invece 25 euro, l’abbonamento (in vendita solo la prima sera) 55 euro.
Il Karel Music Expo 2022 è prodotto dalla cooperativa Vox Day con il contributo della Regione Autonoma della Sardegna (Assessorato della Pubblica Istruzione, Informazione Spettacolo e Sport e Assessorato del Turismo, artigianato e Commercio), del Comune di Cagliari (Assessorato alla Cultura) e della Fondazione di Sardegna, con la collaborazione di Centro Scuola Luigi Pirandello, Factory, Fondazione di ricerca “Giuseppe Siotto”, Le Officine, MusicArtService, Cooperativa Sant’Elia 2003, APS I Love Sardegna, Ajò in Pullman, Cantina Lilliu, Maison Savoia, T-Hotel, Accademia del Buon Gusto, Associazione Projects Trieste, Esibirsi, Ondeindiependenti.com, Rete dei Festival, Exitwell, Rock The South Malta, Freeurope Channel, FormResonance, Music Club, Offset, Sentire Ascoltare, ScarryMonster booking, Carovana SMI, Stazione di Transito.
Il Karel Music Expo 2022 fa parte della rete Le Vie dei Festival.