di FRANCISCU SEDDA
L’Aga Khan Imam musulmano della comunità degli Ismailiti Sciiti e diretto discendente del profeta Maometto tramite suo cugino Ali, aveva comprato a occhi chiusi una settantina d’ettari a Romazzino, con una quota di 500 mila lire dentro una società con una ventina di soci. Quando si recò a vedere di persona la terra acquistata ne rimase inizialmente destabilizzato perché era davvero incontaminata. “Era come una riserva di caccia: non c’erano case, non c’era acqua corrente né elettricità, né imprese di alcun tipo.” Avrebbe detto in seguito. Ma la bellezza della costa sarda lo sedusse con il suo splendido mare e la sua terra profumata e selvaggia, con le sue origini antichissime e le sue tradizioni millenarie e si propose di farne un angolo di paradiso, con case, acqua corrente, elettricità e imprese.
Aveva 24 anni il Principe, e si può dire che sono cresciuti insieme, lui e quelli di Monti di Mola, lui e Arzachena, lui e la Gallura, lui e la Sardegna. Innamorato della bellezza della costa nord-orientale sarda, compresa nei comuni di Olbia ed Arzachena, ne acquistò i terreni. Trasformò i Monti di Mola cantati da Fabrizo De André ne “La Costa Smeralda”, ne colse l’anima e con orgoglio la fece conoscere al mondo, sviluppandola turisticamente ideando lo stile proprio della Costa Smeralda con l’utilizzo dei materiali locali galluresi, come il granito e il legno.
Nel 1962 fu fondato Il Consorzio Costa Smeralda, un’associazione senza scopo di lucro, per lo sviluppo urbanistico e territoriale e il Comitato di Architettura fu deputato al controllo architettonico dell’area con rigorosi piani di sviluppo che garantissero la preservazione del patrimonio naturale con uno stile che sposasse la bellezza dell’ambiente con elementi della tradizione di edificazione locale. Il primo architetto che l’Aga Khan volle al suo fianco in questo progetto fu l’indipendentista Antonio Simon Mossa, il quale partecipò da subito alla prima riunione del Comitato di Architettura. Con lui c’erano i noti architetti internazionali Michele Busiri Vici, Raymond Martin, Jacques Couelle.
Da quel giorno, Simon Mossa cominciò a costruire la storia della Costa Smeralda insieme all’Aga Khan. Contribuì a fissare le regole urbanistiche, i suoi pareri furono importanti per la scelta di progettare le costruzioni con richiami agli stazzi galluresi, ai nuraghi. Gli fu affidato un incarico, la realizzazione di un albergo-tipo da 13 stanze: lo progettò (esistono schizzi ed elaborati), ma non venne mai costruito. Antonio Simon Mossa progettò la strada litoranea della Costa Smeralda tra il bivio di San Pantaleo e Porto Cervo, con le piazzole panoramiche, compreso il belvedere sull’immensa bellezza di Cala di Volpe.
E anche da queste collaborazioni importanti come quella con Simon Mossa che risultò l’attuazione di una collocazione urbanistica rispettosa del territorio, con il risultato che la Costa Smeralda fu il primo e singolare esempio di sviluppo turistico sano ed equilibrato nel Mediterraneo. Il Principe Karim Aga Khan, pioniere dello sviluppo sostenibile, guidò ogni fase della realizzazione con entusiasmo e passione, ispirandosi alla più rigida difesa dei valori ecologici ed ambientali, sviluppando la zona sotto il controllo del Consorzio stesso, nel rigoroso rispetto dei valori ambientali, e nella preservazione della millenaria civiltà sarda.
La restante costa nord-orientale che circonda quello che è stato il territorio vero e proprio della Costa Smeralda avrà nei decenni successivi un incremento in termini di crescita urbanistica molto “discutibile” e completamente diversa da quella che fu la cornice ideale e anche pratica del territorio acquistato dall’Aga Khan e denominato Costa Smeralda.