di BRUNO CULEDDU
Ogni 27 gennaio si celebra in tutto il mondo, dal 2005, il “Giorno della Memoria” per ricordare la data di liberazione da parte dell’Armata Rossa del campo di concentramento di Auschwitz e la fine degli orrori dei campi di sterminio.
In segno di omaggio alle vittime dell’Olocausto (soprattutto ebrei, disabili, omosessuali, lesbiche, transessuali, rom, dissidenti politici e altre minoranze), l’associazione “Labor” di Cagliari offrirà in streaming gratuito il film Il rosa nudo di Giovanni Coda. Dalle 8 di mattina alla mezzanotte del 27 gennaio sarà possibile vedere il film collegandosi al sito www.streeen.org, senza necessità di registrazione.
Il Rosa Nudo, a metà tra documentario e opera di video arte, prende spunto da “Moi, Pierre Seel, déporté homosexuel“, l’autobiografia che Pierre Seel scrisse nel 1982 insieme a Jean Le Bitoux, uno dei più importanti attivisti per i diritti LGBT in Francia e in Europa. Nel suo toccante racconto, mai tradotto in italiano, Seel ricostruisce la drammatica vicenda del suo internamento nel campo di Schirmeck, a 30 km da Strasburgo. Parlare della sua vicenda traumatica significa rimarcare gli orrori compiuti dai nazisti anche nei confronti di chi era schedato come omosessuale. Il Rosa Nudo si concentra soprattutto su un episodio doloroso e terribile che segnerà per tutta la vita l’emotività di Seel. Arrestato dai nazisti all’età di 17 anni con l’accusa di omosessualità, egli venne internato in vari campi di concentramento. Deportato nel campo di Schirmeck, torturato e violentato, fu costretto ad assistere impotente all’atroce morte del suo compagno. Alla liberazione non parlò con nessuno della sua drammatica esperienza e tentò di dare un nuovo senso alla sua vita. Si sposò ed ebbe tre figli.
Nel 1982, però, fu il primo a denunciare le terribili vicende che lo accomunarono a migliaia di altri omosessuali, marchiati come lui con il triangolo rosa: un coming out clamoroso che aggiunse altro orrore all’orrore. Il Rosa Nudo racconta in 70 minuti di immagini teatrali ed evocative, con grande delicatezza e poesia, le infamie compiuti dai nazisti nei confronti di chi era schedato come omosessuale, soffermandosi anche sulle teorie scientifiche per la cura dell’omosessualità di Carl Peter Veernet, che aprirono di fatto la strada alle persecuzioni naziste.
Ambientato nell’ex Cartiera di Quartu Sant’Elena e nell’ex Poligono Militare di Siliqua, Il Rosa Nudo è stato prodotto da ReindeerCatSolutions, Labor Cinema e V-Art Festival nel 2013. Il suo percorso distributivo continua da allora in ogni angolo del mondo, sempre accompagnato dall’apprezzamento della critica e dal successo del pubblico. Il film vanta ben ventisette selezioni ufficiali a festival internazionali ricevendo ovunque riconoscimenti e premi. Tra i tanti il Gold Jury Prize per il miglior lungometraggio al Social Justice Film Festival 2013 di Seattle, il premio Film For Peace Award al Gothenburg Indie Film Fest 2014, il Best International Film Award al 15° Melbourne Underground Film Festival (MUFF) 2014, il Gold Award al Documentary & Short International Movie Award 2014, Jakarta – Indonesia e il Premio al Miglior Film al Festival Omovies di Napoli
Il regista Giovanni Coda nasce a Cagliari il 19 gennaio 1964. È regista cinematografico, videoartista e fotografo. È autore di numerose installazioni videofotografiche esposte in vari musei nazionali e internazionali tra cui la Biennale di videoarte a Venezia e Milano, l‘University di Tokyo, il Watermans Arts Centre di Londra, la Maison d’Italie a Parigi, il Museo Reina Sofia di Madrid.
Le sue collezioni fotografiche e i lavori di pittura, arte elettronica e performance, sono apprezzate e premiate in Italia e all’estero.
Sul fronte cinematografico ha realizzato, tra gli altri, i film L’Ombra del Ricordo (1996), Il passeggero (1998), Serafina (2002), Big Talk (2005), Brighteness (2012).
Il Rosa Nudo (2013) è il suo primo lungometraggio. Il successivo film, Bullied to Death (2016), riscuote anch’esso un grande successo internazionale vincendo premi e riconoscimenti in tutto il mondo. Grande successo ha riscosso anche il suo ultimo film Mark’s Diary (2018). Attualmente è impegnato nella produzione del suo nuovo film Histoire d’Une Larme ispirato al libro di Piergiorgio Welby “Ocean Terminal”.
Recentemente Giovanni Coda è entrato a far parte del comitato scientifico del Social Justice Film Festival di Seattle. Si occuperà sia della programmazione che dell’attività di comunicazione. Sarà, in particolare, “ambasciatore” del Festival nel mondo.Da sempreimpegnato in opere di denuncia sociale, promuoverà studi e incontri per sensibilizzare sutemi attuali legati alla difesa dei diritti, alla battaglia contro la violenza, il razzismo e la discriminazione.