di CHRISTINE LAURET
“Eccomi qua!” sento una voce dietro di me mentre cerco il suo nome sul campanello.
Mauro Sollai è fatto così. Lo aspetti di qua, ma appare di là. Imprevedibile o piuttosto, naviga tra “l’introvabile e il trovabile“.
È un’intervista accesa. Non ci si annoia mai con maestro Mauro. Lancio un argomento, lo prende al volo e non si ferma più… Anche ciò che non dovrebbe dire, lo dice lo stesso… con un po’ più di riserva però!
In realtà Mauro è integro. Se accetta di fare qualcosa, lo fa e punto. Altrimenti non accetta neppure. Ha acconsentito all’intervista e allora gioca… Risponde a tutto senza veli, è disponibile e si mostra com’è.
Adoro questi personaggi veri, non politicamente corretti e fuori dagli schemi. Un momento con loro è divertimento puro!
Avete presente gli attori di Molière che “giocano” (sì, preferisco decisamente giocare a recitare) personaggi della vita ordinaria che usano l’ironia, la satira e la commedia per correggere i costumi attraverso le risate… ecco Mauro Sollai. La vita è un teatro per lui e giocare è la sua seconda pelle. Siamo in mezzo alla commedia dell’arte.
Dai, riprendiamo dall’inizio. Vi chiedete chi sia Mauro Sollai e come mai scriva su di lui?
Lo vedo per la prima volta sul palco scenico del Teatro Moderno di Monserrato.
Ci vado con un’amica “per vedere un pezzo divertente”, mi dice. Non ricevo nessun’altra informazione.
Meno male! Sono così neutra che quando appare il sindaco del castello (Mauro), vengo intrappolata… presa dalla commedia sembro una bambina: gli occhi spalancati, i denti fuori e le mani pronte a incoraggiare, anzi a complimentare!
Alla fine dello spettacolo scopro che il sindaco è anche l’autore del pezzo. Allora scatta una scintilla dentro di me, la giornalista che sono reintegra il suo corpo e decido di fare conoscenza con questo personaggio atipico.
È un attore, penserete.
Sì, un attore nato. Nato per ammorbidire tensioni e sdrammatizzare con un modo pungente.
Ma non è solo un attore. L’avvocatura è il suo primo mestiere.
Ah! penserete ora, ovvio, un avvocato è la persona ideale per giocare una commedia! Anche io l’ho immaginato… ma non è da tutti coinvolgere un pubblico, essere così appassionato che non si può rimanere di marmo di fronte a chi piace fare il “cretino”.
Allora un attore, un avvocato, uno scrittore e poi?
Poi un musicista.
Anzi, non poi, ma prima di tutto un musicista! Suona la chitarra dall’età di 16 anni e da allora non ha mai smesso. Vi dirò che se entrate nel suo studio di avvocato, la prima cose che vedrete sarà la chitarra che troneggia in mezzo a fascicoli e documenti di ogni genere. La musica ce l’ha nel corpo, migliaia di dischi popolano la sua casa e se non fosse diventato avvocato, sarebbe voluto essere un cantautore…
O benzinaio! (Questo è il Mauro “fuori luogo” che parla…)
La seconda cosa saranno le fotografie sul muro. Le sue. In effetti, la fotografia è una delle sue passioni, anche se ammette di non avere più abbastanza tempo per dedicarsi, però i quadri sui muri dimostrano che anche in questo campo è bravo.
La terza cosa che si nota… o magari la prima, dipende da chi guarda… è il “caos” che regna nella stanza. Qualunque sia il luogo in cui il mio occhio si sposti, vedo documenti, documenti oppure documenti… sulla scrivania, per terra, sui mobili, sugli armadi… una gatta non vi ritroverebbe i suoi cuccioli! Ma signor Sollai sì!
Se dò credito alla ricerca fatta dagli scienziati tedeschi secondo cui: “il disordine stimola la creatività”, quanto dev’essere creativo il nostro artista! E se dubitate ancora, pensate un attimo alla famosa frase di Einstein: “se vedere una scrivania disordinata simboleggia per voi una mente disordinata, allora cosa pensare di una scrivania vuota!” Ci siamo? Sono sicura che avete capito adesso, magari state già creando un po’ di caos nel vostro ufficio…
Comunque, Mauro Sollai è un artista in tutti i sensi e con un certo stile. Ama esibirsi, ma accetta la critica, ama giocare e farsi piacere. Allo stesso tempo è cosciente che quel che conta veramente non è tanto ciò che dà sul palco, quanto ciò che arriva al pubblico, e allora dà ancora di più e si mette in gioco ogni volta che sale sul palcoscenico. Un po’ di apprensione prima c’è, un po’ di ansia anche, ma è diventata un’energia positiva per Mauro che la sfrutta per motivarsi. “Bisogna tapparsi il naso e tuffarsi”, dice lui, poi l’adrenalina fa il resto…
È un personaggio disarmante, a metà strada tra il pesce rosso che scivola tra le mani e il gatto che fa di testa sua, giudica, presiede, ispira ogni cosa. Forse è un po’ elfo, un po’ genio… Non lo troverete mai, però se avete un problema, Mauro spunta fuori come un folletto da una scatola di cartone. Ha la capacità di far uscire il bello dal brutto e nulla lo scoraggia…
In breve, è una sfida cercare di definire Mauro, ogni giorno un cambio di filosofia, programma, idea…
Però: la sua amicizia è intramontabile, la tolleranza è il suo secondo nome, la sua passione per difendere le cause giuste è inalienabile, e il suo spirito di solidarietà dimostra un carattere altruistico.
Aggiungete un pizzico d’ironia, un cucchiaio di follia, una spolverata di determinazione, mescolate il tutto e troverete un personaggio intero, imperfetto e sincero… Umano!
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