di GIANRAIMONDO FARINA
Una recente e breve ricerca operata dal sottoscritto ha messo in evidenza l’ennesimo sopruso, per non dire usurpazione, perpetrata ai danni del comune di Anela, misconoscendo la sua storia moderna, sociale ed economica
E’ il caso della fantomatica Associazione culturale, afferente al comune ultramontano di Nughedu S. Niccolo’, con cui Anela confina nella parte nord-orientale. Ebbene, in codesto comune, e’ sorto ed e’ operativo da tempo un sodalizio culturale denominato, appunto, TRIBIDES, con lo scopo di divulgare e promuovere la storia e la cultura naturalistica del territorio, quello locale, pieno, comunque, di rilevanze. Tutto bene, fin qui. Peccato, pero’, che la denominazione data all’associazione, desta non qualche perplessita’. Una prima spiegazione, peraltro male enucleata ad una prima rimostranza fatta dal sottoscritto ai soci, farebbe derivare il nome dal c.d. “tripode bronzeo” di Santadi, patrimonio, a ragion veduta di tutta la Sardegna. Ribadisco: ottima scelta, peccato mal spiegata e giustificata da parte nughedese. Un’altra spiegazione (forse la piu’ accreditabile) e’ quella che farebbe derivare il nome dell’associazione al palazzo nughedese di campagna detto “di Tribides”. Appunto, il mero palazzo (“su palatu de Tribides”), perche’ tutto il resto del territorio di Tribides, oltre l’omonimo torrente, da ormai tre secoli, fa parte integrante del comune di Anela! Altra motivazione, ancora piu’ difficile da spiegare e’ quella relativa ai c.d. “tre menhir” esistenti in quel territorio ai confini di tre comuni: Nughedu, Bonorva e Bono… . Ed anche qui la “falla” e’ piuttosto evidente poiche’ non si fa’ alcun riferimento ad Anela, comune nei cui confini ricade il citato sito. E’ bene, quindi, specificare e ribadire che Tribides fa parte interamente del territorio settentrionale anelese, delimitato a nord dall’omonimo torrente, che, detto di Tribides appunto, segna, direttamente, i confini fra i comuni di Anela, Bono e quello ultramontano di Nughedu di S. Niccolò (da qui Tribides, tre confini) con ,p oco più ad occidente, anche i territori comunali di Bonorva ed Ittireddu. Il territorio ed il sito di Tribides fanno, quindi parte integrante della memoria storica, sociale e collettiva della comunità di Anela! Assieme ad altre località come Siccadores, Cambadu, Cagheri, Onevola , Urchinele, Pranu Oschiri, Cuccuru Mudregu per non parlare dei più famosi Sos Furrighesos, fanno parte, un po’, dei “luoghi dell’anima” dei veri anelesi: luoghi per cui, a cavallo tra XVIII e XIX secolo, un popolo, quello anelese, di poco più di duecento anime, composto in maggioranza da contadini, porcari e servi porcari, dovette difendersi, “con le armi e con il sangue”, il proprio lebensraum , spazio vitale, dalle continue usurpazioni perpetrate dai comuni confinanti , fra i più ricchi, allora, della Sardegna e composti da una potente classe di pastori e proprietari terrieri (in primis il villaggio logudorese di Nughedu). Pastori e proprietari terrieri cui dovevano “far gola” i terreni demaniali ademprivili, fertili, produttivi e ricchi di ghiandifero (Anela faceva parte della Regia Contea di Gocéano) ed apparentemente, poco difesi, della Montagna del Gocéano, nella fattispecie di Anela. E’ bene, quindi, ricordare, che Tribides rappresenta la c.d. “linea del Piave” per cui tanti nostri antenati anelesi (SOS MANNOS) diedero la vita, sia fisicamente che nel duro lavoro quotidiano, salvando il paese dall’estinzione e contribuendo a riportare, anche con l’utilizzo della forza, il confine (sa lacana) oltre il fiume. Gesti e storie sconosciute ai più, ma conosciute a chi è anelese da generazioni, che le ha sentite in famiglia, comprovate, poi, dalla consultazione dei documenti archivistici. Alla luce di ciò, occorre avere rispetto di questa storia che, sebbene microstoria, è, pur sempre una storia, nello specifico una storia economica che, come direbbe Carlo Maria Cipolla, “fa parlare le fonti ed i numeri”. Motivo per cui sarebbe auspicabile che la citata associazione nughedese ridefinisse e cambiasse la propria denominazione e, magari, collaborasse con le associazioni culturali anelesi insistenti sul territorio al fine di fare di Tribides, un vero e proprio luogo d’incontro e di scambio, nel segno di una memoria veramente condivisa e senza dimenticare il passato.
Che fanno le Autorità Comunali?
io però mi chiedo cosa faccia o sta facendo l’amministrazione comunale per preservare, tutelare e valorizzare il nostro territorio, posto che solo il comune di Nughedu se ne sta curando?
La chiesa di Santa Bellina!
Si ma Tribides ad Anela non e’ la