di TONINO OPPES
Funtana Manna è un rione storico di Pozzomaggiore che prende il nome dalla fontana più grande del centro abitato dove le donne del paese si recavano a lavare i panni, almeno fino agli anni Sessanta. Alla memoria di quel luogo, simbolo di una comunità che ormai non esiste più, ma vive ancora sulla memoria dei più grandi, si è in qualche modo ispirata la compagnia teatrale sorta nel 2007 da un progetto dell’allora assessora comunale alla cultura, Giorgia Pinna, che fece parte della compagnia per alcuni mesi.
Nessuno dimentica la commedia d’esordio: Pro meritu de s’ozu santu, scritta dal bravo poeta locale Antonio Maria Pinna. Quella commedia, riadattata in chiave comica dall’attuale presidente del gruppo, Mario Ulargiu, è stata portata in scena nella piazza del paese, in occasione di una festa, davanti a centinaia di persone.
E’ stato un successo. L’affetto del pubblico e i giudizi lusinghieri espressi nei confronti del gruppo che, per la prima volta, si cimentava in un’opera teatrale, è servito da sprone. E così, anno dopo anno, Funtana Manna continua a fare teatro nelle piazze dell’Isola (ultimamente a Nulvi, Bortigali, Cossoine e Padria) con una serie di opere quasi tutte interamente scritte o riadattate dal suo presidente.
“Sono ben più di dieci le commedie che abbiamo portato in scena”, mi dice Mario Ulargiu. “Alcune le abbiamo riproposte più volte, come Bezzu sì ma maccu no! su precisa richiesta di vari comitati promotori di feste paesane o di amministratori comunali. Mediamente in un anno facciamo quindici, a volte, venti rappresentazioni. Purtroppo, in questi ultimi mesi, la pandemia ci ha costretto a ridurre i nostri spettacoli.”
Prima di andare in scena quante volte provate?“Facciamo anche tre prove la settimana per almeno sei mesi. Ma tieni conto che molti di noi studiano la propria parte a casa, anche se più di uno, come attore consumato, improvvisa e aggiunge. Beh, anche questo fa parte del nostro lavoro…”
Quali sono le opere che hanno avuto maggior successo? “Intanto mi piace ricordare che tutte le nostre commedie sono rigorosamente pensate, scritte e recitate in sardo perché il nostro obiettivo è anche quello di dare un contributo alla tutela della nostra lingua che è la principale bandiera dell’identità sarda. A volte, nei nostri dialoghi, inseriamo anche parole ormai in disuso e in questo percorso di recupero è giusto sottolineare il prezioso lavoro di tutti ma, in particolare, di Angela Masala. Mi hai chiesto delle opere che ci hanno regalato maggiori soddisfazioni. Beh, oltre a quella già citata c’è sicuramente Donna Jole, epoi In su friscu, Sa Pretura, Sas gallettinas de Sofia, Su nebode de su vicariu e Su disizu…
Qual è il tratto caratteristico delle vostre commedie? “Ci piace raccontare con semplicità e ironia una parte delle nostre esistenze, giocando sui doppi sensi ma senza eccedere. In fondo il pubblico che ci segue ha voglia di prendersi un po’ in giro e di ridere. Questo cerchiamo di fare con la speranza di regalare qualche spicchio di allegria come ci proponiamo di fare anche nelle ultime opere che speriamo di portare presto in scena, Covid permettendo: una è Iscola ‘e notte, che racconta il periodo dell’emigrazione quando molti nostri compaesani, prima di lasciare l’isola, frequentavano le scuole serali per inseguire l’agognata licenza elementare; poi c’è Una femina in duos che parla della storia di due fratelli che si innamorano della badante che hanno in casa. L’epilogo è davvero divertente. Sì, credo che piaceranno anche queste.”
La storia di Funtana Manna è cominciata tredici anni fa, vogliamo ricordare brevemente le tappe principali del vostro cammino e, magari, anche i nomi dei protagonisti? “Alcuni di noi hanno frequentato un corso, promosso dall’amministrazione comunale che aveva chiamato a Pozzomaggiore la compagnia teatrale di Scano Montiferru guidata da Piero Obinu. Ed è grazie a loro che abbiamo imparato i primi rudimenti di una recita. Poi siamo andati avanti da soli, studiando e sperimentando. I nomi sono tanti, forse qualcuno mi sfugge. Però non posso dimenticare, con Giorgia Pinna, assessora e attrice per qualche mese, Angela Calaresu, Nadia Bonu, Marco Falchi, Daniela Pinna, poi Luca Cannas, Antonio Carta, Rosa Pitzolu, Anna Serra e Salvatore Cabula per la parte tecnica. La compagnia attualmente è composta da nove attori; cinque donne: con Angela Masala, ci sono Pierina Cappai, Francesca Cappai, Elisabetta Calaresu e Donatella Cambuli; quattro uomini: con Mario Ulargiu ecco Tino Senes, Tonino Pischedda e Gianfranco Cossu, marito di Elisabetta Calaresu: come dire una coppia in scena! A loro affidiamo le storie d’amore. Ma ci danno una grande mano di aiuto anche Edelino Carboni, validissimo tecnico del suono, il suo collaboratore Tonino Mette, e, infine, Giancarlo Corongiu che cura la parte scenica. Insomma, ognuno con il suo compito, ma tutti uniti dal desiderio di divertirsi regalando qualche momento di svago e di sana allegria a chi ci segue durante gli spettacoli. Ecco riuscire a mettere insieme tutto questo per noi è il massimo.”