LA POESIA IN LIMBA ORANESE DI TOTONI PINNA: ARTE, ELEGANZA E NOBILTA’ D’ANIMO

Totoni Pinna

di LUCIA BECCHERE

La poesia in limba oranese di Totoni Pinna, ottantasettenne, coniuga arte, eleganza e nobiltà d’animo. Conseguita la terza elementare – in seguito frequenterà le serali fino alla sesta – il padre che di mestiere faceva il pastore lo ha condotto con sé a badare agli agnelli.

Dal 1960 al 1963 ha lasciato il suo paese per Monaco di Baviera dove ha lavorato nell’edilizia e un anno dopo il suo rientro a Orani ha sposato l’attuale moglie.

Dopo questa breve esperienza da emigrato in Germania ha fatto per qualche tempo il tassista e il camionista, poi per 20 anni ha lavorato nelle storiche miniere talchifere di Orani fino al 1998, anno in cui si è ritirato in pensione per dedicarsi alla cura del suo appezzamento di terra dominato da un monte che guarda l’orizzonte.

Fonte d’ispirazione dei suoi componimenti poetici che firmerà con lo pseudonimo Su monte bellu vio.

E proprio in mezzo alla natura trovava il nutrimento per le sue liriche fin da quando partecipava ai concorsi paesani dove spesso veniva invitato a cantare. «Ero molto schivo e lo facevo più per gentilezza che per desiderio di esibizione – ricorda –. Ho iniziato a comporre poesie all’età di 15 anni, ma forse anche prima. Ho sempre ammirato i poeti sardi estemporanei e mi dilettavo anch’io ad improvvisare».

Rammenta di avere collaborato all’organizzazione delle competizioni poetiche per la festa dell’Unità, per la festa della donna, per i matrimoni, per San Daniele e Santa Barbara. Ricorda anche di avere conosciuto Piras, Tucconi, Sotgiu e Zizi oggi ultranovantenne, tuttavia senza mai osare un confronto con così grandi artisti.

Totoni Pinna racconta che a sua insaputa gli amici hanno pubblicato alcune sue poesie nelle tre sillogi Cantores de Orani. I suoi versi parlano di disterru, de amore e de tribaliu«pro sos sardos non b’at tribaliu in domo» ; de sos anticos males de sos sardos e ancora dell’ineluttabilità del destino perché sempre uguali sono i mali dell’umanità.

Questo poeta d’altri tempi, umile e cortese, canta temi di grande attualità con misurata ironia.

Vanta l’orgoglio di essere un poeta improvvisatore, «rispondere durante una competizione poetica al collega avversario è ben difficile – sostiene – perché non ti permette di correggere gli sbagli». E come dargli torto!

La famiglia ha raccolto le sue poesie nel testo Una bida in rima con la prefazione di Gonario Coi, mentre l’amico Renato Argiolas, il quale sempre lo invitava a mettere per iscritto le ottave che era solito recitare soltanto, gli ha fatto dono del libro Santomine (così Totoni chiamava le persone che incontrava) dove sono riportate numerose sue poesie.

«Questo è per te» gli disse un giorno sorprendendolo non poco.

Entrambi i libri non sono stati mai pubblicati per espressa volontà dell’autore, troppo riservato e modesto. «Non merito tanto», si giustifica ancora oggi quasi sottovoce. Quale ricorda fra le sue prime poesie? «Quella dedicata ad un amico durante il servizio militare: “cando si provada ogni sacrifiziu / tando si dà perpetu ogni zudissiu”» , recita commosso.

E l’ultima? «L’ottava di ringraziamento che ho recitato alla presentazione del libro Cantores de Orane, ovviamente non riportata nel testo.

“Ringrazio a distintu sas pessones / c’ana postu sacrifiziu e competenzia / gasi sas novas generazione / dae custu libru piccan connoschenzia / de istorias de totus sas zenias”.

Questi alcuni versi.

Ricorda anche di aver composto delle ottave in occasione del trasferimento dalla parrocchia di Orani di don Piero Mula e don Riccardo Fenudi.

Oggi Totoni Pinna si reca in campagna sempre più di rado, limitandosi a qualche passeggiata in quanto sofferente per una lombosciatalgia.

Trascorre le sue giornate in compagnia delle figlie e dei nipoti, legge, telefona e ascolta la radio.

Ama le canzoni di un tempo, quelle in trallallera che cantava durante le gite con gli anziani.

per gentile concessione de https://www.ortobene.net/

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Un commento

  1. Grande persona Ziu Totoni, amico di famiglia e più che parente per mio padre e per la famiglia, essendo loro cresciuti insieme, e quindi chiamato “compare Totoni” da sempre. L’articolo restituisce fedelmente la sua figura e natura di uomo modesto e schivo, ma di grande umanità.

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