di PAOLO PULINA
La relazione di Serafina Mascia
Ci incontriamo nuovamente di persona dopo tanti difficili mesi di contatti solo in video. Il Covid ha seminato morte anche presso i dirigenti e i soci dei Circoli F.A.S.I. (e non si è potuto neanche partecipare ai loro funerali). Ce l’abbiamo fatta scommettendo sulla nostra voglia di ripartenza. Quando la situazione sembrava offrire una relativa tranquillità, l’incertezza è ritornata a tormentarci anche per l’organizzazione di questo Congresso: per fortuna il fatto di essere vaccinati ci consente di ritrovarci di persona. Anche se lo spazio di azione per i Circoli è stato per molti mesi limitato, e i presidenti si sono sentiti un po’ soli, i Circoli hanno portato avanti le iniziative secondo le modalità consentite.
Finalmente si può riprendere oggi il filo del discorso avviato nel sesto Congresso tenuto a Quartu Sant’Elena nell’ ottobre 2016 non solo nei confronti della Regione ma anche nei confronti delle comunità locali della Sardegna tramite il collegamento con i sindaci. Si sono moltiplicate le collaborazioni con i Comuni specialmente per favorire verso l’isola l’attenzione delle persone attratte dal turismo culturale, legato alla valorizzazione delle nostre tradizioni. Si sono attivati corsi di formazione rivolti ai giovani per prepararli a gestire al meglio questo tipo di corrente turistica.
Per quanto riguarda i trasporti, noi emigrati, che sappiamo di essere tanti, non siamo rimasti fermi e siamo riusciti ad avere rapporti diretti con le compagnie. Acquisendo la titolarità di un’agenzia turistica, Eurotarget, e contando sulla base solida del lavoro volontario dei soci, abbiamo trasformato un servizio in una opportunità per i Circoli, favorendo la conoscenza e l’attrattività della loro funzione e quindi fidelizzando nuovi associati.
La F.A.S.I. oggi è una Associazione iscritta al registro nazionale delle Associazioni di Promozione Sociale, ed è quindi una realtà importante nel quadro degli organismi rappresentativi – a livello delle Regioni e su scala nazionale – del volontariato, di quello che si definisce il Terzo Settore.
Ripartendo oggi non possiamo non tenere conto che l’emigrazione continua e non interessa soltanto i cittadini della regione Sardegna, ma anche quelli delle regioni del Nord: è quindi un problema nazionale.
A quella che chiamiamo l’ “altra Sardegna” fuori dell’Isola, la pionieristica legge regionale 7/1991 ha offerto sicuramente un aiuto socio-assistenziale ma è innegabile che oggi i rappresentanti politici della Sardegna poco si preoccupano dei problemi degli emigrati. Non si tiene conto che noi non siamo più enti di assistenza, non siamo un centro di costo, non siamo un algoritmo di spesa. La politica sarda dovrebbe prendere in considerazione i meriti delle nostre associazioni (per fare un solo esempio, i giovani emigrati sardi volontari hanno offerto ai visitatori di EXPO 2015 un esemplare servizio di informazioni – nelle varie lingue – sulle attrattive che offre la Sardegna ai turisti). In particolare la politica sarda dovrebbe occuparsi soprattutto dei giovani che sono costretti ad emigrare: ad essi è giusto prospettare possibilità concrete di ritorno nell’isola ma occorre anche motivare i giovani sardi che vogliono perseguire obiettivi di successo lavorando all’estero (si tratta di specialisti della ricerca, di addetti alla ristorazione, di innovatori nel campo della moda) a mettere a disposizione da remoto le loro competenze specialistiche a vantaggio del futuro della Sardegna. Se c’è questa attenzione da parte della Regione questi giovani difficilmente taglieranno il cordone ombelicale con l’isola-madre e, anzi, ricercheranno anche forme di rapporto comunicativo, concesse oggi dalla tecnologia, tra i loro coetanei sparsi nel mondo.
Per quanto riguarda l’ultimo Piano annuale per l’emigrazione, il forte aiuto che è venuto dall’Assessore Alessandra Zedda ha permesso di tenere aperte le sedi dei Circoli per le iniziative compatibili ovviamente con la situazione pandemica.
Mettiamo in rilievo la sensibilità speciale dell’Assessore Alessandra Zedda per sottolineare il fatto che la F.A.S.I. e i suoi Circoli lavorano a favore di tutti gli Assessorati; nonostante questo, siccome la Federazione non ha una sede operativa nell’isola, non può partecipare ai bandi del Consiglio Regionale. La Fondazione Sardegna, dopo aver esaminato l’enorme e produttiva mole di attività svolte dalla F.A.S.I. a favore dell’isola in campo culturale, sociale, economico (progetto “Sarda Tellus” di valorizzazione delle eccellenze della produzione agro-alimentare) e turistico (Eurotarget), ha inserito la Federazione tra le associazioni che possono partecipare ai prossimi bandi della Fondazione.
In questo periodo di pandemia nessun Circolo ha chiuso e, grazie all’encomiabile lavoro dei giovani di seconda generazione, sono stati aperti due Circoli nuovi (uno in Abruzzo, l’altro in Umbria). I giovani che si avvicinano ai Circoli, devono essere incoraggiati dai dirigenti più anziani.
Serafina Mascia ha concluso la sua relazione sottolineando il fatto che chi ha conosciuto i drammi dell’emigrazione come il popolo sardo non può chiudere le porte alle correnti di migranti che, disperati, scappano dalle guerre.
