di MASSIMILIANO PERLATO
Allenamenti duri e incessanti e tanta voglia di misurarsi e crescere in una disciplina dove la concorrenza è alta. Eppure Dalia Kaddari non ha mai avuto la paura di affrontare le sfide, anche quelle che appaiono impossibili.
Nata a Cagliari il 23 marzo 2001, in sette anni, a partire dal 2014, è riuscita con energia e determinazione a scalare i vertici dell’atletica italiana fino a diventare campionessa assoluta nei 200 metri. Titolo continentale conquistato il 30 agosto a Padova, vincendo la gara con il tempo di 23”30. Una figlia del vento che veste i colori della Sardegna.
Ha il nome di un fiore stupendo e un sorriso che riverbera la limpidezza dei suoi anni e un cognome marocchino. Con lei i superlativi si possono sprecare perché è bellissima, velocissima ma ha pure rari talenti e la persistenza per metterli a frutto.
Da giovanissima si è fatta notare dentro e fuori dalla pista: è stata anche Miss Quartu Sant’Elena (cittadina del cagliaritano dove risiede) dopo aver provato quasi per scherzo il concorso nel 2016. Il papà Hassan da una trentina d’anni vive in Sardegna tanto che ora lo chiamano Sandro; la mamma invece è sarda. Dalia ha praticato sport fin dalla più tenera età e non ha iniziato con la corsa: il suo primo amore fu il basket, poi i suoi istruttori assimilarono il suo talento naturale per l’atletica.
Lei si è accostata a questa disciplina a 13 anni tesserandosi per la Polisportiva Tespiense di Quartu Sant’Elena. Con la complicità del professore di ginnastica e del preparatore atletico Fabrizio Fanni, che insisterono nel persuaderla a testare la pista, senza obbligo.
Nella sua determinazione c’è l’arma vincente. Deve certamente molto a sè stessa e alla capacità di persistere nei suoi obiettivi. Si getta a capofitto nell’avventura e non si pone limiti, pur con la dovuta umiltà, che non guasta, oltre al maturo temperamento. Dopo aver conseguito il titolo assoluto non si è fatta mancare nemmeno un’altra grande soddisfazione. Quella di battere il record italiano under 20 dei 200 metri nel tradizionale “Galà dei Castelli” a Bellinzona. Dalia, che ora gareggia per le Fiamme Oro, ha corso la distanza in 23”23. Ma la figlia del vento sarda si è fatta notare, due anni fa, anche oltre oceano. A Buenos Aires ha conquistato la medaglia d’argento, sempre nei 200 piani, ai Giochi Olimpici Giovanili, stabilendo la miglior prestazione italiana della categoria allievi in 23”45. Ma il suo palmares non si ferma qui. Nel 2017 a Rieti aveva ottenuto la medaglia d’oro ai campionati italiani under 18, si era ripetuta un anno dopo, sempre nel centro laziale per poi salire sul gradino più alto ai campionati nazionali indoor under 20 ad Ancona. Tutte vittorie rigorosamente ottenute sui 200 metri. Anche nell’anno del Covid, una pandemia che ha praticamente messo a tacere le voci degli sportivi sui campi e negli stadi, Dalia ha saputo cogliere un altro successo. Ad Ancona ha riscritto il proprio nome nell’elenco “dorato” dei 200 piani indoor nazionali.
Possiamo solo immaginare che l’obiettivo raggiunto di partecipare alle Olimpiadi estive di Tokyo rendono orgogliosa lei e il suo allenatore, che Dalia definisce come una delle persone più importanti della sua vita, un secondo papà. Fabrizio Fanni è una figura centrale nel suo percorso, colui che la accompagna sin dal principio nella sua crescita agonistica da velocista, nonché l’uomo capace di tenerle testa con il suo atteggiamento pacato.
L’impegno sportivo Dalia lo vive con pacatezza e un’ottima organizzazione che limita al minimo il tempo libero, ma non sente particolarmente il sacrificio perché sceglie ogni giorno di rinnovare il suo amore per l’atletica. La famiglia e gli amici veri la appoggiano interamente.
Non vedo l’ora di vederla gareggiare a Tokio.