di MICHELE PINTORE
Eligio Pintore, il valoroso pittore – soldato sardo, nato a Bonorva nel 1831e deceduto a Genova nel 1914, che centosessantasette anni fa in armi e con la sua arte si distinse contro i russi nella guerra di Crimea. In forma caricaturale disegnò il volto di Alessandro II, zar di tutte le Russie, sulla grancassa della banda musicale dei Granatieri di Sardegna schierati sul fronte di guerra, suscitando grande ilarità da parte dei commilitoni e delle truppe alleate contro l’odiato nemico. Sempre armato di pennelli e colori, prese parte anche a varie battaglie del Risorgimento Italiano. Col grado di caporale della 13/a Compagnia del 4° Reggimento Granatieri di Lombardia, nel 1861partecipò alla campagna delle Marche con il contingente inviato da Cavour in aiuto del generale Garibaldi, che, dopo lo sbarco dei “Mille” dava l’ultima spallata al Regno di Napoli. La sua numerosa produzione artistica, ambientata soprattutto in scenari di guerra e momenti di vita militare, si trova custodita presso il Museo del Risorgimento di Genova.
I recenti venti di guerra che soffiano tra Ucraina e Russia, riportano alla memoria la travagliata storia della Crimea. Si tratta della penisola sul Mar Nero rivendicata dall’Ucraina e annessa il 18 marzo 2014 dalla Russia, nazione confinante di cui ha sempre subito le mire espansionistiche. Storicamente bisogna risalire al 1853, quando il grande Impero russo di Nicola I prima e in seguito di suo figlio Alessandro II, col pretesto di una presunta “guerra santa” (per controllare i luoghi santi della cristianità in territorio ottomano), ma in pratica per consentire un accesso al Mediterraneo dell’Impero russo, provocò la guerra di Crimea dal 4 ottobre del 1853 al 1° febbraio del 1856. Fatti che nella realtà attuale ci portano a riflettere, come a commentare un film già visto. La guerra, che allora coinvolse quella parte di Europa orientale e che terminò con la sconfitta della Russia da parte di un’alleanza composta dalla Francia, Gran Bretagna e Turchia, vide anche la partecipazione, dal 1855 al 1856 del Regno di Sardegna, che contribuì al cimento con l‘invio di un Corpo di spedizione sardo – piemontese di 18.000 uomini al comando del generale Alfonso La Marmora.
Eligio Pintore un pittore – soldato del Risorgimento italiano
Cernaia (Crimea) agosto 1855. La guerra nella penisola di Crimea, che vede affrontarsi soldati turchi, francesi, inglesi e del Regno di Sardegna contro l’esercito imperiale dello zar di tutte le Russie Alessandro II è in atto. Il generale Alfonso La Marmora, comandante in capo dell’esercito sardo-piemontese, ha rigorosamente schierato il suo esercito per una grande parata sul campo, alla presenza delle truppe alleate francesi, inglesi e turche. Il momento è solenne e austero, dettato anche dal fatto che il generale comandante ha ordinato ai suoi ufficiali di imporre il massimo silenzio e la più assoluta disciplina alle truppe schierate, quando all’improvviso una fragorosa risata proveniente dai ranghi dei Granatieri di Sardegna interrompe bruscamente gli ordini imposti. Il La Marmora su tutte le furie chiede al suo aiutante di campo di sapere i nomi dei responsabili del grave atto di indisciplina per essere puniti in modo esemplare. Il comandante viene così a sapere che un giovane granatiere sardo di nome Eligio Pintore, già noto ai commilitoni per il suo talento di pittore, aveva dipinto in forma caricaturale l’effige di Alessandro II, zar di tutte le Russie, sulla pelle tesa della grancassa della banda musicale dei Granatieri, che, così sottoposta ai colpi del mazziere si dilatava e si deformava, ridicolizzando di conseguenza l’immagine dell’odiato nemico e suscitando grande ilarità tra i soldati schierati. Resosi conto che il gesto del giovane soldato sardo era servito a sollevare il morale delle truppe, il La Marmora, dopo una prima sfuriata, non solo non punì il responsabile, ma addirittura lo premiò con pubblico encomio. Il simpatico episodio restò sempre vivo nel ricordo tra i veterani della guerra di Crimea. Questo fu uno dei primi successi artistici di Eligio Pintore, che in seguito si distinse in Crimea anche come soldato combattente e valoroso, meritandosi diverse decorazioni al valore da parte degli alleati inglesi e francesi.
Tutto questo non gli impedì tuttavia, tra una battaglia e l’altra, di dar sfogo alla sua fertile vena artistica ogni volta che poteva tornare ai suoi amati pennelli e colori, fermando sulla carta (a carboncino e acquerello) le sue impressioni sulla guerra in corso nella martoriata penisola di Crimea. Eligio Pintore, quasi come un fotoreporter di guerra ante litteram, realizzò cosi una lunga serie di bozzetti relativi a momenti di vita militare negli accampamenti inglesi e turchi, postazioni di artiglieria durante il bombardamento della famosa fortezza di Sebastopoli sul Mar Nero difesa dai russi, chiese distrutte dalla guerra, e diversi luoghi relativi a operazioni belliche cui partecipò direttamente: posizioni francesi, postazioni di artiglieria russa sui monti Belbek, quartiere generale sardo a Kadikoi, vedute del faro di Kerson, della torre di Malakoff e del porto di Balaclava. Brevi momenti di pausa dalla guerra vengono colti dal pittore – soldato per ritrarre scene di ricreazione serale del battaglione turco presso l’ospedale da campo di Balaclava. Non mancano alcuni ritratti di personaggi protagonisti della guerra da ambo le parte, come: il generale nizzardo Liprandi, che comandò l’attacco russo nella battaglia di Balaclava, il comandante della flotta inglese nel Baltico, Sir Charles Napier e il leggendario ribelle Shamil, capo circasso.
