con BASTIANINO MOSSA – Presidente F.A.S.I.
Pari dignità, condizione di svantaggio, principio di insularità e continuità territoriale.
Su questi temi si sono espressi recentemente sia il Presidente della Repubblica sia il Presidente della Giunta Regionale della Sardegna e la F.A.S.I. (Federazione delle Associazioni Sarde in Italia), cogliendo l’importanza di queste dichiarazioni di forte valenza istituzionale e collegandosi ad esse, non può che riconfermare la propria netta denuncia degli svantaggi che provoca la mancata applicazione della continuità territoriale per tutti i cittadini, in modo particolare per gli emigrati di origine sarda che vogliono raggiungere la Sardegna.
Il Presidente della Repubblica, nel messaggio inviato al recente Congresso delle Fondazioni Bancarie svoltosi a Cagliari, facendo riferimento all’articolo 3 della Costituzione, ribadito il concetto che tutti i cittadini hanno pari dignità, ha affermato: “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione all’organizzazione del Paese. La lotta alle disuguaglianze deve essere, quindi, asse portante delle politiche pubbliche. E, insieme – quale compito della Repubblica – responsabilità della intera società”.
Il Presidente della Regione Sardegna, prendendo posizione sulla continuità territoriale, ha dichiarato: “la tariffa per percorrere un’autostrada è uguale per tutti, per contro la mancanza della tariffa unica per i voli penalizza l’80% di quelli che vengono in Sardegna, o che vorrebbero venirci ma non lo fanno perché scoraggiati dai costi. Abbiamo fatto un’importante conquista: l’inserimento nella Costituzione del principio di insularità; ciò vuol dire riconoscimento dello svantaggio; questo fatto impone che si adottino misure per eliminare le gravi penalizzazioni che colpiscono ancora oggi coloro che vogliono raggiungere l’isola”.
“Anche noi – afferma il Presidente della F.A.S.I. Bastianino Mossa – sappiamo bene che la continuità territoriale resta tutt’ora un miraggio e non possiamo non condividere i richiami su questo tema pronunciati dal Presidente della Repubblica e dal Presidente Solinas”.
È incalcolabile la ripercussione negativa in termini economici che tale condizione di svantaggio genera su tutti i settori produttivi della Sardegna: basta pensare ai costi assurdi che si devono sostenere per esportare le merci dalla Sardegna al resto dell’Italia e al danno che deriva al comparto turistico in presenza di tariffe aeree e marittime non competitive con quelle in vigore per raggiungere altre aree d’Europa e del mondo.
Non è più tollerabile che alcune compagnie aeree si spartiscano i voli sulla base dei reciproci interessi. Da anni noi emigrati sosteniamo che la tariffa agevolata sia giusta, essenziale e sacrosanta per i residenti ma è insufficiente, non solo perché deve essere estesa anche ai sardi non residenti (prima, seconda e terza generazione che continuano ad avere forti legami con la propria terra d’origine) ma soprattuto impedisce di vedere la negatività della situazione nel suo complesso poiché l’ampliamento della tariffa agevolata a tutti costituirebbe un volano essenziale per la crescita economica, sociale e culturale della Sardegna. Che senso ha risparmiare 40 milioni di euro se questo provoca un danno economico incalcolabile al turismo verso la Sardegna a causa dei costi esagerati per i trasporti.
E allora diciamo chiaramente come le cose stanno in realtà: il costo dei biglietti per le prossime festività pasquali lievita vertiginosamente! Per questo motivo ci chiediamo: come può una persona sostenere, per poter andare (in vacanza o per visita ai parenti) in Sardegna e per ritornare a casa, il costo di 400 euro per tratta? Una famiglia di emigrati viene a spendere una cifra spropositata! È vietato ai nostri figli, sia di seconda che di terza generazione, poter godere anche per un fine settimana delle case che hanno avuto in eredità dai propri nonni! Questo privilegio è riservato solo a chi può permettersi grosse spese, che sicuramente non sono nelle possibilità di una famiglia che vive del proprio lavoro.
