“NICCOLAI IN MONDOVISIONE” LA LEGGENDA DEL CAGLIARI DELLO SCUDETTO RACCONTATA DA FABRIZIO PASSEROTTI IL 13 NOVEMBRE CON LA “SARDA TELLUS” DI GENOVA (ORE 17) E IL CIRCOLO “SU NURAGHE” DI ALESSANDRIA (ORE 20)

di SEBASTIANO TETTEI

“Tutto mi sarei aspettato dalla vita, tranne che vedere Niccolai in mondovisione!”. La celebre battuta che Manlio Scopigno, l’allenatore-filosofo del Cagliari ’70, avrebbe pronunciato allorché vide Comunardo Niccolai inquadrato dalle tv, durante gli inni nazionali di Italia-Svezia ai Mondiali di Mexico 70, è rimasta nell’immaginario di tutti a suggellare un’impresa sportiva, la conquista dello scudetto, che resta e resterà sempre nella memoria del popolo sardo.

In giorni come questi che vedono il Cagliari occupare l’ultimo posto della serie A si può  raccontare a figli e nipoti che il  Cagliari di quei tempi portava ai Mondiali sei rossoblù: Albertosi, Niccolai, Cera, Domenghini, Riva e Gori.  Era forte il Cagliari di allora! Era forte in ogni reparto. A più di cinquant’anni è facile snocciolarne  a memoria la formazione titolare: Albertosi, Martiradonna, Zignoli, Cera, Niccolai, Tomasini, Domenghini, Nenè, Gori, Greatti, Riva. Per non dimenticare Brugnera, Poli, Reginato, Nastasio e Mancin.

Tempio della vittoria e teatro delle loro gesta è stato lo  Stadio Amsicora, la “Bombonera” rossoblù cara a tutti i sardi. Le tribune laterali erette su tubi Innocenti e lunghi  tavoloni di legno su cui tambureggiare freneticamente con i piedi al ritmo di “Forza Cagliarì”. La tribuna centrale, riservata ai  “signori”, era in gradoni di cemento. I posti erano tracciati a vernice. Prezzi popolari, invece, per il settore Prato, dove si stava in piedi. Infine,  lungo il perimetro oltre il muro di cinta , la “tribuna alberata” lato Ponte Vittorio, riservato ai tifosi più coraggiosi e spericolati che si arrampicavano sui rami invano contrastati dai carabinieri a cavallo. Si arrivava allo stadio un paio di ore prima per trovare posto nel settore Prato. Ogni partita era una festa.  Gli spalti si trasformavano in un picnic universale che effondeva una incomparabile miscela di profumi e odori.  Ci si portava da casa panini, formaggi, salcicce, mandarini, vino, spuma e, i più raffinati, il thermos di caffè. Il sale veniva, invece,  lanciato sulla pista rossa di atletica leggera per propiziare la vittoria.

“Lo scudetto del Cagliari – scrisse Gianni Brera – rappresentò il vero ingresso della Sardegna in Italia. Fu l’evento che sancì l’inserimento definitivo della Sardegna nel costume italico”.

In  omaggio agli eroi dello Scudetto è stato allestito lo spettacolo teatrale “Niccolai in mondovisione” a cura della compagnia “I Girasogni”. Interprete: Fabrizio Passerotti. Regia: Giulia D’Agostini. Testi di Bepi Vigna (Zonza Editori – 2008, 96 pagine, euro 6,90) che, nel titolo del suo libro, rimanda proprio alla celebre frase di Manlio Scopigno.

“Ci sono vicende sportive – troviamo scritto nella sinossi della rappresentazione teatrale – il cui significato trascende il fatto agonistico e finiscono per caricarsi di valenze sociali e politiche. Con la loro impresa, Gigi Riva e compagni hanno scritto una grande leggenda moderna che racchiude in sè il sogno e il riscatto di un intero popolo”.

Lo scudetto conquistato dal Cagliari nel campionato 1969/70, sarà quindi raccontato come in un mito antico da Fabrizio Passerotti in un monologo di 75 minuti che si terrà:

  • Presso il centro civico Buranello in via Giacomo Buranello 1 a Genova alle ore 17:00
  • ad Alessandria sabato 13 novembre alle ore 20:00 presso la sala Luigi Selis del Circolo “Su Nuraghe”, via Sardegna, 2.

Si consiglia di segnare in agenda e di portare anche figli e nipoti per recuperare un po’ di coraggio e alimentare qualche speranza in un momento in cui il Cagliari si dimena all’ultimo posto della classifica.

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3 commenti

  1. Nin vediamo l’ora!!!❤❤

  2. Felice che ospitiate il mio testo dedicato alla leggenda del Cagliari dello scudetto.

  3. Scritto così, sembra che il testo sia del signor Passerotti. Io ho letto il libro di Bepi Vigna, credo sarebbe stato corretto citarlo, no?

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