di MARCELLO ATZENI
Giovedì 8 luglio, alle 18.15, nella terrazza della Fondazione di Sardegna, in via San Salvatore da Horta 2, Cagliari, si parlerà di eutanasia legale.
E’ l’associazione “Walter Piludu” a organizzare la conversazione “Liberi fino alla fine”.
La traduzione di eutanasia, che deriva dal greco, è dolce morte.
L’associazione intitolata all’ex presidente della provincia di Cagliari, si batte affinché vengano riconosciuti i diritti dei malati terminali, che decidono di staccare la spina, o farla staccare da un medico, senza che questi incorra in sanzioni di qualunque tipo.
Dolce o non dolce, ognuno, secondo tantissimi, deve avere il diritto di dire addio quando non riesce più a sopportare il peso di una malattia squassante.
Iniziare a parlarne, pubblicamente e senza fronzoli, fino ad agitare le coscienze per poi sfociare in un referendum, che, appunto, possa essere la fine di un iter per la liberalizzazione di una pratica controversa.
Il malato, ancora capace di intendere e di volere, comunica a un medico la sua decisione.
Il camice bianco lo accompagnerà sull’altro lato del cielo, senza essere accusato di essere un omicida.
La conversazione aperta a tutti, si aprirà col discorso introduttivo di Mario Cardia, medico specialista in anestesia, rianimazione, terapia intensiva e del dolore.
Seguiranno gli interventi di Aldo Luchi, presidente dell’ordine degli avvocati di Cagliari, di Mario Maffei, avvocato del foro di Cagliari e del medico Luigi Mori.
Coordina Alessandra Pisu, presidente dell’ associazione “ Walter Piludu”.