LA “RESA” DI GRAZIANO MESINA E IL LIBRO DI PIER GIORGIO PINNA “VIRUS E CENSURE – IL CONTAGIO MEDIATICO”

Graziano Mesina e la copertina del libro di Pier Giorgio Pinna

di OTTAVIO OLITA

I carabinieri del Ros lo hanno sorpreso e arrestato durante un blitz notturno in un’abitazione privata di Desulo, a meno di un’ora di strada da Orgosolo, il suo paese d’origine. Così è finita, dopo un anno e mezzo, la latitanza, l’ennesima della sua vita, di Graziano Mesina, Grazianeddu, datosi alla macchia dopo che la corte d’appello di Cagliari lo aveva condannato a 30 anni di carcere per traffico di droga. Dopo l’arresto è stato rinchiuso nel carcere nuorese di Badu ‘e Carros.

            Con una di quelle sorprendenti coincidenze che raramente capitano nella vita, l’epopea mitica di questo falso eroe popolare viene ricostruita in un interessantissimo libro pubblicato qualche settimana fa da Piergiorgio Pinna, storico giornalista della Nuova Sardegna e corrispondente per 31 anni del quotidiano la Repubblica. Il libro si intitola Virus & Censure – Il contagio mediatico, edito da Mediando (173 pag.-14.00 euro), e fornisce una preziosa, accurata ricostruzione dell’intreccio costante che nell’ultimo secolo e mezzo c’è stato tra tragedie, epidemie, vicende umane (il caso Mesina rientra tra queste), intrighi nazionali e internazionali, con i silenzi o peggio le coperture date da una cospicua parte del mondo dell’informazione. Il virus, dunque non è solo quello che colpisce la nostra salute fisica ma anche le conoscenze che dovremmo avere per tutelare libertà e democrazia.

            In sedici capitoli, nei quali periodicamente si aprono degli approfondimenti (focus), la narrazione di Pinna parte dall’arrivo in Sardegna del colera per concludersi con la cruda, determinata, descrizione dei disastri causati dal Covid e dalla pessima gestione della lotta alla pandemia, da parte della Regione, soprattutto nella fase iniziale.

Nell’arco degli ultimi 150-160 anni quanti altri fatti hanno subito quel contagio mediatico di cui l’autore parla nel titolo? Sono tanti e ricordati con una puntualità che emoziona chi li ha conosciuti direttamente, rivivendoli con la riflessione che solo il tempo e l’eliminazione delle censure sono capaci di dare. Puntualità che si trasforma in lezione di Storia per i più giovani che forse non ne hanno mai sentito parlare. Dalla febbre Spagnola alla malaria; da Rovelli e la Sir agli sviluppi industriali; da Andreotti e Cossiga fino alla base per sommergibili nucleari statunitense di Santo Stefano; dai veleni del salto di Quirra all’abbattimento dell’elicottero della Guardia di Finanza, il Volpe 132; dalla terribile, rapidissima, massiccia diffusione dell’Aids e dell’eroina. Il tutto analizzato, senza indulgenze, sottolineando anche i gravi limiti mostrati dal mondo dell’informazione, fino al dilagare delle fake news anche su vicende di assoluta gravità come il ruolo dei vaccini nella lotta alla pandemia e l’insulsa gestione di tanti dibattiti. “(…) ha dominato il clima da caffè mediatico, un ambiente extraterritoriale dove ognuno poteva avere torto o ragione allo stesso modo: il calciatore come il virologo, il fisioterapista come il microbiologo, il sindacalista come il clinico, il regista come il biologo. Hanno prevalso volatilità degli annunci sulle opzioni di assistenza e limiti nell’impostazione delle news. Così come l’inesistenza di linee guida sulle modalità per difendersi in concreto”, scrive Piergiorgio Pinna a pag. 125.

Nessuna autoassoluzione della categoria, anzi a volte un netto j’accuse, come a pag. 99: “Una vera schizofrenia. Prima tanti para-pa-zum: entusiastici. Poi altrettanti clap-clap: ugualmente esagerati. Alla fine, solamente crash, crack, shhh: sincopati. Nel mondo dell’informazione il viaggio virtuale dalle fanfare al silenzio d’ordinanza è breve. Molto breve.”, scrive quando cita il modo in cui viene accolto il Nuovo Millennio, per poi dover rapidamente fare i conti con le tante diverse realtà mondiali. Con una osservata speciale: l’Italia. “In realtà, quella che si lascia alle spalle il Novecento è un’Italia dominata da lobby, conventicole, corporazioni e mafie ancora più che in passato (…). Nulla, o quasi, resta del patto sociale trasparente stipulato con il varo della Carta Costituzionale: i cittadini pagano le tasse, in cambio ottengono servizi a spese della comunità”. Invece, ricorda Pinna, sulla sanità ad esempio, si è assistito ad una disastrosa eliminazione dei servizi territoriali e di prossimità, a favore della privatizzazione, senza neppure troppe differenze tra schieramenti politici diversi. E da lì le catastrofiche conseguenze che si sono avute, dalla Lombardia alla Sardegna, non solo nel lottare contro la pandemia, ma anche nell’ordinaria gestione di assistenza ai tanti malati, acuti o cronici, colpiti da mali diversi.

E’ dunque con grande accuratezza e lucidità che Piergiorgio Pinna nel suo Virus & Censure – Il contagio mediatico dimostra come siano strettamente collegate diffusione delle epidemie, errori politici, silenzi o complicità del mondo dell’informazione. L’unico antidoto, conclude Pinna, è la ricerca della verità, come ha saputo fare il New York Times che, primo e unico organo d’informazione, mentre tutti si stracciavano le vesti sui disastri economici prodotti dal Covid, ha saputo e voluto elencare quanti grandi manager mondiali hanno visto incrementare in modo vertiginoso le loro retribuzioni, mentre le aziende da loro stessi amministrati andavano a picco. Se questo è il concetto di Uguaglianza (égalité), che ne sarà degli altri due capisaldi della democrazia: Libertà e Solidarietà (liberté, fraternité)?

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2 commenti

  1. Pier Giorgio Pinna

    Non è usuale, ma poco importa. Ringrazio pubblicamente http://www.tottusinpari e Ottavio Olita, amico e collega che con passione e grande professionalità ha saputo invogliare alla lettura di questo mio lavoro. Una raccolta di ricostruzioni giornalistiche e denunce civili precedute da un’introduzione di Eugenia Tognotti, storica della medicina e divulgatrice scientifica. Ai lettori l’ultima parola per capire se questo saggio contiene effettivamente elementi d’interesse per interpretare il presente facendo tesoro di lezioni del passato .

  2. Che dire, un figlio della parte più oscura della nostra sardità Abbiamo sempre pensato che fosse un ” balente”, invece era ed è un agglomerato di sciocchezze. Parlarne, cui prodest?

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