Per la media di queste famiglie i costi sono insostenibili oggi, figuriamoci quando aumenteranno per i prossimi mesi estivi!
Anche la continuità marittima è sottoposta a stress. Il costo dei biglietti in molti casi è superiore del 70-80% rispetto allo scorso anno. Come se questo non bastasse – si veda il caso della tratta Genova/Olbia –, sono stati cancellati servizi marittimi essenziali. È comunque inaccettabile che si debba pagare un viaggio andata e ritorno Genova – Porto Torres o Genova- Olbia 1.900 euro!
Un sistema di trasporti che riguarda l’Isola non può essere affidato a una trattativa fra privati!
La Regione Sardegna, il Governo Italiano, l’Unione Europea, la politica con le istituzioni tutte, hanno il compito di tutelare i diritti e gli interessi dei cittadini ed è arrivato il momento che, senza ulteriori indugi, si metta mano alla regolamentazione di questa situazione di svantaggio che non riguarda solo la Sardegna ma anche altre isole come la Sicilia e tutte le isole minori. La legge che introdurrà il “principio di Insularità” in Costituzione deve essere il presupposto perché ci si muova in questa direzione.
Ribadiamo a gran voce che la continuità territoriale attiene non solo al diritto, ma riguarda il problema più grande delle politiche di coesione territoriale e di uguaglianza a livello nazionale.
È tempo davvero che quanto scritto nella Costituzione trovi concretizzazione in una legge concordata a livello italiano ed europeo, che sottragga la Sardegna all’incertezza, alla precarietà, alla diseguaglianza, con una continuità per tutti, che garantisca la fruizione e lo sviluppo sostenibile delle risorse straordinarie che la terra sarda possiede: Cultura, Ambiente, Agroalimentare e Ricchezze immateriali.
Qui c’è da manifestare adesso. Organizziamo pullman da tutti circoli e andiamo a Roma basta parole.
Sono perfettamente d’accordo.
Bisogna fare qualcosa
Ma tutti uniti e col supporto degli isolani e della regione!
Sono passati anni dalla manifestazione che facemmo a Roma per lo stesso motivo, anche a Bruxelles andammo… le cose sono solo peggiorate 😏
Questo dimostra ancora una volta che il diritto e le esigenze delle persone, passano in secondo piano nei confronti dei grandi fatturati…
Un articolo che fa capire quanto siamo “sempre più isolati” e come per Pasqua i voli siano lievitati.
È giusto andare ha manifestare a Roma ma ci vorrebbe anche la partecipazione degli stessi isolani con a capo il presidente della regione sarda che come sempre si nasconde. Dovrebbe essere proprio lui il primo ha dare una svolta alla continuità territoriale.
Siamo alle solite non sappiamo farci rispettare Grazie presidente della Regione
Cari amici, sono da sempre contrario a retorica, petizioni di principio e cambi di Costituzione. Soffro moltissimo l’attuale carenza di politiche nazionali e regionali in materia di continuità territoriale (ho la casa dei miei genitori e diversi parenti in Sardegna) ma penso che il modo di affrontare la questione non siano i documenti (ci sono già, fin troppi, e soprattutto c’è l’articolo 3 della Costituzione e tutto il testo costituzionale) ma una diversa e superiore caratura della classe dirigente nazionale e soprattutto, in questo caso, di quella regionale. Vanno semplicemente e seriamente costituite una o più società (per il mare, per il cielo…) di trasporto pubbliche o ad azionariato sociale (pubbliche, cari signori, pubbliche! Contrastano con i criteri correnti dell’elegante e predatorio neocapitalismo privatistico diffuso? Può darsi che il problema sia solo qui, cari amici. Anzi, secondo me è tutto qui). Forse non c’è neppure la competenza , in regione, per affrontare un problema del genere? Eppure la regione sarda non è affatto povera di risorse, dati alla mano. Aiò, coscienza e serietà, e basta documenti!!