Sarà per il maestrale che da queste parti soffia un giorno sì e l’altro pure, sarà per la scarsa densità demografica o, forse, per quei fazzoletti di lecci e olivastri che si sono salvati dalle motoseghe e caratterizzano la campagna sassarese. Sarà per tutte queste cose ma un dato è sicuro: Sassari è la città d’Italia meno inquinata dalle polveri sottili. Un record certificato dall’Agenzia europea per l’ambiente che proietta il capoluogo turritano nelle posizioni di testa della classifica dei paesi Ue, con il 14esimo posto assoluto e un trend in costante miglioramento.
L’Eea ha fornito alcune anticipazioni di uno studio cominciato due anni fa. Non cita le altre città sarde ma fa sapere che in coda alla graduatoria, in maglia nera, ci sono altri due comuni italiani – Cremona e Vicenza – che si dividono il poco invidiabile record di essere tra le cinque città del vecchio continente con i più alti livelli di inquinamento da particolato sottile (PM2.5).
I dati, che si riferiscono a una media tra emissioni certificate dalle centraline Ue nel 2019 e stime 2020, hanno preso in considerazione numerosi parametri e si prestano a diverse interpretazioni anche perchè nel frattempo è esploso il problema covid con i lockdown generalizzati e tutte le restrizione imposte dai governi per cercare le fermare la pandemia. Ebbene, le chiusure non hanno migliorato di molto la situazione nelle città europee «perché hanno avuto un impatto significativo sul biossido di azoto causato dal traffico – spiega Catherine Ganzleben dell’Agenzia europea dell’ambiente – molto meno sul PM2.5 e, più in generale, sulle polveri sottili».
Le aree con più alti livelli di inquinamento da particolato, ha spiegato la responsabile del progetto, si spiegano «con l’utilizzo del riscaldamento a carbone come nei paesi dell’Europa centrale e, per la Pianura padana, con la concentrazione dell’industria e con ragioni geografiche, nel senso che le Alpi fanno da cintura che impediscono la dispersione degli inquinanti».
Nella classifica europea ultima città per la qualità dell’aria è Nowy Sacz (in Polonia), al 323esimo posto. Cremona è al 322, Slavonski Brod (Croazia) al 321esimo e Vicenza al 320esimo. Sassari si gode invece il suo primato e ne può andare fiera perchè i dati sono in costante miglioramento e sono confermati da un recente studio di Legambiente che esclude tutti i capoluoghi di provincia sardi dalla mappa delle zone considerate a rischio. Anche Legambiente ha stilato una classifica delle città “fuorilegge” per avere superato i limiti giornalieri previsti per le polveri sottili suggerito dalle Linee guida dell’Organizzazione mondiale della Sanità.
Nella Penisola su 96 capoluoghi di provincia analizzati 35 hanno superato almeno con una centralina il limite. A Torino spetta la maglia nera con 98 giorni di sforamenti, seguita da Venezia, Padova, Rovigo e Treviso. Al sesto posto si trova Milano e poi le prime città del sud come Avellino, Frosinone, Napoli e Catania. La Sardegna almeno da questo punto di vista, è un’isola felice e Sassari, una volta tanto guarda tutti dall’alto.