«In questo inquietante e preveggente libriccino, le persone erano avvertite di mantenere le distanze, evitare di stringere le mani e di mandare un’unica persona a fare la spesa fuori da casa». “The 432-year-old manual on social distancing”, questo il titolo con cui la Bbc racconta il distanziamento sociale ad Alghero per sconfiggere l’epidemia di peste. Un manuale di 432 anni fa appunto, dove si possono leggere comportamenti oggi di strettissima attualità col diffondersi della pandemia da Coronavirus. «Era la notte fonda di metà novembre del 1582. Un marinaio salì sul molo del porto di Alghero, in Sardegna, e per l’ultima volta osservò la città».
«Si pensa che lo sfortunato marinaio sia arrivato da Marsiglia, 447 km (278 miglia) attraverso il Mar Mediterraneo. La peste infuriava lì da un anno e sembra che l’abbia portata con sé. Era già delirante e soffriva dei caratteristici gonfiori che caratterizzavano la malattia, noti come bubboni, nella zona inguinale. Eppure, in qualche modo il marinaio è riuscito a superare i guardiani della peste, il cui compito era fermare coloro che avevano qualche sintomo. È entrato in città. In pochi giorni è morto ed è scoppiata un’epidemia».
L’articolo a questo punto racconta di come la peste colpi pesantemente gli algheresi, uccidendo almeno il 60% della popolazione e di come sorsero fosse comuni dove seppellire gli appestati, ma anche come, proprio grazie al distanziamento sociale, la peste non si diffuse fuori dalla città di Alghero: «I quartieri circostanti furono in gran parte risparmiati: insolitamente, il contagio rimase ad Alghero e svanì entro otto mesi. Si pensa che tutto dipenda da un dottore e dalla sua concezione preveggente del distanziamento sociale».
Angelerio (il dottore) proibì anche tutti gli incontri, i balli e gli intrattenimenti – e stabilì che solo una persona per famiglia dovesse uscire per fare la spesa: “…Le persone autorizzate a uscire devono portare con sé un bastone lungo sei piedi. È obbligatorio che le persone mantengano questa distanza l’una dall’altra…” Angelerioo andò oltre. Spiegò che «una grande ringhiera…. doveva essere aggiunta ai banchi dei negozi in cui vengono venduti i cibi, per incoraggiare le persone a mantenere le distanze e raccomandò che, durante la messa, le persone facessero attenzione quando si stringevano la mano».
«Curiosamente, sebbene l’epidemia di Alghero sia avvenuta secoli prima che emergesse il concetto scientifico di immunità, Angelerio ha anche assegnato alcuni compiti a coloro che erano già stati colpiti e sopravvissuti alla peste. Decretò che i becchini dovrebbero essere assunti da questo gruppo – un lavoro ad alto rischio perché ci si aspettava che trasportassero cabine confessionali al capezzale dei pazienti morenti e, naturalmente, si occupassero dei corpi dei defunti». Insomma, rileggere oggi il manuale di 432 anni addietro rispecchia con dovizia di particolari tanti comportamenti ritornati prepotentemente d’attualità nell’era Covid.
Molto interessante e istruttivo…
Per quell’epoca è stato un medico davvero illuminato.