di ROBERTA CARBONI
Sorto probabilmente nel XIII secolo ai piedi delle imponenti mura medievali del Castello, ma senz’altro molto più anticamente frequentato, questo pittoresco rione storico è tra i più vivi e partecipati di Cagliari. La breve distanza dalle vie dello shopping e della movida – come ad esempio la via Manno, il Corso Vittorio Emanuele II, la Piazza Yenne e il Largo Carlo Felice – unita alla presenza di numerosi luoghi di culto – tra cui la chiesa di Sant’Efisio, punto d’avvio della celebre sagra di Maggio – rendono Stampace un vero e proprio mondo a sé.
Fin dal XVI secolo questo quartiere ha ospitato numerose botteghe di artisti e artigiani che, oltre ad aver abbellito con le loro opere le chiese e i conventi cittadini, sono passati alla storia per il loro temperamento focoso ed impulsivo, che vale ancora oggi ai suoi abitanti il soprannome di “cuccurus cottus”, ovvero “teste calde”.
Ma al di là dei luoghi comuni che rendono questo luogo assolutamente speciale, chiunque percorra le viuzze di Stampace rimane colpito dai tantissimi dettagli: i bei balconi fioriti, le chiese barocche e rococò con le loro facciate sinuose e riccamente decorate, i palazzotti dal gusto neoclassico e Liberty, i resti archeologici risparmiati dall’espansione urbana.
Sono tanti i volti di Cagliari che emergono passeggiando nel quartiere: quello dell’antica Carales romana, che si scorge nei resti dell’Anfiteatro e della cosiddetta Villa di Tigellio, fino all’Orto Botanico; quello della Cagliari medievale, visibile nei resti dell’antica torre pisana dello Sperone, la più antica in città; la Cagliari sotterranea degli antichi culti pagani, mitigati dal sincretismo cristiano fino a diventare rifugio durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, come la cripta di Santa Restituta e il cosiddetto Carcere di Sant’Efisio; la Cagliari della religiosità popolare legata ai riti della Settimana Santa e alla sagra di Sant’Efisio; e infine, non meno importante, quella del Barocco, del Neoclassicismo e del Barocchetto Piemontese che dialogano felicemente nelle chiese di Sant’Anna, Sant’Efisio e San Michele Arcangelo.
Un itinerario del quartiere Stampace può cominciare da via Cammino Nuovo, sotto le alte mura del Castello. Da qui, imboccando le scalette Santa Chiara ci si imbatte nella chiesa e nei resti dell’antico convento dedicato alla santa di Assisi. Da qui, attraversando l’elegante e frequentatissima Piazza Yenne, si arriva al Corso Vittorio Emanuele II, recentemente restituito alla godibilità pubblica attraverso la pedonalizzazione, che ha stimolato la nascita di attività commerciali, ristoranti e caffè. Svoltando sulla destra si arriva in via Porto Scalas, al cospetto della torre dello Sperone, oggi inglobata tra l’Ospedale Militare, ex noviziato gesuitico, e case private. Sopravvive ancora l’epigrafe con lo stemma nobiliare degli Alberti e la data di esecuzione: 1293.
Imboccando via Sant’Ignazio da Laconi si incontrano l’Orto Botanico e, sul lato opposto, i resti di un antico complesso residenziale, noto come Villa di Tigellio a causa del suo presunto legame con il noto cantore sardo Tigellio Ermogene, vissuto nel I secolo a.C.
Proseguendo su via Sant’Ignazio, ci si imbatte nella deliziosachiesetta dedicata al frate cappuccino e, sul lato opposto, l’anfiteatro romano. Costeggiando la ringhiera, sulla destra, si entra in via Anfiteatro e, percorrendola tutta, si arriva all’Ospedale San Giovanni di Dio, di cui vale la pena ammirare il bell’androne classicheggiante, opera dell’architetto Gaetano Cima. Proseguendo su via Ospedale, si arriva alla chiesa di San Michele Arcangelo, un vero e proprio gioiello di architettura, scultura e pittura tardo-rinascimentale e barocca.
Da qui ci si può addentrare nelle viuzze più interne come via Carlo Buragna, via Siotto Pintor, via Sant’Efisio e via Santa Restituta, per poi sbucare in via Azuni e, percorrendola fino alla fine, ritornare in Piazza Yenne. In questo piccolo fazzoletto di terra, oltre alla già citata chiesa di San Michele, si trovano la chiesa barocca e la cripta di Santa Restituta, la chiesa e il carcere di Sant’Efisio e la chiesa di Sant’Anna.
Il periodo migliore per visitare Stampace è senz’altro quello compreso tra la fine di Marzo e la metà di Maggio, in cui il quartiere è attivamente impegnato nelle sue più autentiche tradizioni: i riti della Settimana Santa e la celebre processione di Sant’Efisio che, da Cagliari, conduce il prezioso simulacro del santo fino a Nora, portando avanti un voto di fedeltà al santo che si rinnova dall’11 Luglio 1652.