“Penso che il provvedimento messo in campo sia assolutamente in sintonia con l’attuale quadro normativo”. Lo ha detto il presidente della Regione Christian Solinas, a proposito dell’ordinanza in vigore fino al 6 aprile che chiude l’Isola ai proprietari di seconde case non residenti, scongiurando arrivi in massa per Pasqua.
Il governatore ammette di non aver ricevuto alcuna osservazione da Roma, anche perché, spiega, “crediamo di aver messo in campo un modello di buonsenso che ha il fine alto di tutelare al meglio la salute pubblica. Abbiamo interlocuzioni costanti e crediamo che questo modello possa essere un laboratorio per tutto il Paese”. Solinas non conferma che ci sia stata una condivisione dell’ordinanza con il Governo, ma sottolinea che “noi abbiamo sempre cercato leale collaborazione con tutte le Istituzioni. Questa non è la partita del presidente della Regione o del Governo italiano, siamo di fronte a una pandemia di proporzioni uniche, quindi tutte le Istituzioni dovrebbero collaborare per mettere in campo un modello efficace”.
“Fino al 6 aprile la Sardegna è blindata – ha aggiunto Solinas – abbiamo anche intensificato i controlli, dispiegato oltre 800 uomini del Corpo Forestale, 5500 tra polizia locale e barracelli per un controllo serrato di tutto il territorio”. I controlli agli ingressi, ha spiegato, “sono una parte del modello, abbiamo completato con un reticolo sull’intero territorio che verifichi gli spostamenti, e che chi deve osservare un periodo di quarantena lo faccia regolarmente”. Ad ogni modo, specifica, “non è in atto alcuna caccia allo straniero, tutti sono benvenuti in Sardegna, ma in questo momento abbiamo bisogno di garantire ai sardi e ai nostri amici che intendono venire il massimo della tutela sanitaria e per questo è necessario che ci sia un senso di responsabilità da parte di tutti nel vaccinarsi o eseguire un tampone che ne certifichi la negatività, e che ci sia da parte nostra una soglia di attenzione il più alta possibile”.
“Crediamo che debbano esserci voli e navi Covid tested per la Sardegna, che è l’unica zona bianca d’Italia, questo è interesse di tutto il Paese”, ha osservato ancora il presidente della Regione. “Il vero obiettivo è promuovere controlli direttamente alle partenze attraverso accordi con le altre Regioni così da evitare qualsiasi rischio di contagio”. Per ora, “stiamo lavorando con gli aeroporti di Roma e Milano perché si possano effettuare tutte le verifiche in quelle sedi, e quindi si eviti che un soggetto positivo si imbarchi”. Solinas ha anche fatto un passaggio sull’annuncio della presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen: “Mi fa piacere che a un anno dalla mia proposta di passaporto sanitario, abbia parlato di Pass Covid per ritornare a viaggiare e a spostarsi”.
La Sardegna, unica Regione italiana in zona bianca, ha scelto la linea dura: i proprietari di seconde case non residenti possono entrare solo per comprovate esigenze lavorative o motivi di salute e comunque presentando la certificazione di vaccinazione avvenuta o di negatività al tampone. L’ordinanza adottata dal presidente Solinas, valida dal 18 marzo al 6 aprile, è sulla scia di quelle della Valle d’Aosta e dell’Alto Adige che da subito avevano emanato un provvedimento restrittivo rispetto al decreto del Governo. Sino all’ultimo la Regione era pronta per un’ordinanza che si limitava a inasprire i controlli agli arrivi.
L’ordinanza di Solinas inasprisce comunque i controlli agli arrivi e prevede dei filtri fin dall’imbarco. Come? I vettori e gli armatori acquisiscono dai passeggeri l’avvenuta registrazione sulla app Sardegna Sicura ma anche la documentazione che attesti i motivi per cui si viaggia e il possesso dei requisiti previsti dal Dpcm 2 marzo 2021 per gli spostamenti dalle Regioni di provenienza. In assenza sarà vietato l’imbarco. Il presidente ha deciso di coinvolgere il corpo forestale a supporto del personale dell’Ats nelle attività di monitoraggio e controllo delle certificazioni di avvenuta vaccinazione e di sottoposizione al tampone molecolare o antigenico. Un ruolo è assegnato anche ai sindaci che, in qualità di autorità di protezione civile e sanitaria, vigilano sul rispetto dell’ordinanza sui test obbligatori, monitorando il rispetto della permanenza domiciliare nei centri abitati, attraverso la Polizia locale e le Compagnie barracellari. Il Corpo forestale farà la stessa cosa ma nelle aree rurali e costiere.