poesia di GIUSEPPE FLORE; commento di GIANRAIMONDO FARINA
Una splendida poesia che ti commuove e ti tocca nel profondo. Con grande pathos e delicatezza il poeta ricorda il momento tragico per eccellenza vissuto dalla comunita’: l’incendio della foresta demaniale partito dalla valle di Traschia (“sa pala de Traschia”) in cui perirono sette giovani guardiafuochi anelesi il 31 luglio 1945. Un dramma per il piccolo paese del Goceano, appena uscito come il resto degli altri comuni italiani dal secondo conflitto mondiale, avendo avuto giovani caduti e dispersi. Quella che doveva essere una domenica di festa, si tramuto’ in tragedia con un fuoco divampato in una delle piu’ amene ed impervie localita’ del Demanio. Ebbene, in questa poesia emergono chiari e nitidi i ricordi: ricordi di una foresta che fu, piena di vita, di alberi, acque e selvaggina (arvures, abbas e lepperes). Ricordi, soprattutto, di una comunita’ che non deve dimenticare. Qua, in Peppe, e’ magistrale l’eredita’ lasciata dal grande Nicolino Pianu, che questo dramma lo ha esemplarmente descritto e raccontato a futura memoria degli anelesi. Vi e’, esplicito, l’invito a non dimenticare (“Insisti pro ischire! No ti frimmare!). Il poeta, infine, invita a guardare bene la valle di Traschia: luogo particolare in cui, quando nel resto della montagna inizia il pomeriggio (“cando in su monte che dae orta sa die”), a Traschia sembra mezzogiorno (“parede punta e mesudie”). Una luce di vita (“Lughe de vida”) che e’ anche luce di speranza.
Perirono nel compimento del proprio dovere sette giovani volontari anelesi: Giovanni Sanna 51 anni, Antonio Satta 46 anni, Giovanni Antonio Sini 38 anni, Settimio Farina 22 anni, Salvatore Paoni 21 anni, Silvestro Virdis 19 anni, Antonio Loi 18 anni.
Di questa tragedia… Ho sentito parlare fin da bambino. Ma il ricordo è rimasto sempre vivo. Ed è stato un monito x tutti che col fuoco non si scherza…
Le salme di questi giovani riposano tutti insieme al cimitero di Anela in un sacrario, come in un altare sacrificale.
E’ un ricordo perenne tramandato di padre in figlio, veramente toccante.