Nel 1856, al termine della guerra con la sconfitta della Russia, Eligio Pintore con i suoi numerosi cartoni nello zaino fece ritorno alla sua Genova (città, dove risiedeva fin da giovanissimo, dopo la partenza dalla natia Bonorva – n.d.a. -). Ora quei cartoni (circa 80, realizzati a carboncino e acquerello) sono gelosamente custoditi presso il Museo del Risorgimento di Genova. Sempre nella città ligure Eligio Pintore riprese con successo gli studi artistici presso l’Accademia Ligustica di Belle Arti, ma in seguito fu costretto a interrompere gli amati studi per partecipare alla campagna militare del 1859 e poi in quella del 1860-61, prendendo parte alla campagna delle Marche come caporale nella 13/a Compagnia del 4° Reggimento Granatieri di Lombardia; truppe inviate dal Governo nell’Italia centrale per congiungersi con l’esercito di Garibaldi, che dopo lo sbarco dei “Mille” dava l’ultima spallata all’esercito borbonico. In tale circostanza Eligio Pintore ebbe l’occasione di combattere a fianco dell’“eroe dei due mondi”, cogliendo anche in quell’occasione la possibilità di disegnare “dal vero”, scene della campagna garibaldina, tra cui un ritratto del 1861 di Garibaldi, dove il generale è raffigurato intento alla preparazione dei piani di battaglia. Compiuti i destini che portarono all’unità d’Italia, Eligio Pintore riprese gli studi artistici. Il 22 luglio del 1862, infatti, si iscrisse alla Scuola di nudo, tenuta dal pittore Giuseppe Isola, che frequentò fino al 1864, per passare quindi alla Scuola di anatomia tenuta dal dott. Angelo Luxoro e in seguito alla scuola di colorito di Giuseppe Frascheri. Nel 1863 gli fu assegnata la medaglia d’argento dorato per un disegno a carboncino rappresentate “Cristo che scaccia i mercanti dal tempio”. Dal 1868 al 1870 collaborò con disegni caricaturali per il giornale genovese Lo specchio e nel 1892 fu incaricato dal Comune di Genova di disegnare oltre 900 costumi d’epoca per il grande corteo storico tenutosi nella città ligure in concomitanza del 400° anniversario della scoperta dell’America da parte di Cristoforo Colombo. Per l’occasione gli fu anche affidato l’incarico ufficiale di disegnare il bozzetto per il conio di una medaglia commemorativa delle “Celebrazioni Colombiane” tenutesi nel capoluogo ligure. Eligio Pintore svolse la sua attività artistica soprattutto a Genova e nell’hinterland, dove restano diverse sue opere, come tele, disegni e diversi artistici affreschi realizzati in ville e palazzi dell’aristocrazia locale.
A livello sardo Eligio Pintore va ricordato in quanto nel 1877 partecipò al grande concorso nazionale per affrescare il salone delle riunioni del nuovo palazzo provinciale di Sassari (concorso poi vinto dal siciliano Giuseppe Sciuti) e per aver disegnato la pregevole pergamena artistica realizzata nel 1899 per la bandiera di guerra donata dalle donne sarde alla corazzata “Sardegna”. Nel 1912 (un po’ tardi veramente – n.d.a. -), su proposta di diversi artisti e critici d’arte, fu nominato Accademico di merito della prestigiosa Accademia Ligustica (titolo che vide tra i suoi membri nomi illustri, come: Massimo D’Azeglio, Francesco Hayez, Giuseppe Isola e Alfredo D’Andrade). Dopo la concessione del prestigioso riconoscimento l’artista visse gli ultimi anni a Genova, dove mori in solitudine e dimenticato un caldo pomeriggio del 4 luglio del 1914 nell’ospedale Pammatone. Scrisse di lui lo storico sardo Pietro Leo: «… gli ultimi anni della sua vita furono veramente tristi, ma anche nello squallore, seppe mantenere altissimo il senso della dignità e della fierezza nativa…». Il 2024 ricorreranno i 110 anni dalla morte del pittore – soldato, è auspicabile che Bonorva, la sua patria natia, ma anche la Sardegna tutta ricordi questo suo degno figlio che in arte e in guerra diede tanto per la patria.
Egr. Sig. Michele Pintore,
con grande interesse ho appreso, dall’articolo pubblicato su “Tottus in Pari”, aspetti a me sconosciuti del Maestro Eligio Pintore.
La qualità pittorica del Maestro l’ho potuta apprezzare nel tempo attraverso le opere acquistate pur non conoscendo la sua storia e il suo percorso artistico e, quindi, entrate a far parte della mia collezione unicamente per la loro superba qualità.
RingraziandoLa vivamente per la valorizzazione e la divulgazione dell’operato di un così fatto artista, a molti ancora sconosciuto, avrei piacere di acquisire maggiori informazioni in merito alle eventuali mostre a cui ha partecipato.
Distinti saluti
Mario Ambrosio