Gli interventi di Alessandra Zedda
UNO. Alessandra Zedda, vicepresidente e Assessora del lavoro della Regione Autonoma della Sardegna, dopo aver comunicato il saluto del presidente Christian Solinas (“La Sardegna è con i nostri emigrati, dei quali auspica il ritorno a casa”), ha ricordato gli ultimi eventi pre-pandemia organizzati dalla F.A.S.I cui aveva potuto partecipare, in particolare il convegno sulla “Continuità territoriale per la Sardegna” voluto a Saronno nel febbraio 2020 dal presidente del Circolo “Grazia Deledda”, Luciano Aru (purtroppo colpito mortalmente dal Covid alcuni mesi dopo). In effetti è sempre irrisolto il nodo dei trasporti aerei e marittimi che affligge il popolo sardo e tutti sappiamo lo svantaggio che comporta l’insularità.
La Vicepresidente Zedda, apprezzando la vicinanza ai sardi da parte della Regione Lombardia e da parte del Comune di Milano, ha detto che i sardi in tutto il mondo comunque non hanno difficoltà ad integrarsi con le comunità che li ospitano perché essi sono una comunità. Essi hanno trasferito all’esterno l’identità del popolo sardo. Lodata la grande dedizione e la forte passione con cui Serafina Mascia ha guidato la F.A.S.I nei due mandati dal 2011 al 2021, si è dichiarata orgogliosa di essere l’Assessora di riferimento per gli emigrati. Orgogliosa di rappresentarli, ha cercato di visitare i Circoli sparsi nel mondo (Argentina, Svizzera) fino a che la pandemia non ha bloccato ogni movimento. Ma il Covid non riuscirà a fermare la possibilità di incontrare gli emigrati di persona e non più in video. Gli uffici dell’Assessorato saranno attrezzati per dialogare nel più produttivo dei modi con la Consulta regionale dell’emigrazione e con il suo Ufficio di presidenza per dare giusto riconoscimento a quelli che sono i missionari più illuminati per la diffusione della cultura sarda nel mondo.
La sensibilizzazione del valore che l’emigrazione dà alla terra di Sardegna sarà approfondito nella Conferenza internazionale dell’emigrato che si terrà nella primavera del 2022.
DUE. Alessandra Zedda, dopo aver espresso calorosi ringraziamenti a Serafina Mascia per il modo in cui ha guidato la F.A.S.I. per due mandati negli ultimi dieci anni, ha precisato che ha voluto che partecipassero ai lavori del Congresso Marco Sechi (del Servizio Attuazione delle Politiche per i Cittadini) e Ignazio Boi (componente dell’Ufficio di gabinetto). “Su Nou”, il futuro, richiamato nello slogan significa naturalmente che bisogna pensare che il futuro non potrà non essere innovazione e ricerca di nuovi sviluppi e che quindi bisogna arrivare preparati a queste prospettive di trasformazione pur traendo forza dalla esperienza del vissuto (“Su Connotu”), quindi senza farsi bloccare da resistenze al cambiamento. E saranno i giovani i protagonisti di questa “transizione” verso i nuovi assetti globali e locali,
L’Assessorato stava già lavorando, agli inizi del 2020, al progetto di una Conferenza internazionale dell’emigrazione sarda da tenersi entro l’anno ma poi la pandemia ha imposto una insuperabile battuta di arresto. Nonostante questa situazione, le donne si sono confrontate in video-conferenze e il Progetto Donna, nell’ambito delle iniziative poste sotto l’egida di “Casa Sardegna”, ha potuto trovare un canale in cui gruppi rappresentativi hanno potuto discutere gli approfondimenti tematici e organizzativi.
L’intento dell’Assessorato, che ritiene che l’emigrazione sarda ha il valore di una comunità, è quello di favorire una partecipazione corale alla costruzione del disegno del futuro di questa comunità, coinvolgendo innanzitutto la Consulta regionale per l’emigrazione (a partire dall’Ufficio di presidenza) ma non rinunciando neanche a priori all’idea che le decisioni che riguardano i temi dell’emigrazione possano vedere la partecipazione in Consiglio regionale di una rappresentanza (ovviamente senza diritto di voto) espressa dagli emigrati.
L’Assessore ha ricordato la sua azione tesa, in regime di pandemia, 1) a eliminare le procedure burocratiche che avrebbero potuto impedire l’assegnazione di risorse alle Federazioni e ai Circoli e 2) a semplificare le operazioni di rendicontazione.
Per quanto riguarda il progetto “Casa Sardegna”, il simbolo identitario del Nuraghe e l’appeal esercitato dalle squadre sarde dello Sport (calcio: Cagliari; basket: Dinamo Sassari) sono considerati i vettori su cui l’Amministrazione regionale intende investire per qualificare, ottimizzare e valorizzare la presenza dei Sardi in Italia e nel mondo.
Si cercherà di intervenire a favore delle donne e dei giovani facendo in modo che i fondi europei non siano rivolti solo ai sardi ma anche agli emigrati.
Sono state richiamate le tre T (Turismo / Trasporti / Territorio), occupandosi delle quali sarà possibile offrire a tutti la possibilità di arrivare in Sardegna.
Sono degne di incoraggiamento le qualificate iniziative della F.A.S.I. per diffondere i prodotti agro-alimentari della Sardegna (progetto “Sarda Tellus”).
I cenni finali della relazione sono stati riservati alla necessità di perseguire “su nou” della formazione digitale, alle iniziative poste in essere in materia di Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori (GOL; nuovo piano per le politiche attive del lavoro), di reinserimento lavorativo delle donne vittime di violenza, di sostegni da dare alle auto-imprese.
A chiusura l’Assessore ha rivolto un caloroso ringraziamento alla struttura del proprio Assessorato.