di SIMONA DEDONI
“Prendas de oro, prendas de argentu,
cumonis centu, centu cinquanta,
s’angelu accanta, s’angelu Crabieli
a pippia mia di praxidi su meli.”
(un ringraziamento a Tonina Secci per avere di recente ricordato e condiviso questa filastrocca)
Dal 2006 il paese è entrato a far parte del circuito di Autunno in Barbagia e accoglie i visitatori per far rivivere i riti che caratterizzano la comunità.
Nell’ultima edizione svolta, c’è stata la visita delle domus antigas e dei magasinos, alla Miniera di Funtana Raminosa, al rito di Is Fraccheras, al Convegno sul cibo tipico e l’esposizione dei prodotti dell’artigianato e della gastronomia locale, alla sfilata delle maschere tradizionali Maimoni e Grastula, al rito della coiantza antiga, al concerto dei Kantidos e alle musiche tradizionali. Una due giorni ricca di appuntamenti e di tanta voglia di normalità.
A 696 metri sul livello del mare, immerso in una natura incantevole, il territorio di Gadoni occupa una superficie di circa 4350 ettari. Diventato popolare come meta escursionistica negli ultimi anni, si contraddistingue per un’offerta variegata e per una fisionomia storica ed economica unica in quest’area della Sardegna.
Caratterizzato da un’antica e radicata tradizione agricola e pastorale, il territorio di Gadoni ospita quello che un tempo è stato uno tra i più ricchi giacimenti di rame in Europa, Funtana Raminosa. Parte del Parco Geominerario della Sardegna, la Miniera rappresenta per il piccolo centro della Barbagia di Belvì storia, economia e identità. Dal 2020 gli impianti sono aperti al pubblico e le visite sono condotte dagli ex minatori. Durante il fine settimana sarà possibile visitare la Miniera esclusivamente su prenotazione e accompagnati da una guida.
L’area della Foresta Corongia è di grande interesse naturalistico e ambientale. Il suo bosco ricco di lecci si affaccia sulla valle di attraversamento del Flumendosa. Numerosi percorsi sono curati da Forestas, ma gran parte della superficie rientra in proprietà privata. Al suo interno, oltre alla miniera, è possibile ammirare molteplici attrattive, tra le quali il tacco calcareo di Su Campalini (o Su Campanili) e Sa Stiddiosa, una parete gocciolante (da qui il nome, derivato da is stiddius: gocce) che si trova a 300 metri d’altitudine. Per visitare al meglio e in sicurezza il territorio, è consigliabile farsi accompagnare da una guida escursionistica.
L’attrazione principale della manifestazione Prendas de Jerru è sicuramente il rito de Is Fraccheras (o frakkeras), tradizione molto antica attestata in Sardegna esclusivamente a Gadoni. L’asfodelo, una volta seccato, viene unito in fasci lunghi dai 2 ai 4 metri e larghi dai 30 ai 50 centimetri. I giovani li portano in spalla per le vie del paese, senza mai lasciarli spegnere, con l’intento di illuminare la via alle anime erranti.
“Ognuno, dando fondo ad azioni precise e coordinate, cominciò a dare libero sfogo alla celebrazione. Una frakkera dopo l’altra prese fuoco, ed in uno sfavillio di grandi scie di luce, di uno sbocciare di fiori rossastri che si aprivano drizzandosi verso il buio, furono messe in spalla. …
Tutti correvano, sfrecciando come siluri lungo le vie del paese con le frakkeras che si consumavano sulle loro spalle.” Tonina Vacca, ‘Il volo delle anime’
Gadoni, come tutti i paesi dell’entroterra sardo, è interessato da decenni da un forte spopolamento. Per questo Prendas rappresenta per la comunità gadonese non solo una grossa occasione di festa in seguito a settimane di preparazione e mobilitazione collettiva. Ma le festività sono per i nostri piccoli centri anche occasione di rientri, occasione di incontro, occasione di rinascita. A maggior ragione in un periodo come quello che stiamo vivendo.
E allora è giusto partecipare. Andateci al posto di tutti coloro che non potranno esserci. Andate e gustatevi la festa. Assaporate la cocoi ‘e gerda, un impasto che racchiude patate, cipolle e ciccioli di maiale, e gli altri cibi genuini e nutrienti della nostra tradizione. Lasciatevi incantare da sa burra, il tappeto tipico, dai nostri manufatti e dai nostri abiti tradizionali. Recatevi a Foresta Corongia e godetevi le viste mozzafiato offerte dalle nostre montagne. Visitate la Miniera dove i nostri nonni, i nostri genitori e i nostri zii hanno lavorato con tanta fatica.
“Offre silenzi, la mia terra, che sanno d’eterno.” Gabriele Ortu