MAESTRO DI VITA E DI FEDE: GIUSEPPE CONGEDDU E L’INSEGNAMENTO, LA MUSICA, LA SCRITTURA

Giuseppe Congeddu

di LUCIA BECCHERE

Nel 1926 nasce a Nuoro Giuseppe Congeddu, padre muratore e madre casalinga, persone oneste e devote. Diploma magistrale nel ’45, prima nomina a Lollove e poi Orroli dove crea un laboratorio di scrittura promuovendo Il mio giornalino, «per instradare nella via del bene e della virtù i miei bambini». Pur con la prospettiva di una brillante carriera da ufficiale istruttore, dopo il servizio militare riprende l’insegnamento a Birori, Macomer e Nuoro-PratoSardo in una pluriclasse, raggiungendo la sede a bordo di un calesse messo a disposizione dell’artiglieria.

Nel 1952-53 insegna in città al Podda e con la collaborazione di alcuni colleghi fra i quali il maestro Pasquale Mingioni, fonda il giornale Scuola Nuorese, costretto a chiuderlo dopo pochi numeri per l’ostruzionismo di chi non condivide le sue idee innovative.

Sul finire degli anni ‘50 si trasferisce ad Orani dove dà vita ad una piccola orchestra composta da manovali e contadini che niente sanno di musica. Fattosi garante presso la ditta Arca, dota gli aspiranti musicisti di strumenti da pagare a rate. Aveva appreso la musica dal professor Madrigali che avendo colto in lui notevoli capacità, lo accolse nella sua banda.

Col primo stipendio acquista una fisarmonica e apre la sua casa di via Montanaru (rione Santu Predu) a tutti gli appassionati di musica: Banneddu Ruiu, Nedo Pirisino, Giuseppe Tanchis, al suo fianco anche i fratelli Cincino aspirante chitarrista e Domenico (Duminicheddu) esperto di operistica. Amico dei fratelli Soru ( frades Soreddos) che dall’Argentina avevano importato la coinvolgente musica tanguera, al suono di quelle note e delle potenti voci di Pirisino (tenore), Tanchis (baritono) e Ruiu (basso), perfino la casa sembra scuotersi dalle fondamenta.

Mastru Congeddu è un fiume di idee che traduce in azioni. «Aiata totas sas birtudes. Fiti una prendha. – dice oggi di lui il fratello Cincino con il quale traduce Il giorno del giudizio di Salvatore Satta in sardo nuorese Sa die ‘e su zudissiu. – È stato di grande aiuto a noi fratelli, col suo stipendio sopperiva alla precarietà economica di un padre muratore». Annota tutto, perfino le cose apparentemente più banali. Un diario racconta la sua pur breve esperienza al magistero nel capoluogo sardo dove aveva sostenuto gli esami d’igiene, diritto e legislazione, letteratura italiana, latino e spagnolo. Studi che metterà a frutto nell’impartire lezioni ai giovani colleghi candidati al concorso magistrale.

Nel ‘62 lavora sul bibliobus, una sorta di biblioteca ambulante con il quale raggiunge i paesi più sperduti per mettere i libri a disposizione di tutti. L’anno successivo otterrà la titolarità alle elementari di San Pietro dove insegnerà fino al pensionamento avvenuto nel 1983 dopo 37 anni di servizio.

Giuseppe Congeddu è in piedi secondo da sinistra

Durante un ritiro spirituale a Galanoli viene a contatto con i Cursillos de Cristianidad, movimento ecclesiale cattolico internazionale. Costante figura di riferimento, vivrà questa esperienza come momento di crescita umana e spirituale.

Durante il ricovero all’oncologico di Cagliari, seppur gravemente malato, con la collaborazione di tutti i degenti, promuove e coordina il giornalino L’equipaggio del sottomarino nel voler dare un po’ di sollievo alla loro sofferenza. «A chi mi chiede come sto – scrive – rispondo che mi sento in croce con Gesù, felice perché protetto nelle sue braccia». «Di lui mi porto dentro la grande umanità – parla con commozione il figlio primogenito Sandro, laurea in chimica, ex insegnante di sostegno – e il suo aver saputo valorizzare le capacità residue delle persone per tentarne il recupero. Entrava in relazione con i sofferenti, i carcerati e nel massimo riserbo soccorreva i derelitti per strada offrendo loro cibo e conforto. Padre presente e premuroso, per noi figli un grande esempio di vita».

Mastru Congeddu muore il 6 marzo 2004 dopo due anni di malattia lasciando incompiuto il 4° volume di La Bibbia per noi, commento alle Sacre Scritture. Una folla immensa lo accompagnerà all’ultima dimora.

per gentile concessione de https://www.ortobene.net/

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