di LUCIA BECCHERE
Protagonista assoluto e indiscusso della vita spirituale, sociale e politica della comunità olianese dal 1905 al 1965, Canonico Pietro Bisi, per tutti “su vicariu”, ha lasciato un ricordo indelebile dei suoi sessant’anni di attività pastorale. Nato a Bitti nel 1978, fu ordinato sacerdote a 22 anni. Un anno di ministero a Siniscola, cinque a Lula e poi Oliena. A quei tempi il benessere e la cultura era in mano a pochi, la popolazione che viveva dei soli prodotti della campagna, versava in una situazione di povertà, ignoranza, disoccupazione, abigeato, ingiustizie e scarse offerte culturali – c’erano solo le elementari, le medie verranno istituite nel ’52. Inoltre il paese non era dotato di rete idrica e dei più elementari servizi igienici.
Su vicariu guidò il paese operando con spirito di carità e grande generosità. Conosceva tutto e tutti, nella sua casa parrocchiale accoglieva chiunque avesse bisogno di una buona parola e per questo la maggior parte dei cittadini facevano riferimento a lui che sapeva ascoltare, suggerire ed intervenire in ogni circostanza per sedare malumori e superare difficoltà. Per trovare soluzioni lavorative si attivava con grande premura presso i politici di turno ai quali chiedeva collaborazione per la sistemazione di padri di famiglia e di giovani disoccupati che spesso venivano collocati nei nosocomi e nei vari uffici di Nuoro. Grazie a lui, quel popolo fiero, semplice e laborioso si avviava verso un certo benessere economico.
Votato alla fede, si prodigava alla cura della salute dei suoi parrocchiani. I meno giovani raccontano Pride Bisi quando negli anni 1918-1920, incurante di ogni pericolo, andava nelle case delle vittime de s’ispagnola per dare conforto e assistenza agli ammalati, accompagnandosi al capitano di marina Luca Nikodemovick (per tutti su capitanu Luca) nato a Prujerac (Jugoslavia), nel 1917 internato in Sardegna in quanto nemico e che aveva messo su famiglia ad Oliena. Entrambi esperti di conoscenze mediche ed erboristiche, somministravano il chinino agli ammalati per strapparli alla violenza del morbo. Il suo temperamento deciso e combattivo suggeriva autorevolezza e obbedienza.
Intelligente e di vasta cultura, attento alla educazione e alla formazione delle nuove generazioni, Canonico Bisi aveva fortemente voluto che venisse istituito l’Asilo infantile.
A fronte di uno Stato assente, aveva acquistato delle casette vicine alla casa parrocchiale, provvedendo a ristrutturarle a proprie spese, mentre religiose e laiche prestavano la loro opera di volontariato affinché nessun costo gravasse sulle famiglie dei piccoli che a loro venivano affidati.
Gestito dalla Confraternita delle Figlie di Maria, l’asilo resterà in funzione fino al 2012 quando il locale verrà destinato ad altri usi. Poiché voleva che tutti avessero una istruzione minima, impartiva nozioni di aritmetica e di grammatica ai pastori e agli analfabeti frequentanti in parrocchia il circolo dell’Azione Cattolica, luogo di formazione morale e spirituale dei giovani.
Tutti i suoi superiori – Canepa, Fossati e Cogoni – hanno apprezzato i tanti meriti di quest’uomo anche con riconoscimenti tangibili: Consultore sinodale nel 1910, Canonico onorario della Cattedrale di Nuoro nel 1929, perfino lo Stato nel 1938 lo insignì del titolo di Cavaliere del lavoro in quanto pastore di anime e di uomini.
Negli anni Quaranta Oliena era dominata da grandi lacerazioni politiche, forme di ribellione antireligiose e anticlericali avevano pervaso tutti gli strati della popolazione che facevano capo a due correnti, i sardisti e i democratici cristiani, guidate da famiglie storiche e potenti. Su vicariu ha attraversato e dominato quel periodo schierandosi apertamente con i democristiani, in quanto fedeli portatori della parola di Cristo, nella convinzione che fosse dalla parte del giusto, tuttavia creando forti fratture per i suoi metodi non sempre ortodossi. La dura querelle si protrasse fino al 1948, anno in cui la Comunità e il suo Pastore si riconciliarono. A testimonianza della pace raggiunta è emblematica la lettera – pubblicata anche da L’Ortobene – che il 26 ottobre di quell’anno monsignor Melas indirizzò al parroco di Oliena, nella quale si esprimeva da parte della Curia tutto il compiacimento per la pace raggiunta. Alla sua morte avvenuta ad Oliena il 14 marzo 1965, una grande folla si strinse attorno al feretro. Ad accompagnarlo all’ultima dimora anche tanti avversari che lo avevano combattuto in vita.
per gentile concessione de https://www.ortobene.net/