di ROBERTO ANEDDA
Alessia Mucaria, venticinquenne di Lotzorai, da alcuni anni si è trasferta negli Stati Uniti d’America, dove vive e lavora a New York. Infatti dopo essersi diplomata all’IPSAR di Tortolì, ha preso la decisione di volare oltreoceano per seguire i suoi sogni. Alessia da buona ogliastrina, è molto motivata e orgogliosa delle proprie origini. Conosciamola meglio.
Cosa ti ha portata ad andare all’estero? Il mio obiettivo era imparare l’inglese, conoscere e vivere quella che è l’America. Sono arrivata negli “States” nel gennaio del 2019 con il programma “Au pair”. Il primo anno l’ho passato a Seattle e visitato diverse città, tra cui San Diego dove ho seguito un corso di formazione. Poi ho deciso di trasferirmi a New York dove vivo e lavoro ancora oggi.
Di cosa ti occupi negli USA? Sono una dipendente in un ristorante italiano a Manhattan. Grazie alle altre persone che lavorano con me e alla cucina rigorosamente italiana qui mi sento un po’ “a casa”.
Come è stato l’impatto con la nuova realtà? All’inizio non è stato facile abituarsi a quella che è una nuova realtà, dall’alimentazione ad una cultura diversa. Però il desiderio di viaggiare in questa terra era più forte di qualsiasi altra cosa. Inoltre fin dall’inizio le persone incontrate nella scuola di formazione sono diventate amiche con le quali condividere questa esperienza.
Differenze tra Italia e USA? Sono tante le differenze tra l’Italia e gli Stati Uniti, parliamo per esempio dì sanità: negli USA per garantirsi un’assistenza sanitaria bisogna pagare, a differenza dell’Italia dove è garantita la sanità pubblica. Un altro argomento molto discusso è quello della Costituzione degli Stati Uniti, che permette a tutti i cittadini di possedere un’arma. Nel nostro paese questo non è possibile, se non in alcune eccezioni il porto d’armi ad uso personale. Mentre quello venatorio o sportivo dopo esami e se si hanno determinati requisiti.
Ultimi anni caratterizzati dalla pandemia, come sono stati vissuti dagli americani? Non è stato facile durante la pandemia stare lontana da casa, ci sono stati tanti momenti in cui ho pensato di mollare tutto, e devo dire grazie mio padre che mi dava la forza per non arrendermi, orgoglioso del percorso che stavo intraprendendo. Attualmente la situazione rispetto a mesi fa è cambiata e la città ha ripreso la sua routine, con la folla nelle metropolitane e le file nei ristoranti. Gli uffici sono stati riaperti e i turisti girano di nuovo per le strade. Si può affermare che sia tornata la New York di un tempo.
Consiglieresti ai giovani un’esperienza all’estero? Il consiglio che mi sento di dare è di non aver paura di intraprendere nuove strade, anche da soli. Ricordatevi che comunque, se questa esperienza andasse male, avrete sempre una casa in cui ritornare.
Senti la mancanza della Sardegna? Non potevo immaginare che dopo quel 21 gennaio che 3 anni fa, sarei arrivata così lontano, superando ogni mia aspettativa. La Sardegna mi manca tanto, ma fin dal primo momento in cui ho lasciato la mia famiglia, non c’è stato un momento in cui io non ci pensassi. Inoltre le telefonate giornaliere alla mamma non mancano mai.
Un auspicio per il tuo futuro? Non so se New York sarà il mio futuro, ma è il mio presente. Mi auguro di essere sempre più motivata nel raggiungere i miei obbiettivi, per mio padre.