di ANTONELLO PALMAS
La costruzione di un ponte viene spesso annunciata e poi, a volte, non se ne fa nulla. «Ma noi quel ponte lo stiamo creando per davvero – ha detto il direttore della Nuova Sardegna, Antonio Di Rosa – perché con questa iniziativa apriamo le porte ai sardi della penisola facendoli tornare virtualmente a casa». Piena l’aula magna dell’università di Sassari per quello che Di Rosa definisce un “giorno storico”, e non era affatto scontato, per la presentazione del progetto “Dalle radici a un nuovo futuro. Identità e migrazione sarda”, che mette insieme Fasi (la Federazione dei circoli degli emigrati sardi) e il Gruppo editoriale Sae che di recente ha acquisito il quotidiano.
All’evento, trasmesso in diretta streaming sul sito internet della Nuova, sono intervenuti anche il presidente e ad del Gruppo Sae (Sapere aude editori), Alberto Leonardis, Bastianino Mossa, presidente Fasi, il rettore Gavino Mariotti e il governatore Christian Solinas.
Il ponte è quello con una realtà incredibile, quella di 70 circoli dei sardi distribuiti in dieci regioni, luoghi estremamente vivaci e attivi dal punto di vista culturale, frequentato da 30mila iscritti e dai loro familiari e conoscenti, nei quali l’amore per l’isola è rimasto intatto e se possibile più forte rispetto a chi non è mai dovuto partire. «Se vuoi conoscere la Sardegna, lì la trovi» dice Mossa, che focalizza l’attenzione «su chi è partito perché costretto dal bisogno, magari con i suoi strumenti di lavoro, le pecore, oppure ha trovato posto in fabbrica».
Una nuova sfida editoriale per il quotidiano che ha compiuto 130 anni e che vuole ricreare un contatto con quel pezzo di isola che vive fuori dai confini regionali. «Abbiamo tanto da offrirci l’un l’altro» ha detto Di Rosa, sottolineando che «il giornale locale è la vera risorsa del mondo dell’editoria perché dà voce a problemi che non potrebbero trovare spazio altrove».
Leonardis, numero uno del Gruppo Sae, ha parlato di «un progetto dal grande contenuto innovativo, non ricordo in altri luoghi d’Italia un accordo tra un’associazione di rappresentanza regionale e un quotidiano», tracciando le linee dell’idea al centro dell’evento: prevista la realizzazione di un inserto interno alla Nuova, con contenuti prodotti dalla stessa Fasi, che darà vita a «un rapporto forte anche dal punto di vista editoriale con la Sardegna che sta in continente, capace di arricchire con valenze diverse il giornale».
Leonardis ha ricordato il ruolo sempre maggiore che avrà il digitale e ha annunciato «la realizzazione di un portale dell’associazione degli emigrati, con i link dei nostri siti, grazie a cui si avrà la possibilità di leggere, approfondire e seguire le iniziative di Fasi e il lavoro della Nuova. Organizzeremo una serie di eventi (uno in Sardegna) nelle città in cui Fasi ha le sedi – promette –. Ragioneremo di problemi, valori e delle criticità dei sardi emigrati». Un modo per dare impulso alle iniziative di e-commerce avviate da Fasi con Coldiretti e ricordate dal presidente, Battista Cualbu: «Frequentando i circoli ho capito quanta voglia ci sia di restare attaccati alla nostra terra», ha detto.
Mossa ha spiegato che proprio nell’ultimo congresso di Fasi si era parlato della crescente esigenza di spingere sulla comunicazione e così, quando la Nuova e il gruppo Sae hanno elaborato la proposta di collaborazione nata dopo un’intervista con il capocronista di Nuoro Luciano Piras, l’adesione è arrivata abbastanza velocemente. E ha svelato come Fasi sia a suo modo un motore economico importante, moltiplicando per 27 ogni euro ricevuto dalla Regione in base alla legge 7/91, grazie allo sforzo per far viaggiare emigrati e ospiti, che vanno poi a spendere nell’isola, e grazie ai contratti con le associazioni di categoria. Il governatore Christian Solinas, ricordando che la Nuova ha dato vita durante la sua lunga storia a grandi battaglie sociali, ha definito «importante l’accordo che consentirà di dare voce a chi vive fuori e fare in modo che si recepisca all’esterno quanto accade nell’isola. I circoli sono un presidio indissolubile di una nazione che si sente tale».
Alessandra Zedda, orgogliosamente «assessora di tutto il mondo dell’emigrazione», ha affermato di non essere «stupita dal fatto che la Fasi abbia sottoscritto un accordo così importante», mentre il rettore Mariotti ha fatto sapere che lo scorso ottobre l’Ateneo ha lanciato il progetto “Ritorno alle origini”, proposto a tutti i circoli del mondo, con cui si prevedono «agevolazioni per i figli degli emigrati che vogliano iscriversi ai nostri corsi e che in questo modo avrebbero modo di restare a contatto con la terra dei genitori».
La cantante Maria Giovanna Cherchi ha chiuso l’evento con una appassionata esibizione, lei che ha portato la sua voce nei circoli di tutto il mondo. Ora sarà la voce dei sardi d’oltre mare a echeggiare nell’isola grazie alla Nuova.
@TottusinPari
lo é da anni in maniera eccellente sia per i sardi in Italia che nel mondo…strano che non se ne siano accorti 😏
Intesa meravigliosa fra la Nuova Sardegna e la Fasi. I circoli sardi sparsi ovunque sono come le stelle pulsanti nel firmamento. . Grazie a tutte le organizzazioni coinvolte che fanno si che la Sardegna. TERRA MADRE Rimanga sempre una fiamma aaccesa nel cuore di ogni emigrato.
Peccato davvero che, all’interno di questo importante progetto non si sia resi conto realmente dell’azione svolta da Tottus in Pari che, senza alcun aiuto e gratuitamente ,con il contributo di tanti ,giornalisti e non, sta svolgendo da ben 25 anni un ruolo di collegamento fra le “due Sardegna”. Mi auguro vivamente che questo venga riconosciuto e che, al posto di vedere il solito fogliettino bisettimanale allegato al quotidiano, si proceda , da parte di SAE , Fasi e RaS ad una interlocuzione piu’ attenta con una rivista -blog- sito informativo che gia’ c’e’ e che va oltre i meri circoli Fasi, Questa rivista e’ Tottus in Pari, con il suo direttore fondatore ed amico Massimiliano Perlato e con i suoi giornalisti e collaboratori.