di ROBERTO MARONGIU
Utilizzando gli strumenti digitali, che le nuove tecnologie ci mettono a disposizione (Video Call WhatsApp), abbiamo conversato con Guerino Melis, Terralbese e Newyorkes.
Guerino, per iniziare ti chiedo di fornirci i tuoi documenti di identità delle tue due nazionalità, Italiana e Statunitense. Guerino Melis, nato ad Oristano il 21 marzo 1964. Figlio di Leonida (Lilli) e Maria Ausilia
Carvone. Eh sì! Mio nonno Guerino è stato una vita in politica nell’amministrazione comunale a Terralba, nonché uno dei soci fondatori della Cantina Sociale del Campidano di Terralba. Sono Sposato dal 2002 con Daniela, cresciuta tra Roma e gli USA. Laureata in antropologia alla City University of New York, Hunter College. Ha lavorato per diversi anni come freelance producer all’ufficio corrispondenti della RAI di New York. Iniziamo dalle origini, come ricordi la tua infanzia e adolescenza a Terralba. Quanto tempo è passato e quanti bei ricordi! La crescita demografica andava a un ritmo molto più veloce rispetto a questi ultimi decenni, quindi la popolazione dei bambini e ragazzi dai 0 ai 15 anni era numerosissima e tutti i vicinati densamente popolati. La gioventù viveva molto più a stretto contatto rispetto a quelli di oggi, la comunità allora era un insieme di grandi tribù, l’appartenenza era decretata dal vicinato in cui si viveva e i fratelli maggiori o i più grandicelli di età erano quelli che in qualche modo, dettavano legge. Il nostro Instagram erano le vie del centro storico, Via Cavour, Cesare Battisti, Trieste, Azuni. Il nostro Facebook era Piazza Marconi e occasionalmente si provava l’ebbrezza di “sconfinare” in altri rioni, una scappata a San Ciriaco o Domus Beccias era un’avventura!
Quale è stato il percorso che ti ha portato a lasciare Terralba e la Sardegna? È cominciato dalle scuole dell’obbligo coi libri di geografia. Era bello rendersi conto che al di là del Tirreno e anche oltre, c’era tutto un mondo da scoprire.
Da 20 anni vivi negli States, ma prima di trasferirti definitivamente a New York, hai vissuto e lavorato in altri Paesi. Come è stato questo tuo percorso professionale e di vita? Sono stato fortunato. Rispetto a
oggi era più facile viaggiare, si prendevano gli aerei con rotte internazionali o intercontinentali come ora si prende un autobus, perché non esisteva il terrorismo. Si entrava ai concerti dei più famosi gruppi rock del mondo senza passare mille controlli o metal detector e la parola pandemia si sentiva solo nei film di fantascienza. In più, in ogni fase della mia vita ho potuto fare quello che desideravo in quel momento, da un viaggio all’altro.
Sei un grande professionista, un sommelier stimato e apprezzato con esperienze nei migliori Ristoranti di New York. Come e perché hai affinato i tuoi studi e il percorso professionale nel settore enologico? Ritrovandomi a New York nel 2002 è stato facile per me affinare gli studi dell’ospitalità in generale e andare avanti in un percorso professionale coi vini. New York è una città estremamente dinamica, stimolante, seducente e piena di energia. Mi ha dato la possibilità di essere dentro al migliore mercato vinicolo del mondo – alla pari di Hong Kong e Londra – ne sono rimasto affascinato immediatamente quando sono arrivato, e così dopo aver frequentato la Sommelier Society of America ho avuto la fortuna di essere assunto come Sommelier da Gordon Ramsay, dove sono rimasto per sette anni, prima di accettare altre esperienze lavorative sempre nel campo dei vini.
Quali sono le bottiglie che non possono mancare nella tua cantina? Idealmente lo Champagne, ma a seconda del budget, vanno bene anche le altre bollicine Francesi, Italiane o Spagnole. Per quanto riguarda i bianchi: Riesling della Mosella in Germania, i bianchi dell’Alto Adige e dell’Austria e qualche bianco della Borgogna. Vini rossi: Barolo e Barbaresco principalmente, ancora Borgogna e i vini Siciliani della zona dell’Etna e Vittoria (Ragusa). Naturalmente non possono mancare il Vermentino, Cannonau e Bovale, che ben si adattano alla mia cucina di tutti i giorni!
Come sai, Terralba ha un vitigno autoctono, Bovale, che da sempre contraddistingue la sua storia economica e culturale, qual è il tuo parere, da professionista, sul nostro doc? Ci sono legato affettivamente perché lo coltivava anche mio padre ed essendo un romanticone, mi ricordo quanto era inebriante il profumo di quel mosto. Fa piacere vedere che in questi ultimi anni si stia riprendendo il posto che gli compete sul mercato. È un rosso di corpo e struttura con grande personalità, eclettico negli abbinamenti,
io lo trovo ottimo non solo con i classici secondi della nostra cucina ma anche coi risotti dai sapori decisi (ai funghi, radicchio e gorgonzola, speck e radicchio) e addirittura coi secondi piatti della cucina asiatica in generale, quelli leggermente speziati.
Quindi Guerino, Terralbese che ha viaggiato tanto, cittadino americano con doppio passaporto, cittadino del mondo, come vivi queste due culture, quella Sarda che ti ha dato i natali e formato e quella Statunitense che ti ospita e di cui sei un cittadino? È una bella combinazione, ho tratto il meglio dall’una e dall’altra. Da Italiano e Sardo mi sento legato alle nostre tradizioni e alla nostra cultura, nel nuovo mondo guardano con grande rispetto la cultura Italiana, e cerco di esserne un degno ambasciatore. Da naturalizzato americano ho imparato a non aver paura o pregiudizi su tutto ciò che è nuovo. Ho anche imparato a vedere tutto ciò che ci offre la vita in un’ottica positiva, non lamentarmi troppo e pensare che domani ci sia sempre qualche buona opportunità da cogliere al volo.
Che considerazioni puoi fare della tua esperienza professionale e di vita da cittadino del Mondo? Penso di aver fatto la scelta giusta,a New York a livello professionaleho fatto delle esperienze che nonavrei potuto fare da nessun’altraparte del mondo.La vita da cittadino del mondo alcunevolte è stata dura, mi sono mancatigli affetti e i posti a cui ero affezionato,ma ho avuto modo di vivereincredibili esperienze di vita.
Come e dove vedi il tuo futuro? Il futuro prossimo, per qualche anno,a livello professionale ancoranegli USA.Appena sarà giunto il momentodi appendere cavatappi e tastevin alchiodo decisamente in Sardegna! Daqualche parte in Gallura, possibilmentein collina con vista sul mare.
In conclusione, cosa vuoi dire ai tuoi parenti e amici Terralbesi? Un messaggio per i giovani: siate curiosi. In ogni viaggio c’è tanto da imparare, ma soprattutto, ogni volta che prendete un aereo, state per leggere un meraviglioso libro di avventure.
#terralbaierieoggi
Grande Guerino